Balletti celesti


(La scostumata è in primo piano)

Sui Proceedings of the Royal Society B. a proposito della “preferenza femminile per maschi non imparentati”, notare il plurale, Clelia Gasparini e Andrea Pilastro del dip. di biologia dell’università di Padova, scrivono cose turche. Altro che gossip sul geronte che si fa portare le scorte dai badanti.

La poliandria si è evoluta quale mezzo per ridurre le conseguenze negative dell’accoppiamento con maschi geneticamente imparentati.

Letta la prima frase il Vaticano fa sapere che la poliandria non esiste, il vice presidente del CNR fa sapere che non si è evoluta e la Bibbia fa sapere che non ha conseguenze negative, poiché in sette miliardi discendiamo dalle figlie di Noè che era il loro papi papà. Ma i due non demordono:

Vari studi supportano tale ipotesi, tuttavia mancano evidenze di puri meccanismi post copulatori capaci di orientare la paternità verso maschi geneticamente non imparentati. Eppure sono necessarie per convalidare i modelli di evoluzione della poliandria, basati sull’evitamento della consanguineità

le modelle essendo convalidate da Fede, SperanzaCarità. Le evidenze le hanno trovate:

Abbiamo inseminato artificialmente un gruppo di guppy femmine (delle scorte che se la fanno con tutti, ndt) con un pari numero di spermatozoi di maschi loro fratelli e di non imparentati (a ciascuna tot spermatozoi del fratello Pino e tot del suo amico Gino, per fortuna che ci sono io a spiegare la procedura sperimentale) e il successo competitivo dei primi è stato inferiore del 10% a quello dei secondi. La differenza non era dovuto al tasso di sopravvivenza degli embrioni. Le femmine di controllo inseminate con lo sperma di un maschio solo, imparentato o meno, avevano la stessa quantità di discendenti.

Fin qui in natura vince la monogamia e Benedetto XVI ha ragione. Invece di accettarne il magistero morale e fermarsi quand’erano ancora in tempo i due miscredenti hanno

prelevato fluido ovarico da femmine vergini (non ho parole)  e con analisi spermatologica assistita dal computer (un pervertito pure lui), abbiamo visto che la velocità degli spermatozoi – un indice di successo nella competizione con quelli di altri maschi – era minore in una soluzione contenente fluido di una sorella che di un’estranea che passava di lì.

Grazie al meccanismo che riduce il costo del peccato con i parenti, la guppy seduce il fratello come Agathe l’uomo senza qualità. Lui crede che vivranno insieme felici per sempre e avranno tanti guppini, ma di nascosto lei gli frena i gameti per farseli dare dal primo estraneo che passa.

Se è quanto insegna il “darwinismo”, l’ex ministra Moratti ha fatto bene a toglierlo dai libri di scuola.

(Complimenti un’altra volta, Prof., anche a Clelia Gasparini e scusami con lei per il tono, ma ho appena finito di leggere Come vedessero due soli, di Roberto Bondi, un libro che dovrebbe piacere anche a te).