Letture di stagione

Jarret_de_Veau_aux_Pleurotes
Il progetto europeo Explaning Religion (ExRel) ha concluso i primi tre anni (tappe qui), in autunno inizierà la seconda tranche con ricerche da decidere in base ai risultati di esperimenti e alle informazioni raccolte in data-base di rituali e pratiche varie. L’Economist supplisce alle scarse informazioni sul sito con un sunto dei nuovi papers* di Nicolas Baumard et al. e di Harvey Whitehouse (et al.) il principal investigator di ExRel.

Hanno trovato alcuni universali, per esempio la credenza implicita o esplicita di essere sorvegliato da un essere immateriale; l’iniziazione come legame fra adolescenti di uno stesso gruppo sociale, tanto più robusto quanto è stata dolorosa l’esperienza. La religione è fatta dagli uomini per gli uomini, anche per gli antropologi e gli psicologi di ExRel le donne non contano.

* Non ci sono le fonti, ma dovrebbero essere Surveillance cues enhance moral condemnation e The cultural morphospace of ritual form. Parecchi ricercatori di ExCel scrivono su Cognition and Culture, blog sperberiano sconsigliato ai credenti.

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Giornata della Terra
Non fosse che per mandare in bestia i soliti pro-inquinamento, metto il link al WWF per chi vuol fare una cosa pulita.
A proposito.
I pannolini lavabili consumano acqua e detersivi, e nelle discariche quelli usa e getta – a base di cellulosa mista a polietilene, polipropilene ecc. – ci mettono da uno a due secoli a disintegrarsi. Sull’ultimo Waste Management Rosa María Espinosa-Valdemar, Sylvie Turpin-Marion, Irma Delfín-Alcalá e Alethia Vázquez-Morillas, dell’UNAM a Città del Messico, pubblicano una ricerca magnifica.

La materia prima dei pannolini viene dagli alberi, quindi per gli esperimenti hanno scelto gli orecchioni (Pleurotus ostreatus) che prosperano sui tronchi e sono già utilizzati per biodegradare la paglia, gli scarti di lavorazione del caffè ecc.

Dopo 68 giorni sono state misurate la riduzione della massa dei pannolini (passati al vapore per sterilizzarli e stracciati, ndr) e la produttività dei funghi. Il peso e il volume del materiale degradabile era ridotto fino al 90%,  il contenuto di cellulosa del 50% e di lignina del 47%.

Dopo 120 giorni non restava più niente. Anche se per via del regolamento sanitario dell’università erano soltanto pannolini all’urina, l’altro tipo di evacuato non dovrebbe cambiare il risultato. Oltre a essere bei grossi, i funghi erano privi di patogeni umani, avevano un tenore di proteine uguale a quelli cresciuti sulla paglia – il gruppo di controllo –  come quelli in commercio, e lo stesso sapore secondo le ricercatrici che li hanno saltati in padella prima della degustazione. Concludono:

La presente ricerca indica che coltivare P. ostreatus su pannolini usa e getta potrebbe essere una buona alternativa a due problemi attuali: la riduzione dei rifiuti solidi urbani e la disponibilità di fonti alimentari ad alto tenore di proteine.

Ricetta con patate e jarret de veau nella foto sopra.