Da un vicino, intanto

Insieme a Sherry Rowland, Steph ricorda Norbert Untersteiner, “Re dell’Artico”. Altri ritratti al Polar Science Center e all’università del Washington; e ultimo articolo l’anno scorso, insieme a Ron Kwok, sull’assottigliamento dei ghiacci artici.

Claudio Costa ripete con frenesia da Steph gli stessi commenti logorroici, piagnistei, cantonate climatiche e derive zootecniche. Incolla pure gran parte di un suo post da Climate Monitor. Dopo gli strafalcioni di rito, conclude con un volo pindaro-battagliesco:

andare a ridurre le emissioni, bloccando lo sviluppo, avendo costi enormi, per ottenere una mitigazione di qualche centesimo di grado dimostrata da nessuno tra l’altro è davvero una follia collettiva a cui bisogna porre fine quanto prima, perchè è solo dannosa sia dal punto di vista economico che ambientale, vedi bioenergie e pannelli solari cinesi inefficienti e fatti con il carbone sporco. A dire il vero dopo Durban appare evidente che a questa ecotrappola ha abboccato solo l’Europa.

Non solo l’Europa, per fortuna. Il crescendo di emissioni auspicato da C. Costa sta “bloccando lo sviluppo, avendo costi mostruosi” nei paesi più poveri e popolati del mondo.

Ufficiale (non in open access…) la bozza .
La serie delle temperature HadCrut è stata aggiornata. L’anno 2010 risulta più caldo del 1998 e il più caldo dal 1850. I soliti bigoilisti Watts, D’Aleo, Milloy cercano di truccare i dati, ma – felice ricaduta di Climategate, Phil Jones l’ha spuntata – sono pubblici e il trucco lo possono vedere tutti.