Restituisco a Cesare

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Su climate monitor l’11 novembre, il Tafano climatico nonché Omnologos traduceva un suo post da Omniclimate – tre blog, un lavoro a tempo pieno, nella speranza di far massa critica ? –  in cui estraeva 15 articoli sul clima fra quelli pubblicati dalla Stampa tra il 1976 e il 1990, per dire che

Questa collezione indica fortemente (sic) che in Italia, come altrove, il lettore medio di quotidiani avrebbe avuto tutte le ragioni di credere in un “consenso sul raffreddamento globale” per gran parte degli anni 1970 e anche più tardi.

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Notava che nel 1976 veniva citato due volte “un Cesare Emiliani”. Se ne leggeva qualche lavoro, imparava quel tanto di  statistica che gli bastava a evitare quel “fortemente” risibile. Nel 1966 Emiliani aveva ricostruito le temperature degli ultimi 425 mila anni; trovava una “forte correlazione diretta (0,97)” con i cicli di Milankovic, variazioni ricorrenti nell’orbita terrestre, e ne deduceva che tra alcuni millenni avrebbe dovuto iniziare un’era glaciale. Nel 1972, teneva conto delle emissioni industriali sia di gas serra che di polveri e scriveva:

temperature elevate come quelle odierne si sono verificate soltanto nel 10% dell’ultimo mezzo milione di anni. La brevità degli intervalli di temperatura elevata (“hypsithermals” o periodi ottimali, ndt) suggerisce un equilibrio ambientale precario, una condizione che rende l’interferenza umana con l’ambiente, nell’attuale periodo ottimale, estremamente critica. Questo equilibrio precario va stabilizzato per evitare una nuova glaciazione o una totale deglaciazione.

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Traduco:  solfati a gogo -> glaciazione; gas serra a gogo -> deglaciazione;  “un Cesare Emiliani” = il  fisico geniale e irriverente che ha fondato la paleo-oceanografia.

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E’ ancora più comico il post su Omniclimate del 23 novembre. L’ingegnere informatico ed ipso facto climatologo onnnisciente, tenta di ironizzare sulla Rapid Response Team perché oltre al prof. Mandia che, concede l’ing., insegna climatologia da vent’anni, è composta da incompetenti. John Abraham, specialista di

thermodynamics, heat transfer, fluid flow, numerical simulation, and energy,

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ha trovato su Wikipedia e ricopiato solerte (dimenticando che Sua Signoria il visconte di Brenchley aveva richiesto il licenziamento, e minacciato la sua università di trascinarla in tribunale per diffamazione), e Ray Weymann che su wikip non ha trovato, quindi

as far as I can tell, is an astronomer.

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Weymann è un esperto di spettroscopia e strumentazione spaziale. As far as anyone can tell, secondo l’ing. per studiare il clima non servono misure satellitarie, termodinamica, trasferimento di calore, flusso termico, simulazione numerica ed energia.

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Ass. giust.

Vado a Feltre che conosco solo di fama, per questo incontro. Se siete in zona, il prof. Canova ha da raccontare fantastiche storie di api raccolte nel Medioriente sul campo e nella letteratura. Purtroppo i posti a cena sono esauriti.