Elocutio

Charlie Owens del No’hma prepara cinque letture-spettacoli sulla Retorica e mi chiede 15 cartelle suddivise in 5 capitoli sul terzo punto, sottotitolo “L’abito fa la monaca”. Non fornisce altri indizi, quindi penso che la monaca sia la scienza.
Così imparo a lamentare che non si insegna retorica agli studenti di scienza della comunicazione e/o comunicazione della scienza.
Pensare al linguaggio come una tonaca,  metà divisa e metà travestimento, mi sembra paradossale: la pubblicità, la politica, la fantascienza, le bufale e le stangate si ammantano di termini scientifici, facendo una gran confusione. Forse nella scienza l’abuso di retorica – l’ammantarsi di tecniche statistiche che Tamino chiama mathturbation, per fare un esempio recente – si scopre prima.

Se esiste un’elocutio distinta dalle altre – che escluda l’autorità per esempio, dev’essere quella codificata in IMRAD che sta stretta a tutti. Le pubblicazioni debordano in appendici e supplementi, la peer-review esce allo scoperto, i codici sono steccati tra discipline; l’inglese è pieno di termini stranieri dalla pronuncia aleatoria; l’obbligo dell’outreach produce com. stampa ad effetto e questi i malintesi deliberati o meno degli “interpreti delle interpretazioni” à la Delingpole; per non parlare della pretesa di verità invece di saperi che cambiano costantemente…

Mi sono fatto uno schemino per analogia con il vestito che 1. unisce/unifica, 2. classifica/separa, 3. rivela/nasconde, 4. mente e 5. racconta/chiacchiera. In realtà, mi servirebbero altri capitoli. Così non riesco a infilarci quello che diverte me, analogie, metafore, metonimie, giochi di parole, il saccheggio, lo “sviamento” della lingua comune quando c’è di nominare qualcosa di nuovo. Per non dire della loro traduzione, a cura della cronista…
Dovevo dire di no.

In tema
Cifre/dati:  è eloquente la ricerca sull’inquinamento dei suoli che per il governo cinese è un “segreto di stato“.  E anche la classifica dei paesi europei che sprecano più cibo, oppure i Paesi Bassi (401 kg/anno a testa) hanno una raccolta differenziata più efficiente, producono più compost ecc.?
Sempre su Oggi Scienza, Marco Ferrari è scontento dell’esito di Dibattito Scienza, dominato da omeopatia e sperimentazione sugli animali:

Ferrari punta il dito sulla preparazione scientifica degli italiani e su un dibattito pubblico in cui gli argomenti si affrontano più con la pancia che con la testa: ”Abbiamo cercato di fare domande estremamente tecniche e molto asettiche, delle domande non emotive. Ma è ovvio che se un tema ha una forte componente emotiva viene colta soltanto quella parte e si scatena la canea”.

Ecco, matematica a parte, esiste un modo valido per tutti di separare il linguaggio dalle emozioni?