Rigore


L’Istituto Bruno Leoni – stessa rete della Heritage “il petrolio val ben una guerra” Foundation – dice che le proprie pubblicazioni

sono nel contempo rigorose sul piano della ricerca, ed accessibili dal punto di vista della lettura

Ah sì?

Pubblica L’inchiesta sul Climategate di Andrew Monford, ragioniere, con prefazione all’edizione inglese del barone Andrew “il petrolio val bene una guerra” Turnbull, consulente di Booz Allen Hamilton, con traduzione e prefazione all’edizione italiana di Maurizio Morabito, informatico e pio PR di Forza Gn-UK.

Riassunto
Autori e traduttore accusano i membri del Parlamento britannico e di quattro delle commissioni d’inchiesta sul Climategate di essere degli incompetenti. Proprio come gli scienziati che fanno ricerca sul clima, con la differenza che gli scienziati sono tutti corrotti mentre non è chiaro se lo siano tutti i membri del Parlamento e delle commissioni o solo alcuni.

Recensione
L’Istituto Bruno Leoni ha emesso un comunicato stampa, riprodotto da Cassandra, docente universitario di chimica fisica, che chiama l’opera “fuffa”. Non sono d’accordo. E’ in gran parte riciclata – i soliti declini nascosti con il trucco, dati cancellati o non condivisi, mazze da hockey rotte ecc. – e tanto più ecologica che nessun editore s’è sentito di stamparla, nonostante gli sforzi titanici del trio per farsi denunciare per diffamazione e pubblicità.

Fra vari lamenti, c’è quello di non esserci riusciti in Gran Bretagna dove il blog di Monford è stato ignorato e il Sunday Times no, una palese violazione dei diritti umani. E non poteva mancare quello su quanto sia offensiva la parola “negazionista” per chi nega l’effetto serra della CO2 e denuncia i dissidenti come terroristi.

L’abstract di ogni diffamazione è su sfondo grigio, perciò chi vuole solo leggere le barzellette può saltarne la spiegazione. Quanto alla “pregevole” introduzione morabitiana, tenta anch’essa di risuscitare memi estinti

La scienza del riscaldamento globale antropogenico (AGW) è in agonia, così ridotta da quei ‘pasdaran del clima’ che ne hanno fatto un feticcio ideologico, spingendosi a tramare dietro le quinte per difenderne a tutti i costi i dogmi… Il risultato (di climategate, ndr), più che l’intaccare la scienza, è stata la frantumazione dell’interfaccia fra scienza e politica…

Per l’informatico come per il ragiunatt non esistono i termometri, la politica è quella del barone Turnbull e dell’Istituto Bruno Leoni, e la scienza in salute quella di Steve McIntyre e Ross McKitrick. A difesa dell’Istituto Bruno Leoni, va detto che le sue altre pubblicazioni sono un po’ meno surreali. Insultano i keynesiani quanto Monford & Morabito i climatologi, ma non difendono le tesi di Charles Ponzi Bernard Madoff. Almeno in quelle che ho letto.

Rigore bis
Le Scienze ha scelto di tradurre da Scientific American l’articolo di Michael Lemonick su Judith Curry, dopo che ne erano state rilevate le falsità, applaudite ieri da Climate “un nome una garanzia” Monitor, per cui il giornalista e la direttrice della rivista americana avevano dovuto giustificarsi.

A difesa di Scientific American, nell’originale c’era anche un riquadro con la realtà.
L’Economist si difende da solo.