Miniciclot. 21.11.2011

Orecchietti di pop. net,

domattina avrò la testa già a Roma per la conferenza delle donne afgane e Action Aid che facciamo martedì, cercherò di concentrarmi…

Giovedì scorso, l’Ipcc ha pubblicato il sunto del suo prossimo

Special Report on Managing the Risks of Extreme Events and Disasters to Advance Climate Change Adaptation

che quantifica le probabilità di guai climatici suddivise per grandi regioni. I giornali ne hanno parlato perché è vero che le probabilità sono alte, ma c’è anche scritto:

Non è possibile attribuire in maniera affidabile alla variazione naturale del clima o a quella prodotta da attività umane  la tendenza a lungo termine delle perdite economiche dovute a disastri meteo.

Domenica prossima, si apre il vertice sul clima di Durban, a molti governi i disastri stanno costando l’iradiddio e quindi hanno chiesto agli scienziati modelli di previsione per alluvioni, cicloni, ondate di calore, siccità ecc. Ma per derivare dei modelli meteo su scala locale da modelli climatici globali ci vorranno anni.

Come scrivevano Mike Hulme et al. su Science, non è (ancora) il caso di usare l “attribuzione probabilistica” a variazioni naturali o antropiche nei negoziati ed eventuali finanziamenti. Farlo significa

collocare la modellizzazione del clima al cuore delle decisioni politiche sull’adattamento, a scapito sia della scienza che della politica, e questo non accelera le decisioni.

Mike Hulme è sempre scettico sui modelli, in questo caso non è il solo.

Piccola notizia dal tunnel
Aggiornamento sulla velocità dei neutrini  fra il CERN e il Gran Sasso. Le nuove misure hanno eliminato il dubbio su una sincronizzazione approssimata. Riducono di 2 nanosecondi il risultato precedente (v > di 58 ns, invece di 60 rispetto quella della luce), quindi è una conferma, ma non è detto che l’esperimento OPERA al Gran Sasso non abbia un errore sistematico nascosto in qualche strumento. Dettagli qui.

Grossa notizia dal CERN
L’esperimento LHCb si chiama così perché doveva studiare la sorte dei quark beauty nel collisore LHC, ma il rilevatore è strepitoso e i ricercatori si sono allargati…

A una conferenza a Parigi, il coordinatore Pierluigi Campana ha detto che hanno misurato nei quark charm una violazione della simmetria CP. Due proprietà, la parità e la coniugazione di carica, che sono uguali ma di segno contrario nelle particelle di materia e di antimateria, in questo caso quelle prodotte dal decadimento di un quark charm e di un altro chiamato up.

La simmetria era violata nello 0,8% dei casi, invece che nell’1 per mille previsto dalla teoria. In attesa di conferma –  come sempre – i teorici fanno già i salti di gioia all’idea che per spiegarlo potrebbe servire “fisica nuova”.

Fisica non nuova, ma sempre valida
Se non l’avete già visto andate a vedere l’ITIS Galileo, al teatro Strehler di Milano fino al 27. Marco Paolini è eccezionale, ma non pensavo che riuscisse a far ridere tanto con la relatività galileiana.