Dilettanti allo sbaraglio

Se Climate monitor vanta una ricerca, è una garanzia: si tratta di un bidone (è più educato di cioffeca, vero?).

A rimorchio del bell’Anthony, il 24 agosto agosto un fante del ten. col. Guidi elogiava il capolavoro di due statistici, e climatologi dilettanti, che avevano rotto un’altra volta la mazza da hockey di Michael Mann et al. e dovevano uscire in trionfo sulla rivista peer-reviewed Annals of Applied Statistics. Da allora, gli spettatori si chiedevano se l’opera sarebbe stata
– pubblicata un 1. aprile;
– abbandonata negli abissi internautici su ordine dei peer-reviewers;
– usata come nave scuola.

Il direttore ha scelto l’ultima soluzione, senza temere di ferire l’amor proprio dei 2 autori di cui taccio il nome perché Joe Romm ci va già a nozze, e a contorno sono usciti:
– 13 commenti di cui 8 perfidi, 4 ignari, 1 patetico di Stephen McIntyre e Ross McKitrick che sospetto di aver incitato i due malcapitati e di aver contribuito a una logorroica introduzione degna di Denial Depot;
– una confutazione;
– un editoriale  in cui il diretùr dice che ci sono incertezze sull’evoluzione del clima, non sulla gravità dei cambiamenti in atto e chiama ad affrontarli senza tardare;
– uno squittìo degli Innominati in risposta a quanto sopra.

Così Michael Mann e Gavin Schmidt possono complimentarsi con gli Innominati per “l’interessante approccio bayesiano del Monte Carlo/catena di Markov” nel valutare le incertezze, dolersi per loro che abbiano usato il metodo peggiore (Lasso) per le proxy, elencare cavolate sulle probabilità da parte di chi pretende di controllarle; citare le critiche di altri e lasciare il veleno caudale a Mark Berliner:

Il problema del cambiamento climatico di origine antropica non può essere deciso con un argomento puramente statistico. Non è in corso possiamo fare un esperimento controllato, in cui una serie di Terre interscambiabili sono assegnate a caso a vari livelli di forzanti, che consente studi statistici tradizionali di causalità. (L’uso di modelli a grande scala del sistema climatico può essere considerato un surrogato, anche se dobbiamo valutarlo meglio). Invece la questione implica la combinazione di analisi statistiche e – invece di contro – le scienze del clima.

Da dilettante, apprezzo molto.