Potenze

Cantiere di Flamanville, aperto nel 2007. Da quest’anno l’EPR doveva essere in rodaggio e nel 2012 produrre elettricità, ma nel 2008 l’Autorità per la sicurezza nucleare ha saputo che il suo zoccolo di cemento s’era fissurato. Rifatto l’anno scorso, per la corrente se ne riparla nel 2014 o 2015.

Sto finendo di leggere Nucleare: a chi conviene? di Gianni Mattioli e Massimo Scalia (ed. Ambiente),  un’esposizione chiara e razionale delle “tecnologie, i rischi e i costi”. Sui costi delle centrali e del loro kilowatt/ora gli autori concordano con l’Economist, il MIT, la Banca Mondiale, Wall Street e analoghi covi di comunisti: quelli delle centrali presenti e future continuano ad aumentare, per il kilowatt ora ci sono soltanto stime che lievitano anch’esse. Morale: il libero mercato non ci vuol mettere un centesimo. Tant’è che in USA delle 33 centrali previste dal piano di rilancio economico, se va bene se ne costruiranno due. E se non si riesce a rilanciare il nucleare in USA…

Le centrali decise in Cina sembrano irrilevanti, la leadership dev’essere americana come per il clima, il disarmo, la pace in Medioriente o nel Sud-est asiatico. Al contempo, tutti ripetono che la Cina sta per diventare la superpotenza se non l’anno prossimo o nel 2015, di sicuro entro il 2020. Sull‘Economist di oggi, una doppia mappa fa pensare che ci vorrà di più. In verde, ogni stato americano porta il nome di un paese con un prodotto interno lordo equivalente o quasi, la California per esempio si chiama Italia; in rosso che ha la stessa popolazione. L’effetto sarebbe diverso se ci fosse una terza mappa e per ogni stato il nome di un paese con lo stesso debito per abitante?

L’Economist riparla delle donne violentate dai soldati, un’antica tradizione che accomuna etnie e religioni. “Lo stupro è orrendamente diffuso in tutti conflitti del mondo”, in Ruanda “era la regola, la sua assenza un’eccezione”, fra i mussulmani tamil e nel cattolico Salvador era il contrario, “alcuni gruppi commettono atrocità diverse”… Chissà se un uomo che legge quelle pagine riesce a vedere un po’ il mondo come noi.