Cause non ancora perse


Su Nature, Mitchell Waldrop cerca di prevedere il futuro dell’Istituto per la ricerca di intelligenza extra-terrestre (SETI), rimasto senza sponsor e con l’Allen Telescope Array chiuso da aprile per mancanza di finanziamenti. Cinquant’ anni a tendere l’orecchio nelle onde radio e ancora nessuna trasmissione aliena, ma SETI non rinuncia: ha aperto una sottoscrizione.

“Una gran ciotola di ciliege”
C’è un editoriale e un articolo a proposito dell’istituto bigoilista Heartland e dell’NPCC, il rapporto non IPCC nel quale valuta a modo suo le ricerche sul clima. R. Pielke Jr lo giudica “a big fat bowl of cherries”, ma ritiene sia colpa dell’IPCC che non si sofferma abbastanza sulle incertezze e le lascia come appigli ai sedicenti “scettici”. Speriamo i governi continuino a chiedere all’IPCC una rassegna delle ricerche valide, non un’esposizione delle incertezze in tutte le discipline coinvolte negli studi su probabili cause ed effetti dei cambiamenti climatici, o il prossimo rapporto avrà 30 mila pagine.

Giudizio di Jeff Tollefson:

Composto da Joe Bast e poche decine di colleghi, l’NIPCC scava nella letteratura in cerca di frammenti di prove (evidence) contrarie e dubbi, spesso il tipo di incertezze che gli scienziati riconoscono già nelle proprie pubblicazioni. L’NIPCC ignora inoltre montagne di prove sugli effetti negativi del riscaldamento globale e intesse con sicurezza una storia che fa sembrare del tutto benefiche le concentrazioni crescenti di CO2.

Fred Singer non è mai citato, chissà come ci sarà rimasto male. Nemmeno l’illustre prof. Battaglia, d’altronde. Bast si dice certo che pubblicazioni come Nature e istituzioni come l’PCC rappresentino una minoranza sempre più rintanata in trincea, ma

Quando l’NIPCC ha pubblicato il suo ultimo rapporto, la maggior parte degli scienziati non ci ha badato o l’ha respinto per intero. (…)

Stesso tema, altre fonti
– il responsabile del Bureau of Ocean Energy Management per l’Alaska ha sospeso il biologo marino Charles Monnett per una ricerca del 2005 sgradita a Big Oil e all’NIPCC;
– Evolving the IPCC,  o il tentativo di fare le nozze con i fichi secchi, su Nature Climate Change;
– la Climate Research Unit ha pubblicato anche i pochi dati che erano di proprietà di altri paesi, o di enti che li vendono. Il 60% non ha risposto alla sua richiesta di autorizzazione, chi tace ecc.; Trinidad e Tobago e la Polonia hanno detto di no. L’università ha deciso di pubblicare lo stesso quelli di Trinidad e Tobago ma non della Polonia al cui governo gli “scettici” sono pregati di chiederli. Rif. anche Realclimate.

Tornando a Nature, c’è un paper sul carbonio rilasciato da un incendio del 2007 nella tundra artica, in Alaska,

un bioma in cui gli incendi erano quasi inesistenti dall’inizio dell’Olocene, ma la loro frequenza ed estensione aumentano probabilmente in risposta al riscaldamento globale.

I giornali parlano dell’antenato (forse) dell’Archeopteryx, bel fossile in effetti, ma era da parecchio che si aspettava uno scrollone alla genealogia aviaria.

Trovo più sorprendente questo sull’energia delle onde coronali del Sole (ottima introduzione). E la sua bibliografia. Non sapevo che erano usciti tanti paper in merito negli ultimi tempi, dovrei guardare più spesso Solar Physics e come sono fatti i modelli.

Coincidenza
Sul treno da Trieste ho finito Freedom di Franzen e Science esce con uno speciale sulla popolazione.