Nature pubblica
– uno speciale sul gusto che spazia dalla biologia evoluzionista alle ricette del futuro, un banchetto gratis;
– in tema e in copertina, una ricerca strepitosa di Julie Dunne, Silvia Bruni della Statale, Stefano Biagetti e Savinio di Lernia della Sapienza et al. sulla pastorizia e la produzione di latticini nel Sahara 7.000 anni fa:
la prima evidenza chimica inequivocabile, basata sui valori ?13C e ?13C dei principali acidi alcanoici dei lipidi del latte (e su pitture rupestri, cocci di vasellame, reperti fossili animali ecc. ndr), dell’adozione di pratiche latteo-casearie tra le popolazioni preistoriche del Sahara nel quinto millennio a.C.
– quattro ricerche in genomica del cancro al seno, due gratis, e commento da leggere per primo – aiuta a capire le implicazioni
Per dessert
Anticipato on line, un paper audace scritto da un pivello di Harvard et al. Spiegano come misurare la materia oscura sfruttando il fatto – l’ipotesi – che aveva una velocità diversa rispetto a quella della materia normale (barionica) ai primi tempi dell’universo. La differenza si dovrebbe vedere nella firma “emessa a 21 centimetri” nello spettro dell’idrogeno presente negli aloni nativi di stelle e galassie con redshift 20, circa 180 milioni di anni fa.
Audace, ma si può verificare e senza spendere la peau des fess…:
La sensibilità necessaria per vedere questo segnale si può raggiungere con un tempo di integrazione di mille ore usando uno strumento come il Murchison Widefield Array (in Australia, aggiustabile ed economico, ndr) o il Low Frequency Array però progettato per lavorare nei 50-100 megahertz.
No problem. Il Lofar è ancora in costruzione e deve proprio misurare quella “firma”, a sistemarlo ci vuol poco.