Arretrati

Fig. 1
Oggi Scienza segnala l’appello promosso da ricercatori dell’INFN:

Solidali con il presidente dell’INFN Prof. Fernando Ferroni, sosteniamo il suo impegno nel difendere e garantire l’eccellenza dell’attività di ricerca di tutte le componenti dell’Ente

ecc. da confrontare con questa “mozione di sfiducia“.

Su Nature Biotech è uscito il robot medusoide, figlio di Janna Nawroth et al. del Caltech e Harvard, bio-ingegnerizzato con siliconi e tessuti dei muscoli cardiaci murini. Il risultato è spettacolare. Con gli stessi tessuti, ma umani, potrebbe servire per testare l’attività di farmaci, dicono i genitori.

Da Science:
– continua il processo contro i brevetti della Myriad Genetics sui geni umani. In particolare sulle varianti dei BCRA 1 e 2  che predispongono al cancro al seno, identificate e non brevettate da Mary-Claire King, per l’identikit delle quali Myriad vuole il monopolio. Nell’appello, James Watson arriva alla riscossa. La previsione è che la patata bollente passerà alla Corte Suprema.

“Come funziona la scienza”
– a Hermano Tobia et al. potrebbero interessare il paper originale e quello che ne ha provocato la ritrattazione otto anni dopo (notare gli autori comuni a entrambi) da confrontare con la presunta risposta di A. Carpinteri et al. a obiezioni scientificamente fondate e la loro l’assenza di risposte ad altre obiezioni scientificamente fondate.

Epigenetica (genetica dell’)
Timothy Kelliher e Virginia Walbot, di Stanford, hanno seguito minuto per minuto la generazione di cellule germinali da parte di cellule somatiche nello stame del mais. Ad “attivare” il gene della nuova produzione e rendere il fiore capace di autofecondarsi, scrivono, è il calo dell’ossigeno disponibile all’interno dello stame. In un’ambiente ossidante invece, le cellule si differenziano in altri tessuti.

E’ meno spettacolare della medusa robot, però i dettagli sono stupendi. Ci si sente nei panni della pianta, con le colonne di cellule che si infittiscono finché l’ipossia “avviene spontaneamente” nei tessuti dello stame. Ma perché proprio in quel momento della crescita e non prima o dopo?

Carote e teleconnessioni
Martin Melles e un gruppone diretto da Bernd Wagner hanno estratto circa 2,8 milioni di anni di dati climatici dalle carote raccolte in fondo al lago El’gygytgyn (a fine estate, altrimenti è così), nel circolo polare russo. Confermano/migliorano i risultati preliminari usciti negli ultimi cinque anni, ci sono stati un sacco di picchi interglaciali:

Nelle simulazioni climatiche, quelle condizioni caldissime sono difficili da spiegare solo con gas serra e forzante astronomica: implicano invece l’importanza di retroazioni amplificanti e di influenze venute da lontano. I tempi del riscaldamento delle terre artiche  e quelli delle ritirate della calotta glaciale nel far west antartico implicano una forte connettività inter-emisferica del clima.

A proposito di temperature polari,  Steph ha mantenuto la promessa: spiega l’importanza di certi pini lapponi in dendroclimatologia e il problema della divergenza.

Discriminazioni
A proposito di globalcoolismo, nella terna dei candidati al premio “A qualcuno piace caldo” per la miglior bufala 2011, quelli di Climalteranti hanno escluso il prof.  Franco Battaglia. I suoi fan sono invitati a protestare e i fan altrui a suggerire i propri favoriti, con link al prodotto più meritevole.

4 commenti

  1. @ocasapiens
    L’esempio da lei citato è interessante ed encomiabile, e spero che serva di esempio a molti. Purtroppo chi conosce un po’ gli ambienti accademici sa che la frase più difficile da pronunciare per un ricercatore è “Mi sono sbagliato”. Tutti sbagliamo, ed ammetterlo è indice di correttezza e professionalità; non farlo, quando ve n’è motivo, è indice di ignoranza e disonestà intellettuale.
    Se F&P avessero ammesso subito che i fenomeni da loro trovati sono difficilmente riproducibili e che non c’è nessuna fusione DD a temperatura ambiente, forse la ricerca sulle anomalie (che paiono reali) da loro riscontrate sarebbe stata fatta con più serenità. Allo stesso modo sarebbe bello dall’altra parte si ammettesse che, effettivamente, qualche anomalia da approfondire senza pregiudizi c’è.
    Riguardo a Carpinteri, non sono mai stato particolarmente “tenero” nei commenti (pur stimandolo ed avendo studiato sui suoi libri di scienza delle costruzioni). Se i neutroni ci sono, la conferma dovrebbe venire da repliche indipendenti del suo semplice esperimento. Se tali repliche daranno risultato negativo, valgono le osservazioni di cui sopra. Ho già avuto modo di argomentare che non condivido affatto il suo cenno ad una possibile previsione dei terremoti.
    Per quel che può valere, mi associo all’appello del Presidente INFN.

  2. @H. Tobia
    è facile dire ho sbagliato quando si sbaglia in buona fede.
    Per approfondire le anomalie bisogna riprodurle e quelle di Cardone et al non erano riproducibili. Fine. Invece Carpinteri ha continuato a citare Cardone et al. anche dopo la smentita. Ora continua a sostenere che i suoi dati sono perfetti e non osa pubblicarne le registrazioni.
    L’appello è rivolto da ricercatori ad altri ricercatori.

  3. @ocasapiens
    Non sono ricercatore (faccio l’imprenditore), ma cmq supporto “moralmente” l’appello se si può.
    Non ho seguito molto la vicenda di Cardone, e soprattutto non faccio il difensore di chiunque si occupi di LENR, semplicemente penso che ci siano anomalie, che hanno una riproducibilità adeguata anche se non totale, che andrebbero approfondite. Tutto qua. Se poi si riveleranno di origine nota (come dice Giancarlo), sarà comunque un risultato.
    Una delle poche cose che ho imparato nel breve periodo della mia vita in cui ho fatto ricerca (in ambito ingegneristico) è che un risultato negativo è comunque da apprezzare, e che non va nascosto: evita che altri ci perdano tempo. Allo stesso modo invece, a mio modesto parere, è però un errore molto grave ignorare i dati che non si sanno spiegare, anche se non sempre riproducibili.
    Se Cardone e/o Carpinteri hanno sbagliato e non risponderanno in tempo utile, verranno sbugiardati, come lo è stato Taleyrkan e come tanti altri che, in tutti i campi della scienza si sono comportati in maniera disonesta.
    Visto che in questo articolo si è fatta una rassegna di argomenti interessanti, mi permetto di aggiungerne uno io: le nanoparticelle non si usano solo nelle LENR, ma anche in ambiti diversi, con risultati promettenti:
    http://www.gizmocrazed.com/2012/07/hepatitis-c-can-now-be-totally-cured-by-new-nanoparticle/

  4. @H. Tobia
    Certo che si può, per una volta qualcuno dice di fidarsi dei propri dirigenti!
    Infatti penso che Travis Anderson e gli altri abbiano capito risolto il problema di otto anni fa.
    Le vicende sono legate; sul piezo nucleare Carpinter ha sempre pubblicato con Cardone fino al dicembre 2011, ma nessuno dei due risponde alle obiezioni.

I commenti sono chiusi.