Campionessa di free energy

Son contenta per Francesco Stellacci.

Un suo lavoro di quando era al MIT – adesso dirige un lab al Poli di Losanna – continua a destare polemiche, dicevo qualche settimana fa. Ho chiesto in giro (facile, ha messo tutti i dati on-line) e ha ragione lui, sembra. Al massimo avrà avuto troppa fiducia nel software di imaging che mostra a colori sgargianti delle configurazioni regolari, forse illusorie, sotto il microscopio a scansione tunnel (STM).

Adesso Stellacci et al. pubblicano su Nature Materials nanostrutture che formano regolarità frattali evidenti anche nelle immagini grigiastre dell’analisi STM “classica”, fatta proprio da lui. Su un elettrodo, hanno depositato uno strato di ferro ossidato (Fe2O3, ematite) che si addensa spontaneamente in strutture che chiamano “campionesse”.

Quando si mette al Sole una cella fotoelettrochimica (PEC) all’acqua distillata, infatti, sull’elettrodo si formano bollicine di idrogeno

when electrodes are fabricated with a high proportion of these champion nanostructures, the electrodes achieve the highest photocurrent of any metal oxide photoanode for photoelectrochemical water-splitting under 100mW/cm2 air mass 1.5 global sunlight.

Un’efficienza invidiabile, il com. stampa accenna infatti all’economia all’idrogeno annunciata da Rifkin più di dieci anni fa

Evidently, the long-term goal is to produce hydrogen – the fuel of the future – in an environmentally friendly and especially competitive way. For Michael Grätzel (coordinatore della ricerca e inventore della PEC omonima, ndr) “current methods, in which a conventional photovoltaic cell is coupled to an electrolyzer for producing hydrogen, cost 15 € per kilo at their cheapest. We’re aiming at a € 5 charge per kilo”.

Se l’UE e la CH ci mettessero i dané ecc… Sarà, ma il bello della ricerca – trovo, poi Claudio Della Volpe mi smentisce – è che propone uno strumento per stabilire quali cristalli hanno la conformazione e l’orientamento giusto per far fluire gli elettroni. Non per forza grumi di ematite. E magari l’elettrodo arrugginito funziona anche in altri tipi di celle solari, come quelle per separare la C dall’O2.

Fatto sta che la ruggine funziona ed è più conveniente del platino e degli altri elementi con i quali i fufreddisti nostrani tentano di produrre energia utile.

Altre usanze locali

Le abilitazioni scientifiche si tingono di giallo: sul Corriere, Gianantonio Stella denuncia il caso di un commissario di Storia Moderna (11/A2) che aveva inserito nel suo CV dei testi mai pubblicati. L’ANVUR era stata messa al corrente, ma il commissario è ancora al suo posto. Anzi, il suo CV sul sito pubblico dell’ASN è stato “rettificato” con l’autorizzazione di una “nota direttoriale”, il cui contenuto è però sconosciuto.

Il falsario è il prorettore Angelo Sindoni dell’università di Messina dove succede di peggio. Succo da Roars, e curiosa prassi dell’università di Perugia rivelata nei commenti.

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Il procuratore generale di New York sta indagando Thomson Reuters perché comunica a un gruppo scelto di clienti l’indice della fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan alle 9:54:58 del mattino. Il resto del mondo lo riceve alle 9:55:00.
Il succo dalla Teiera.

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Il Pulitzer scopre la table-top fusion (h/t Luca), nel senso dei piccoli generatori di neutroni che si trovano in commercio.

Cita Brian Naranjo, ma tace sul fatto che quel chitarrista heavy metal (sigh! ma sta facendo un acceleratore da tavolo che è un bijou) si era divertito a demolire preventivamente le scoperte di Cardone & Carpinteri:

Ops, ma allora gli infaticabili “scienziati della domenica” che da anni ribadiscono e spiegano, pazientemente e inesorabilmente, come la fusione nucleare possa avvenire solo ad altissime temperature nelle stelle o – un giorno – nei tokamak, cosa ci raccontano?

L’innocente non ha mai sentito parlare né di bomba H né della fusione nucleare che avviene nei tokamak da mezzo secolo. Cmq è un progresso, magari un giorno scopre pure la differenza tra energia e temperatura.

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Pur di negare il risc. glob., i neghisti sono ridotti a rifavoleggiare di ghiacci artici che sarebbero diminuiti molto di più nel secolo scorso. La favola di Booker sul Telegraph, la smentita dello scienziato di cui si era inventato la citazione, sintesi da Real Climate.

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