Metodi scientifici

Ci sono altri modelli.

Prima, grazie a DaVeTheWaVe per la storia del dinosauro scoperto nel Duomo di Vigevano dal prof. Andrea Tintori.

Born to run
Con l’età le cellule satelliti che riparano i muscoli diminuiscono ma con l’esercizio si riformano e i muscoli anche, ho letto su PLoS One. Gabi Schefer dell’università di Tel Aviv et al. hanno fatto correre ratti giovani e ratti vecchi, maschi e femmine, 20 minuti al giorno e 6 giorni alla settimana per 13 settimane. Alla fine, i giovani ne avevano tratto scarso giovamento rispetto al gruppo di controllo dei sedentari, gli anziani avevano perso il grasso superfluo, ma pesavano un po’ di più per un aumento della massa muscolare.

I maschi anziani ci avevano preso gusto, nelle femmine invece la differenza nella “locomozione spontanea” rispetto alle sedentarie non era significativa. Non mi si apre il video con i ratti che corrono sul tapis roulant. Non credo che mi convenga installarne uno in casa, 20 minuti nella vita di un ratto sono 600 nella mia…

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Conteggi

Un articolo su The Lancet ha criticato i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità sulle vittime della malaria in India. Secondo l’OMS sarebbero 15 mila all’anno, secondo i ricercatori sono tra 125.000 e 277.000, al 90% in zone rurali e all’86% dove non esistono strutture sanitarie. Al Wall Street Journal, una rappresentante dell’OMS in India dice che la metodologia usata dai ricercatori è dubbia. Forse, ma i dati OMS sono quelli forniti dalle strutture sanitarie dotate di test omologati e quale percentuale dei pazienti con sintomi di malaria o di altre febbri ci arriva?

Genetica delle citazioni
Il mese scorso, il neuroscienziato Christian Specht analizzava le mutazioni accumulate dalle citazioni  di un articolo di Uli K. Laemmli uscito su Nature quarant’anni fa (88.633 citazioni). L’oncologo Martin Fenner interveniva con contro-analisi altrettanto scherzose e si chiedeva se i nuovi software di correzione facessero calare il tasso di mutazioni. Specht rifaceva il compito e concludeva che in alcuni casi le mutazioni erano diminuite, in altri erano aumentate più nei data base che nelle riviste. Resta il fatto che tanti ricercatori ricopiano i riferimenti bibliografici altrui senza guardare, per non dire leggere, l’articolo originale e le mutazioni continuano a essere ereditarie.
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Settimana dell’Open Access Advantage
Per inaugurarla un gruppo coordinato dal cognitivista Stevan Harnard aveva calcolato che le pubblicazioni in Open Access sono più citate di quelle di pari qualità uscite su riviste a pagamento. M’era sembrato convincente anche perché si sente dire da tempo, Martin Fenner è più critico e conclude:

Oltre al tasso di citazioni ci sono molte altre ragioni che rendono l’Open Access valido, come l’accesso alla letteratura per chi non lavora in istituzioni accademiche (e forse non citano mai un paper) e per usarla in modi nuovi ed entusiasmanti. Per me personalmente, il vantaggio è più in questi due aspetti.

Anche per altri, Harnad compreso e poliglotta come si vede nei commenti dove un francese rouspète contro l’egemonia dell’inglese…