Medicina (non) alternativa

hypnosis
Oggi il Corriere vanta un’altra cura miracolistica per la quale alcuni pretendono ricerche come per la “cura” Di Bella. Servono ricerche per curare l’amnesia.

Càpito su “Sei ipnotizzabile? Lo rivela il tuo colore preferito“, non una bufala, solo una notizia un po’ rafferma: la messa a punto della “ruota di Manchester”, con i colori “umorali” per capire la probabilità che un paziente risponda all’ipnosi è stata pubblicata da Helen Carruthers et al. un anno fa. E due mesi fa il secondo esperimento, a conferma del primo con la ruota.

Vista la baraonda sull’omeopatia tuttora in corso a Oggi Scienza anche grazie alla profilassi dell’omeopata veggente Alberto Marchetti sulla Stampa (vedi post di ieri), mi sembra un buon esempio. Fa vedere la differenza tra riviste come BMC Medical Research Methodology o BMC Complementary and Alternative Medicine e quella consultata da Marc Abrahams, del premio Ig Nobel, per un articolo sul Guardian su dove comprare uranio e plutonio omeopatico. Solo che i siti internet dai quali rifornirsi non danno “indicazioni terapeutiche”.

Per averne in merito al plutonio medicinale, occorre andare in Provenza, dove nel 2005 il dott. Ramon Frendo stilò una delle rare monografie esistenti sull’argomento. Pubblicata nella Revue Belge d’Homœopathie, descrive due pazienti curati dal dott. Frendo con plutonio nit.: una donna di 59 anni che soffriva di allucinazioni e “sognava squali” e l’altra di 39 anni che “odiava la madre, ma non riusciva a lasciarla” e aveva “anche sogni di squali”.
L’anno prima il dott. Frendo aveva pubblicato sulla stessa rivista uno studio intitolato “Guano” il quale, forse per il fascino dell’articolo sul plutonio, non sembra più godere della meritata attenzione.

Anche se il Corriere casca dalle nuvole e confonde il colore preferito (azzurro) con quello umorale predittivo (giallo), l’ipnosi non è più “alternativa” da decenni. Da mezzo secolo si sa che è un stato normale, vigile e per niente sottomesso indotto dalla concentrazione, durante il quale le percezioni sensoriali non visive sono attutite (da ragazzina non ero mica sorda, ma se leggevo qualcosa di appassionante non sentivo il telefono e facevo spaventare mia nonna).

Solo che le  sceneggiate di Mesmer col magnetismo animale e quelle di Charcot con pazienti giovani e se possibile carine a beneficio di disegnatori e giornali scandalistici, le hanno fatto una pessima reputazione. Ha faticato a riprendersi: le prima scale Stanford sono degli anni ’50 ma ci sono voluti esperimenti a catena per capire che il 95% delle persone è poco o mediamente influenzabile, e che tutte conservano la stessa sensibilità negli anni.

Oltre allo stimolo d’induzione tipo quello sopra, ci vuole un senso di necessità altrimenti i pazienti si distraggono, diceva William Ray della Penn State, uno psicologo che la somministra come placebo, in alternanza a una dose di analgesici, ansiolitici, sonniferi ecc. per ridurne gli effetti collaterali. Deve aver ragione.

Non sono sorda neanche adesso, ma l’ipnosi da lettura mi s’è affievolita da matti. Sento il bip “conferenza” del cell anche se viene dalla giacca appesa nell’armadio in camera da letto. Forse le mie letture sono meno appassionanti.