A Bergamo l’artista Gabriele Porta diceva qualche giorno fa che la prima immagine della scienza che gli viene in mente sono i frattali. Un po’ come Steph.
E’ morto Benoît Mandelbrot, il matematico che li ha resi famosi e in onore del quale i frattali in 3-d si chiamano mandelbulb.
Caratteraccio? Forse, ma come sanno i tecnici di Radio3 che l’hanno conosciuto quando veniva dalle Oche, di una gentilezza grande e grossa come lui. Vanitoso, snob, arrogante? Con chi metteva in dubbio il suo acume finanziario e la bellezza astratta e l’onnipresenza in natura delle leggi di potenza, la sua e di Zipf in particolare.
Negli anni ’80 grazie all’intercessione di Perrette, la moglie alla quale deve vent’anni di vita, aveva perdonato l’analfabetismo matematico dell’oca. Aveva avuto insegnanti bourbakisti, poverina, e dopo un’intervista gli aveva fatto perdere un pomeriggio a parlare di Pólya, forse poteva ancora salvarla.
Anche se un po’ scema era: a Science preferiva Nature, un giornale di pettegolezzi che aveva messo in dubbio la di lui perfezione, ma non credeva all’efficienza dei mercati e magari convinceva i lettori del Sole-24 Ore che Mandelbrot era un genio e Bachelier un sempliciotto.
Deludente anche l’amico della poverina, un ebreo polacco all’origine pure lui, che quando andavano al ristorante insisteva per mangiare sano. “Il est horripilant, mais qu’est-ce qu’il est horripilant!”, brontolava Benoît M. quasi l’amico fosse Bachelier redivivo e se non c’era Perrette, ordinava dolci al cucchiaio per tre e due li mangiava lui.
Su Scienceinsider, Jin Liao scrive che l’opinione pubblica cinese non è favorevole agli Ogm, in particolare al riso transgenico, e lo ha fatto sapere con una manifestazione durante una conferenza all’università agricola di Huazhong. Ma il governo ha investito 3,8 miliardi di dollari per svilupparli.
Il 32mo vertice dei paesi fondatori del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) s’è concluso il 14 a Busan, in Corea del Sud, senza fornire ai neghisti la testa del presidente Rajendra Pachauri o ai giornalisti uno straccio di com. stampa. Il Wall Street Journal ha riferito un po’ di voci.
The Economist nota che il “rinascimento nucleare” negli Stati Uniti non si sta materializzando. Sono stati cancellati i piani per altre due centrali in parte francesi, dopo le due di Exelon, e nessuna sembra dover entrare in funzione da qui al 2015. Colpa dei politici che hanno affossato climate bill, carbon cap and trade, carbon tax e quindi gli investitori si sono dileguati. Fifoni. Il settimanale cita 50 centrali previste nel resto del mondo. Ma l’IAEA diceva a settembre che sono 60 in Asia e in Africa, tutte in paesi dove le norme di sicurezza e certe forme di assicurazioni sono un optional.
Susan Lindquist che aveva diretto il Whitehead all’inizio, ma farlo per altri quattro anni piuttosto chiedeva la carità, ha ricevuto la medaglia nazionale per la scienza, finalmente le sue figlie andranno alla Casa Bianca e conosceranno Michelle Obama. Applausi e baci nel frattempo. Susan Solomon ha ricevuto la medaglia Service to America. Chissà il ten. col. Guidi che invidia.
Ritrattato un altro paper sulle staminali. Questa volta riguarda il loro rapporto con l’invecchiamento. Che ce ne sia uno è ovvio, visto che quelle cellule riparano i tessuti e questi con l’età non si riparano più. Ma che sia il meccanismo quello suggerito da Amy Wagers e Shane Mayack di Harvard pare dubbio. Dibattito in corso su Retractionwatch.
L’enciclopledia delle donne lancia l’operazione “1000 x l’8“: arrivare a mille voci entro l’8 marzo 2011 e il primo anno di vita. Maria Teresa Fumagalli non fa le serial killer e nessuno le scienziate, le economiste, le paracadutiste… Volontari/e cercansi.