Omeopatacche

Sul web della Stampa, i lettori della rubrica di Alberto Magnetti, omeopata e professore a contratto di omeopatia all’università di Torino – discutono un suo copia-incolla su Luc Montagnier. La maggioranza parla di marchette, effetto placebo, terapie inesistenti ecc.  e dopo poche ore la caporedattrice si spazientisce (ocaggini tra parentesi):

Ai lettori che criticano l’esistenza di una rubrica dedicata all’Omeopatia sul sito della Stampa: non c’è alcuna presa di posizione del giornale in “difesa” dell’omeopatia (ma va?), e l’accusa di prendere soldi dalle aziende per far loro pubblicità è infondata, oltre che gratuitamente offensiva. L’omeopatia è una realtà che esiste, è una realtà importante e interessante (interessata, mai) visto che è praticata da milioni di persone, e proprio per questo ci sembra un servizio utile ai lettori fornire informazioni a riguardo.  (Anche l’evasione fiscale, il furto con destrezza, l’acquisto di droga sono realtà praticate da milioni di persone, tra poco la rubrica dell’evasore, del ladruncolo, dello spacciatore). Punto. Se non vi interessa, non frequentate questo blog (vietato dibattere ): nessuno sta facendo una campagna qui per convincervi a rinunciare alla medicina tradizionale (ma va? bis). Ci mancherebbe altro (ma va? ter). Ma l’una non esclude l’altra (il professor Magnetti la pensa diversamente). E come descrive bene questo articolo (copia-incollato) che riporta l’intervista su Science, ne è la prova che lo stesso Luc Montagnier, scienziato e rappresentante illustre della medicina tradizionale occidentale (mai stato medico), abbia deciso di esprimere un parere a favore dell’omeopatia. Grazie per l’attenzione (prego) e buon anno a tutti (anche a lei e a Vanna Marchi)

Anna Masera (caporedattore redazione Web) 8/1/2011 12:9

Visto che la caporedattrice non ha letto né i commenti né i suoi articoli, interviene anche il titolare della rubrica:

Ringrazio tutti coloro che hanno dato fino ad ora un contributo alla discussione che, come sempre, è molto accesa ed articolata. Il tema è scottante, si parla del futuro (l’omeopatia è del Settecento), si parla di nuovi paradigmi (medievali), si parla di cambiamento (auspicato in questi contributi del professore al sito di una multinazionale) e tutto ciò spaventa molto le persone che, magari affannosamente, hanno impiegato tutta la vita a trovare qualche certezza (lui le prende già confezionate ). Ma l’evoluzione è in dinamico cambiamento nel suo divenire (“che si modifica alterando via via le circostanze e portando al mutamento” dell’aria fritta) non la si può fermare neppure con i più agguerriti e sofisticati sistemi di marketing o di pubblicità occulta (lui preferisce quelli che si vedono a occhio nudo). E’ molto probabile che la terapeutica personalizzata con forme di energia fisica (quantisticatachionica?) sostituirà nel tempo la terapia sintomatica e la farmacologia classica. Tutti coloro che si oppongono alla ricerca o dileggiano chi con grande coraggio e spirito pionieristico (tachionica, direi, allude chiaramente a Massimo Corbucci) cerca nuovi percorsi rispetto a quelli già ben conosciuti ricadono nella figura “dell’ elefante impazzito alla vista del topolino, che gli sguscia tra le zampe. L’elefante non capisce perché non riesce a schiacciarlo, nonostante la sua mole, i barriti, la proboscide.”  Ma i topolini curiosi continueranno ad esistere (anche i professori che copiano gli articoli altrui). Per (s)fortuna!

scritto da Alberto Magnetti 9/1/2011 16:12