Panni sporchi arieggiati

I ministri della sanità di 33 paesi hanno dirottato almeno 34 milioni di dollari dai finanziamenti ricevuti dal Fondo Globale contro l’AIDS, la tuberculosi e la malaria.

Vendevano i farmaci ricevuti al mercato nero, prelevavano direttamente dalla cassa e mandavano in cambio falsi giustificativi di spesa, o sbagliavano i conti. I paesi donatori, Germania e Svezia che sono fra i più generosi, stanno “esaminando se rinnovare le donazioni” nel 2011. Michel Kazatchkine, il direttore generale del Fondo, scrive:

Il Fondo si è impegnato a mantenere i migliori criteri di trasparenza e rendicontazione, in ogni caso di abuso delle nostre risorse ha agito con forza e rapidità, sospeso i finanziamenti e richiesto il rimborso delle somme sottratte.

E’ vero che sono stati gli ispettori del Fondo a scoprire gli ammanchi e non tutti gli “errori contabili” saranno stati in mala fede. Però chi sono i ministri ladri oltre a quelli di Mali, Djibouti, Somalia, Mauritania e Zambia sotto processo in patria? Finché non ne sono informate, le Ong che partecipano direttamente o indirettamente al programma, sono costrette a diffidare di 145 ministri, quanti sono i paesi assistiti.

Hungercrat

Il Fondo per lo sviluppo agricolo (IFAD) dell’Onu, con sede a Roma, ha per missione di aiutare i contadini dei paesi poveri, con prestiti e piccoli finanziamenti. Dall’aprile 2009 il direttore generale è un entomologo nigeriano, Felix Kanayo Nwanze. Oltre a uno stipendio ignoto ma pari a quello del suo omologo alla FAO, il ben retribuito e duraturo Jacques Diouf, riceve 50 mila euro per spese di rappresentanza e fino a pochi mesi fa abitava con la moglie e i due figli in una villa con parco sull’Appia Antica, pagata dall’IFAD 300 mila euro all’anno, manutenzioni comprese.

Dopo le proteste ha traslocato in una villa più modesta, a 10 mila euro più spese imprecisate. Già 10 mila sarebbero l’equivalente di un anno di esperimenti sul campo con la partecipazione dei contadini, per testare le sementi per le terre aride che Salvatore Ceccarelli sviluppa all’Icarda, altro giro ma sempre sotto l’egida dell’Onu. Lui, i soldi fatica a trovarli, gli rimproverano che sono troppo pochi e alla fine passaggi e i controlli burocratici costano più del grant.

La buona notizia è che pochi anni fa, lussi e appropriazioni abusive sembravano normali e ora c’è più gente che non ci sta, grazie.

Serial retractor

La professoressa Silvia Bulfone-Paus è retribuita per dirigere il Centro ricerca di Borstel, in Germania, quindi per controllare il lavoro dei suoi collaboratori, e se sono dottorandi mandati dalle università di Kiel o di Lubecca per seguirne i corsi oltre che preparare la tesi. Ha appena ritrattato un altro articolo firmato insieme a Elena Bulanova e Vadim Budagian, due dottorandi i quali avevano ritoccato con Photoshop micrografie di proteine. E’ il sesto tra quelli usciti tra il 2001 e il 2009 e ritrattato in pochi mesi. Forse dovrebbe rimborsare nove anni di stipendio.

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Altri whistle-blower da ringraziare.