BigOil contro Greenpeace

Regalo della Texaco, ora Chevron, all’Ecuador…

I portavoce di Big Oil & Carbon sono scioccati dal futuro cautamente roseo delineato per le energie rinnovabili nel rapporto compilato dal Gruppo di lavoro III dell’IPCC: neanche un disastro ambientale e sanitario previsto tipo quello delle miniere di carbone a cielo aperto degli Appalachi o del pozzo fatto al risparmio che riversa milioni di tonnellate di greggio nel golfo del Messico.

Non è giusto.

Oltretutto fra i circa 300 (grazie Riccardo) autori c’è Sven Teske, senior expert di rinnovabili a Greenpeace International, l’ingegnere che ha controllato un centinaio di progetti realizzati da governi e Ong in tutto il mondo. Che da anni coordina decine di scenari energetici elaborati con noti centri di ricerca. Uno competente insomma.

Vergogna, urlano i bigoilisti, Sven Teske è uno dei principali autori del capitolo 10 in cui viene riportata una proiezione di Energy (R)evolution 2010 che sarebbe un volantino di Greenpeace.

E’ intollerabile, Teske non è indicato come  dipendente di Greenpeace (imparare a leggere no?), l’hanno chiamato a “rivedere e promuovere il proprio lavoro di campaigning” (rivisto da questi), dice Steve McIntyre, consulente di industrie minerarie;  è “una gaffe di proporzioni stravolgenti”, una “violazione dell’etica”, dice l’amato Watts applaudito da M. Morabito che promuove l’etica di Silvio Berlusconi.

Sui tre autori dipendenti della Chevron, nulla da ridire ovviamente.