All’attenzione dell’ Università di Pisa,
Ecco la lettera inviata da scienziati britannici al Museo di Storia Naturale, quale coordinatore di una ricerca quadriennale (2008-2012) finanziata con 5,19 milioni di euro dal 7° programma quadro della Commissione Europea, alla quale partecipa il Dipartimento di Scienze dell’Uomo e dell’Ambiente (link miei).
È straordinario, ma vero, che uno dei nostri grandi musei nazionali, sta coordinando un’attività che viola la legge. Il museo è quello di storia naturale, che collabora ad una ricerca con un’azienda israeliana situata in una colonia illegale nei Territori occupati palestinesi.
L’azienda è la Ahava/Dead Sea Laboratories che produce cosmetici con il fango prelevato dalle rive del Mar Morto. Ahava/DSL sta a Mitzpe Shalem, una colonia a 10km oltre la Linea Verde. La collaborazione con il Museo rientra nel progetto NanoReTox, finanziato dall’Unione Europea, cui partecipano il Kings College di Londra, l’Imperial College e altre istituzioni.
Ahava/DSL estrae, raffina ed esporta risorse palestinesi, per generare profitti che finanziano una colonia illegale. Secondo la Corte internazionale di giustizia, le colonie israeliane violano il diritto internazionale, come può essere il caso delle organizzazioni che le sostengono e favoreggiano. Ci sembra quasi inconcepibile che un’istituzione del livello del Museo di storia naturale si sia messa in questa situazione.
Chiediamo al Museo di prendere misure per porre fine immediatamente al proprio coinvolgimento in Nanoretox e per tutelarsi da simili coinvolgimenti.
Per i danni recati “all’Uomo”, il Dipartimento può informarsi da CodePink (Women for Peace) e da Who Profits (Israeli Coalition Women For Peace).