Anniversario

Mentre qui ci vengono i piedi palmati, si festeggia un anno dal furto dei documenti della CRU.

– Domenica il Guardian faceva un riassunto della situazione, subito criticato da Joe Romm perché non parlava abbastanza della scienza. Ingiustamente. Il Guardian ne parla sempre e oggi c’è Mike Hulme che riflette su com’è cambiata la discussione pubblica sul clima, anche per chi  lo studia come lui. Nei commenti, i bigoilisti gli danno del bugiardo.
– Nature va in visita da Phil Jones alla CRU, dice che secondo la polizia il furto non sarebbe perpetrato da un “interno” come i bigoilisti vogliono far credere e un commentatore al quale non è mai stato rubato nulla si chiede indignato perché mai Phil Jones viene definito una vittima.
– In “Superare la sindrome Climategate”, il Time riprende il manifesto di Scott Mandia per presentare la “squadra di risposta rapida sul clima” che tenterà di arginare in tempo reale la marea nera invece di metterci anni (1)  :

Esattamente un anno fa,  email e altri file informatici erano rubati illegalmente – tanto per chiarire – all’Unità di ricerca sul clima dell’ Università dell’East Anglia… Climategate era stato soprannominato “l’ultimo chiodo nella bara del riscaldamento globale antropico“. Apparentemente Madre Natura non ha letto i mail.

Segue elenco di eventi da quando la scienza del clima è stata seppellita, dall’ondata di calore in Russia allo scioglimento dei ghiacci artici e groenlandesi. Io ci metterei questi record, strani in periodo di Niña. Non che al prof. Mandia importino, sta a New York al fresco mentre a cuocere da due mesi è il sud della California, quindi conclude

La Natura non legge i mail e al mondo sarebbe più utile superare lo scandalo Climategate, e trovare una via d’uscita dal pasticcio del riscaldamento globale che causiamo. Possiamo riuscirci solo se lasciamo gli scienziati fare il proprio lavoro.

La Natura non legge i mail e i bigoilisti non leggono Nature. Sperano ancora che Climategate sia stato “l’ultimo chiodo” e battono sempre su quello. Sotto l’articolo su Phil Jones, un commentatore estrae alcune parole da un suo mail per dargli del warmista anche se ha pubblicato da poco una ricerca su un raffreddamento dell’Atlantico nord…

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L’istituto di giornalismo Reuters dell’università di Oxford pubblica “Summoned by Science“, un’analisi di quello che i giornali di vari paesi pubblicavano sul vertice di Copenaghen. C’è un conteggio dettagliato di chi era presente, il resto boh.  Gli articoli del campione sono pochi (427), per lo più brasiliani e indiani, perché dovevano parlare di scienza. Citano principalmente i politici e le Ong soverchianti, molto poco gli scienziati e così fanno un sacco di errori, oltre a quelli notati da Grist a suo tempo.

Dal Reuters m’aspettavo di meglio, però condivide un’osservazione dell’ufficio dell’Onu che aveva analizzato 6.000 articoli, con uno stupendo errore di stampa:

Il dibattito sui mail rubati da ricercatori in Gran Bretagna, detto Climategate dai media, è stato il principale motore della copertura della scienza del cambiamento climatico. La controversia ha contribuito ad amplificare lo spazio per la scienza. Tuttavia c’è stata pochissima copertura del cambiamento climatico oltre alle polemiche risultate dai mail fatti trapelare.

Ottimista, il Reuters crede che per le prossime conferenze del genere servono più ricercatori disposti a interloquire con i giornalisti.

(1) Link all’ennesima puntata della saga “Come il pensionato dell’industria mineraria Steve McIntyre ha truccato le statistiche per far a pezzi la mazza da hockey di Michael Mann, e l’esperto di statistica Wegman le ha copiate e spacciate per sue al Congresso statunitense”.