Su Nature escono finalmente i risultati dell’esperimento CLOUD condotto da Jasper Kirkby al Cern, con autori diversi rispetto al bilancio fallimentare, uscito l’anno scorso, di quelli tentati nella prima camera a nebbia collegata al sincrotrone.
Per chi s’è perso l’inizio
Cloud era stato concepito da Jasper Kirkby e Henrik Svensmark per verificare la tesi, loro, di Climate Monitor, NIA et al., secondo la quale i raggi cosmici galattici poi detti raga per non confonderli con quelli del Sole trovati da Pamela che vi dicevo l’altra settimana….
I raga, ricomincio, arrivano meno abbondanti in atmosfera quando aumenta il magnetismo o vento solare, per cui non aiuterebbero più la formazione di nubi basse, cioè gli aerosol a fare da nuclei di condensazione del vapore acqueo. La conseguente scarsità di nubi basse causerebbe la quasi totalità del presente riscaldamento globale. Morale: è il Sole a regolare il clima, le nostre emissioni di gas serra gli fanno come Rosina.
Primo quod est demonstrandum:
I raga sono determinanti per la formazione delle nuvole basse. Mica di quelle alte come sostengono gli incapaci tipo Jim Hansen e C. Dal titolo del paper, s’intuisce un certo riduzionismo:
Ruolo dell’acido solforico, dell’ammoniaca e dei raggi cosmici galattici nella nucleazione degli aerosol atmosferici.
Per non sembrare quella dell’avevo detto io, traduco:
Troviamo che con un tasso di ammoniaca atmosfericamente rilevante di 100 parti per migliaia di miliardi per volume, o meno, il tasso di nucleazione delle particelle di acido solforico aumenta da cento a mille volte [conferma]. Misure molecolari a intervalli di tempo molto ravvicinato rivelano che la nucleazione procede con un meccanismo di stabilizzazione delle basi che coinvolge l’accrescimento scalare delle molecole di ammoniaca [ri-conferma]. Gli ioni aumentano il tasso di nucleazione di un fattore addizionale tra 2 e più di 10 [sui margini d’incertezza, vedi sotto] al livello al suolo di intensità dei raggi cosmici galattici, a condizione che detto tasso sia inferiore a quello che limita la produzione di ioni accoppiati [ri-ri-conferma, vedi link sopra e sotto.]
Colossale sorpresa, chissà Mario Molina quando legge Nature domani. E ce ne sono altre:
Troviamo che la nucleazione binaria indotta da ioni di H2SO4–H2O può avvenire nella media troposfera – tra 2.000 e 6.000 metri di quota, ndr – e ma è trascurabile allo strato limite [dai 2.000 metri in giù].
Ma come “trascurabile”?!? Eh sì, signora mia…
Malgrado il cospicuo tasso di aumento dovuto all’ammoniaca, le concentrazioni di ammoniaca e di acido solforico sono insufficienti per dare conto della nucleazione osservata in detto strato [nel mondo reale è da dieci a mille volte superiore, qualcos’altro dovrà pur causarla…].
Contro-QED, compagni
Non sono i raga a formare le nubi basse. D’altronde se uno comincia togliendo tutto meno il vapore d’acqua (distillata), l’ozono, l’ammoniaca e l’acido solforico – senza riuscirci tra l’altro, l’azoto salta fuori in continuazione – non può pretendere un’atmosfera realistica. Altro problemino:
La stima per l’incertezza sperimentale complessiva sul [H2SO4] misurato dal CIMS – uno spettrometro di massa, ndr – è di circa 50% +/-100%, sulla base di tre misure indipendenti… La stima per l’incertezza complessiva sul tasso di miscelazione della NH3 è di circa 50% +/-100%.
A parte i grafici a colori e una valanga di dettagli sui protocolli e le apparecchiature – queste meritano, l’ho fatta breve ma il CIMS per es. non è uno spettrometro di massa qualunque – non è cambiato niente. Resta il fatto che il flusso dei raga è +/- lo stesso da quando son nata e non è neppure correlato in positivo o in negativo con le temperature. Se la prossima volta quelli di Cloud sentono Jim Hansen e C., magari trovano qualcosa che migliora i modelli climatici.
Anche prima di essere smentita da Cloud, la “teoria di Svensmark” sbagliava persino a prevedere il passato recente. Geoff Brumfiel che a Nature copre gli acceleratori, glissa da persona ben educata.
Ve l’avevo detto io, e anche Steph, e anche Gavin Schmidt che fa le fusa.