Papier Q

In caso di dubbi sul titolo: foto.

Sono Massimo Antonelli, sono il presidente eletto della Società italiana di terapia intensiva e anestesia, e siedo nel consiglio direttivo della società europea.

M. Antonelli è anche professore al Policlinico universitario Agostino Gemelli e all’università del Sacro Cuore, Roma, nonché uno degli autori dell’articolo uscito nel 2010 sul Journal of Clinical Monitoring and Computing di cui numerosi paragrafi sono presi dall’articolo di Marya Zilberberg et al., dell’università del Massachusetts, uscito nel 2009 su un’altra rivista.
Un commento su Retraction Watch riassume la situazione:

Casi di plagio come questi fanno carta igienica degli accordi sul trasferimento di copyright…

e dell’articolo di seconda mano.

Sanzioni per aver violato l’accordo? Nessuna all’apparenza. Ritiro quanto ho detto. La carta igienica almeno un uso ce l’ha.

Per l’articolo di seconda mano, dipende.

Ogni rivista di buona reputazione costringe gli autori a dichiarare per iscritto che il loro lavoro è originale.

Il gruppo Springer ha adottato le norme COPE che prevedono il ritiro dell’articolo in caso di plagio, ma ai solleciti di Marya Zilberberg iniziati il 6 gennaio scorso, il responsabile ha risposto il 5 marzo:

In line then with the usual Springer policy, we have offered him [il primo autore]  the opportunity to write an erratum to the paper to this effect which will then be published.

Un po’ la “policy” delle riviste predone create da businessmen nigeriani per aiutare ricercatori a far carriera riciclando la refurtiva.

Par condicio 
Dopo l’elogio del gruppo Springer, tocca al gruppo Wiley che altrimenti s’offende. Faute de temps, per le scopiazzature e gli strafalcioni che il prof. Wegman e la dott. Said fanno sparire da tre articoli – uno contro Michael Mann – usciti sulla rivista di cui sono capi-redattori, rimando a Deep Climate.
Su come hanno violato le regole della propria università senza che questa ci vedesse niente di male, rimando a John Mashey.