Oca's digest di chimica

E’ l’anno internazionale della chimica, 350 anni dopo la pubblicazione di The Sceptical Chymist di Robert Boyle e 100 dopo il Nobel a Marie CurieNature lo inaugura con contributi per non addetti che ne riflettono lo status ambivalente di portatrice di soluzioni e di problemi.

Esiste ancora la chimica in sé, nella teoria, ma si declina in bio-, femto-, geo-, neuro-, neuro- e altri prefissi, e le applicazioni sono sterminate. Come dice l’editoriale “La maestosità discreta della chimica“, questo nuoce un po’ alla sua immagine. Articoli in open access consigliati:
– “Cosa si prospetta“, dieci settori promettenti da tener d’occhio
– “Non è facile essere verdi“, l’industria adotta con molta lentezza i metodi che rispettano l’ambiente anche se fanno risparmiare risorse
– “Passiamo alla pratica”, George Whitesides e John Deutch mirano a cambiamenti radicali e mete più ambiziose
– “Oltre il legame“, serve una definizione della natura del legame chimico? (Risposta di Roald Hoffmann: no.)
– “Trip legali: il lato oscuro della chimica medica” è da leggere per ultimo, o forse per primo, come avvertimento. David Nicols racconta come le sue pubblicazioni sulle sostanze psicotrope che potevano alleviare sintomi dell’Alzheimer sono state usate da “imprenditori” per produrre droga – letale – da spacciare.

Coincidenze
Il tema della responsabilità per l’applicazione delle proprie scoperte è quello di Se si può, si deve?, l’ultima pièce di Roald Hoffmann, un topos della chimica (e non solo). E ieri una domanda di Claudio Della Volpe, chimico anche lui, mi ha ricordato il bio-fito-chimico Arthur Galston.

Nel 1943 aveva scoperto l’acido tri-iodobenzoico che faceva fiorire la soia e a dosi elevate la uccideva. I ricercatori che sviluppavano armi biologiche per la Difesa ne fecero l’agente Orange, il defogliante usato durante la guerra del Vietnam. Galston passò il resto della vita a denunciarne i danni e fu il primo scienziato americano a insegnare e scrivere di bioetica, mentre continuava a fare ricerca.

Ironia della sorte, l’agente Orange era prodotto dalla Monsanto, oltre che dalla Dow, e sempre la Monsanto ha poi sfruttato i lavori di Galston sugli ormoni del mais per creare Ogm.
La faccenda dello ioduro di metile, approvato dalla California come fumigante, l’ho messa su Oggi scienza.
.