Altre critiche, proposte e riflessioni sulla metrica sempre più varia e utilizzata non sempre a ragion veduta per valutare gli scienziati e il loro lavoro.
Titolo e copertina ironici, dato il fattore d’impatto del settimanale e di altre riviste del gruppo:
It is a mistake to consider a research paper important because it is published in a journal with a good citation record, as measured by its impact factor. As this publication has highlighted many times (see in particular Nature 435, 1003–1004; 2005), two articles in the same journal may have very different citation records. It is much better to focus on the citations, views or downloads of an individual article — and to recognize that these metrics vary between research disciplines.
Ma views and downloads si possono truccare, comprare…
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Valutazione ricorsiva
Entro domani, scrive Jeff Tolleffson, la 37ma sessione plenaria dell’IPCC in corso a Batuni deciderà se lasciare che una squadra di sociologi – social scientists – registri ogni sua sessione per analizzare le interazioni tra i vari partecipanti e come queste influenzano o meno il giudizio di merito:
Naomi Oreskes, a science historian at Harvard University in Cambridge, Massachusetts, and a member of the prospective study team, argues that allowing ethnographers inside the process will promote transparency and enhance the panel’s credibility with the public and policy-makers. “Most people on the outside have no idea what the IPCC does,” she says, and the black box inevitably generates suspicion and fuels criticism among climate sceptics.
Non so. E’ facile informarsi sull’attività dell’IPCC. Perché lo studio aggiunga credibilità, gli “scettici” dovrebbero essere in buona fede , ma ne dubitano anche alle Lloyd’s, le assicurazioni con la erie più lunga di “eventi estremi” registrati in tutti i continenti e dalle quali gli scettici non osano ripetere le solite bufale, chissà come mai.
Invece accuseranno di malefatte varie anche i valutatori dei valutatori, diranno che, da autrice di Mercanti di dubbio o perché ha gli occhi blu, Naomi Oreskes non doveva farne parte. Ecc. ecc.
Però la conclusione di Nature mi sembra azzeccata:
Clarifying the process might make the IPCC’s assessments seem a little less like magic — and a little more like sausage-making.
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Declan Butler aggiorna sulle disavventure di ITER la cui costruzione accumula ritardo.
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Per i papers, mi sono fermata a quello di Maria Abad e un gruppo di ricercatori del Centro nazionale di ricerca in oncologia, a Madrid. Tosto. Hanno creato topi transgenici “riprogrammabili” per far produrre delle staminali alle loro cellule ematopoietiche – quelle generate dal midollo osseo – quando veniva somministrato un antibiotico per stimolare quattro fattori di riprogrammazione, già noti.
Poi hanno prelevato le staminali dal sangue dei topi e, oltre a coltivarle in vitro, le hanno iniettate sia sotto la pelle di topi “non riprogrammabili” che in embrioni poi trapiantati in “madri portatrici”.
In questo caso, l’efficacia della procedura si misura dal tipo di tumori fetali causati da quelle staminali. Da totipotenti, quelle riprogrammate in vivo hanno indotto dei tumori (teratomi), ma anche cellule placentali (trofoblasto) come fanno le cellule nate dalle prime divisioni dell’ovulo fecondato. Staminali capaci di formare non solo un organismo, ma anche i tessuti extra embrionali necessari per l’embriogenesi.
La totipotenza delle staminali embrionali fa un po’ paura. Nello stesso teratoma sono mischiati i tessuti più diversi in una “specie di follia generatrice”, per dirla con Angelo Vescovi. Quel paper dovrebbe aiutare a capire com’è possibile.
Commento sulle possibili applicazioni in medicina rigenerativa (umana).
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Altro rapporto (download lento) che i Mercanti di dubbio attaccheranno: l’Agenzia internazionale per la ricerca contro il cancro, un ramo dell’OMS, conferma che l’inquinamento atmosferico causa tumori. E’ uscito anche il rapporto 2014 sui tumori in generale.