Sì, risponde Climate Monitor

Guido Botteri, collaboratore della prestigiosa testata diretta dal ten. col. Guidi, prevedeva che Fakegate sarebbe stato il chiodo finale nella bara dei warmisti in un post dal titolo speranzoso: This is the end. Oggi scrive tuttora speranzoso in un commento o.t.

Non tutti sono d’accordo che il 97% degli scienziati credano nell’AGW:

(segue link al post di James Taylor “Peer-Reviewed Survey Finds Majority Of Scientists Skeptical Of Global Warming Crisis” sul sito di Forbes)

parlando con varie persone, ho notato che molti siano convinti che la totalità degli scienziati concordino sull’AGW, NESSUN climatologo escluso
Quando gli fai qualche nome dei tanti che invece sono scettici, partono con la denigrazione, pagati dai petrolieri…

Come tutti sanno, meno Guido Botteri, il 90% degli scienziati che fanno ricerca e il 97% di quelli che fanno ricerca sul clima dicono che l’AGW è confermato dai dati, e James Taylor è managing editor dello Heartland, pagato da Big Oil (& Tobacco).

Cerca di guadagnarsi la pagnotta anche questa volta spacciando per un “sondaggio di scienziati” un paper uscito su Organization Studies, una rivista di studi aziendali.

It is becoming clear that not only do many scientists dispute the asserted global warming crisis, but these skeptical scientists may indeed form a scientific consensus.

Diversamente da Guido Botteri, i lettori di Forbes non ci cascano. Le autrici del paper sbugiardano Taylor in un modo educato ma chiaro, altri sono meno cortesi:

Never mind James. Just noticed your Heartland connection. You could probably get in trouble there for knowing facts, let alone using them.

Seguito da questo consiglio:

Maybe go back to law, or try comedy. Journalism is just not your thing…

Firmato con nome e cognome, come il seguente:

More like prostitution.

Or more like this?

“Denigrazione”
Nel paper “Science or Science Fiction? Professional’s Discursive Construction of Climate Change”, chiaro già dal titolo, Lianne Lefsrud e Renate Meyer analizzano le risposte a un questionario compilato cinque anni fa da 1.077 ingegneri e geologi canadesi dell’APEGA, pagati da Big Oil in quanto dipendenti, dirigenti o consulenti di Big Oil nell’Alberta.

Le autrici distinguono le categorie mentali (frames) con le quali i “professionisti” parlano del riscaldamento globale e del protocollo di Kyoto. Semplificando, le risposte sono realistiche, cospirazioniste e fataliste:
– per il 36% il ris glob esiste, il prot di Kyoto ci vuole; per un 5% la causa è metà umana metà della natura, ma bisogna regolamentare i gas serra lo stesso, che fanno 41%;
– per il 24% – principalmente dirigenti maschi, bianchi, anziani – il risc glob è naturale e innocuo, gli scienziati sono inetti e corrotti, gli ambientalisti dei cospiratori isterici ecc.; un 10% ritiene che regolamentare i gas serra equivale a distruggere il capitalismo; totale un 34% decisamente anti-Kyoto;
– per il 17%, c’è poco da fidarsi dei modelli climatici, comunque la frittata è fatta, Kyoto “è troppo poco, troppo tardi”.
Guido Botteri and Climate Monitor still believe in  Heartland Institute – salvo quando dichiara di essere pagato da Big Oil.

Il nuovo rapporto dell’UNEP che raccomanda, tra altre cose, di dimezzare i consumi di carne nei paesi ricchi farà venire le convulsioni a Claudio Costa…

10 commenti

  1. Un po’ di tempo fa scrissi un post su un articolo recentemente pubblicato e del quale ne era stata data un’interpretazione a mio avviso fantasiosa (di comodo) dai soliti sedicenti scettici. Prima di pubblicarlo lo inviai ad uno degli autori per avere conferma sulla correttezza della mia interpretazione.
    Vuoi per motivi etici o più semplicemente per salvare la faccia ed evitare imbarazzanti smentite, credo che andrebbe sempre fatto. E non andrebbero mai rilanciate interpretazioni di altri senza controllare l’originale. Ma comprendo che certe persone non badano a questi dettagli insignificanti.

  2. @Riccardo
    A Taylor è andata male perché il paper è in open access e facile da capire.
    Cmq i ricercatori stanno più attenti. Mi ricordo Watts che mette la foto di un riparo per mostrare l’effetto “urban island” in Antartide e il ricercatore che gli scrive “eravamo in due, io ero congelato, sarà stato Andrew” (a memoria)…

  3. @ Oca sapiens
    su rapporto unep: nessuna convulsione ma mmmmmm…..
    parlano sempre e solo di carne, come se la zootecnia fosse solo e sempre carne e non latte, formaggi, pesce, mitili, pellami, piumini ecc ecc
    ma ci sono altre cose che non quadrano almeno per la UE
    cito Reusing waste, such as manure, and treating sewage using modern methods would also save hundreds of billions
    beh in UE è obbligatorio usare i reflui zootecnici per fertilizzare dal 1991!
    evidente la contraddizione qua: The quest for ever cheaper meat in the past few decades – most people even in rich countries ate significantly less meat one and two generations ago – has resulted in a massive expansion of intensively farmed livestock. This has diverted vast quantities of grain from human to animal consumption, requiring intensive use of fertilisers,
    Mai usato fertilizzanti in 20 anni! di NPK ne abbiamo più che a sufficienza. E’ il ricilo che bisogna imporre agli agricoltori.

  4. @C. Costa
    eh, ma quello che vede da casa sua non è il mondo e nemmeno l’Italia. Per quasi metà è in deroga delle norme europee e nel Nord le amministrazioni spendono cifre assurde per ridurre i nitrati nell’acqua potabile.
    @Riccardo
    Grazie, ricordavo solo metà. LOL anche le frecce disegnate da Watts sulla cartolina…

  5. @ oca
    eh, ma quello che vede da casa sua non è il mondo e nemmeno l’Italia. Per quasi metà è in deroga delle norme europee e nel Nord le amministrazioni spendono cifre assurde per ridurre i nitrati nell’acqua potabile
    sarà ma le ricordo che il 60% dell’urea va dritta in falda e che i concimi minerali sono molto più dilavabili dei concimi organici. in atto una vera e propria demonizzazione della zootecnia ..ma solo nella produzione della carne

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