Going, going…

Dal 2007 pseudo-scettici e bigoilisti accusano il IV rapporto IPCC di allarmismo e ripetono che i ghiacci artici stanno ricrescendo. In realtà, sono sotto il margine d’incertezza. “Daniel” ne ha mappato il volume – dei ghiacci, spiritosi! – medio decennale dal 1980 a oggi su una griglia polare. E come da tradizione, sono ripartite le scommesse sul minimo di settembre.

Tamino prevede 4,45 milioni di km2, meno dell’anno scorso ma meglio che nel 2007. Lo ha calcolato a partire da una perdita media di 150.000 km2  all’anno e del 76% del volume dal 1980 in poi, e dalle anomalie annuali. Ma queste sembrano dar ragione al lagomorfo. Rendono poco predittive le estrapolazioni statistiche perché il declino dei ghiacci ha cambiato il regime meteorologico, aumentato l’ampiezza delle variazioni e dell’incertezza.

Una conferma di quanto dice l’Economist sui pericoli che superano le opportunità.

Per mostrare gli effetti secondari dell’amplificazione artica fino alle medie latitudini nord,  il lagomorfo posta il video di Jennifer Francis, la prima autrice di questo paper. Ne fa anche la divulgazione; bene, trovo, come da principio di Steven Schneider sull’equilibrio tra onestà ed efficacia.

Per gli aggiornamenti
– sull’Artico vedi Neven dal quale ho preso la foto;
– sui rischi da rilascio del metano, Real Climate;
– sul confronto tra le solite panzane su Jim Hansen et al. 1988 e la realtà; dana1981 da Skeptical Science;
– sull’umidità del suolo, l’ESA pubblica i dati satellitari, grezzi, per chi vuol calcolare il trend;
– sull’ideologia, l’alfabetismo scientifico e la percezione dei rischi climatici come da paper di Kahan et al., ancora Skeptical Science
– sul double-check della mazza da hockey nell’emisfero sud, vedi Retraction watch. In sintesi: gli autori si sono accorti di non aver filtrato (detrended) uno spezzone di dati. Sotto due commenti esilaranti del pio portavoce di Forza Gnocc’-UK.

Ussignur
Su Nature un trio di nutrizionisti danesi correla gli aumenti dell’obesità e della concentrazione atmosferica di CO2. Il ragionamento fila, vale anche per altri animali, ma per fortuna gli autori sono i primi a dire che è un po’ una provocazione. Chissà un giorno se quel dato in più incrociato con altri…

Nel frattempo la gatta della dirimpettaia è obesa perché non le razionano le crocchette.