Vexata quaestio


Ospito volentieri la seconda lettera di A. Guglielmi, sebbene la prima non abbia ottenuto risposte.

Caro Fabio Cardone,
come lei probabilmente ricorda, un paio di mesi fa avevo chiesto a lei  e ai suoi colleghi delucidazioni sull’esperimento del decadimento piezonucleare del torio, che è stato pesantemente contestato da due gruppi e (almeno apparentemente) non verificato da nessun altro gruppo. Purtroppo non ho ricevuto una risposta da lei, ma i suoi colleghi hanno confermato che le perplessità sono giustificate.

Oggi leggo nella sua lettera aperta indirizzata a Nikola Duper le  seguenti affermazioni:

Ma in tutte queste presunte polemiche sulle persone la vera materia  del contendere, del contrasto, insomma la “vexata quaestio” è la scoperta di una teoria e di un suo fenomeno entrambi sorprendenti e  sconvolgenti. È una scoperta scomoda, per dirla in parole povere, ma  quel che è peggio verificata da molti forse da troppi. […] Capisco umanamente che la cosa più sgradita tanto ai dogmatici quanto agli eretici, come i fusionisti freddi, sia il fatto che questa scoperta  abbia ricevuto tutti i riconoscimenti ufficiali di pubblicazione e brevettazione da enti e riviste accreditati a livello internazionale.
Infatti tale scoperta è materia di fisica e non è materia di fede. Come ben sanno tutti gli scienziati che in tutto il mondo da anni verificano e vedono la stessa scoperta e la testimoniano con le loro pubblicazioni internazionali fatte a norma di scienza.´

Vorrei chiederle se cortesemente può indicare in maniera chiara e  completa a quale scoperta si riferisce e quali `pubblicazioni  internazionali a norma di scienza´ l’hanno verificata.

Se la teoria a cui si riferisce è quella del suo testo Deformed  Spacetime, devo constatare che Google Scholar gli attribuisce solo cinque citazioni da autori esterni al suo gruppo, quattro delle quali sono delle critiche feroci e una è contenuta in un libro di filosofia, che non sembra quindi possa rappresentare alcuna verifica sperimentale.
Spero che lei non consideri la mia domanda, che indubbiamente è aggressiva, come un attacco personale. Lei sa meglio di me che il metodo scientifico ha degli aspetti forse sgradevoli ma necessari al raggiungimento della totale chiarezza che tutti desideriamo. Spero infatti che lei possa avere una risposta.

C’è almeno un’altra domanda cui io penso lei dovrebbe rispondere al più presto, sempre nell’interesse della chiarezza. È stato fatto notare (non da me) che lei non sembra essere professore di alcuna università italiana. Per cui le chiedo, il suo titolo di professore le deriva forse da una cattedra di scuola media? Non creda che mi faccia piacere farle questa domanda.
Con lealtà e cordialmente,
Alessio Guglielmi