La Sindone avvolgeva l'esplosivo, cont.

Camillo, che latitava per altri impegni, scopre che nell’intervista a Geo&Geo il prof. Carpinteri ha modificato alcuni dati del paper sulla Sindone di cui Carpinteri et al. si erano comprati la pubblicazione su una rivista del famigerato editore Academic Journals (usanza condivisa dal prof. Fanti) nel 2012 e sulla rivista di diretta da Carpinteri nel 2014:

Carpinteri si rende conto che non può contare su un flusso neutronico troppo elevato, che avrebbe immediatamente spento ogni forma di vita vegetale e animale sul luogo dell’evento. Azzarda un modesto “1000 volte il fondo naturale neutronico”.

Né Camillo né Carpinteri si rendono conto della divergenza nella direzione e nella velocità del flusso al venerdì e alla domenica; dell’assenza di terremoti di 15 minuti e 8-9 gradi Richter nell’aprile del 33 anno Domini in cui Cristo, stando alla Chiesa, non è morto.

Resta inspiegato pure il miracolo grazie al quale variano gli autori di uno stesso articolo e un lavoro già pubblicato riesce a uscire su una rivista che accetta soltanto lavori inediti.

*

Dall’oca, il prof. Fanti scrive:

Sono disponibile a discutere eventuali critiche se non banali ma costruttive (1)

Nell’articolo insieme a Di Lazzaro et al., il prof. Fanti ipotizza che l’immagine della Sindone sia dovuta a impulsi di luce ultravioletta di 120 e 33 nanosecondi l’uno e ripetuti per un anno almeno e, in questo suo scritto (2) la attribuisce all’effetto corona (3) di un brevissimo campo elettrico equivalente a quello di 50 lampi e prodotto da un’esplosione interna alla Sindone. Alla domanda di Giancarlo:

Si tratta di approfondite indagini numismatiche sui volti di Cristo raffigurati nelle monete antiche. È risultato evidente che le prime monete coniate col volto di Cristo dall’imperatore Giustiniano II, a partire dal 692 d.C. (quindi sei secoli prima della datazione radiocarbonica) dovevano avere preso la Sindone come modello di riferimento.”

Mi scusi, Lei come è arrivato a escludere il contrario, ovvero che le monete siano state la fonte di ispirazione per l’artista della Sindone? In fondo nel 692 dc la Sindone era ancora nascosta ad Edessa, a Bisanzio arriva molto dopo.

aggiungerei

  • quale forma di energia non ha alcun effetto su un telo di lino?
  • come fa una “luminescenza” a trasformarlo in lastra fotografica?
  • quale fenomeno produce un breve campo elettrico da 1 milione di volt seguito da impulsi di luce ultravioletta da miliardi di watt?

O per dirla con Christopher  Ramsey:

In archeologia, essere capaci di riprodurre qualcosa non implica che quella era la tecnica usata allora.

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(1) Per le “critiche costruttive”, rif. per esempio Barrie Schwortz di STURP
(2) Il prof. Fanti definisce curiosamente “artista” Luigi Garlaschelli, allora professore di chimica all’università di Pavia.
(3) Smentito da varie ricerche, rif. per esempio R.N. Rogers (2005) che ritiene la Sindone autentica, al pari di Schwortz.

5 commenti

  1. Scusatemi ma non resisto. Alle magie ed ai miracoli preferisco i tre ragazzi siciliani che per un sedicente “Sicilian Space Program” mandano in stratosfera con un pallone sonda un cannolo di ricotta con tanto di ciliegina, ovviamente filmando tutto.
    Ho gioito con loro per il successo dell’operazione 😀

  2. Pingback: Che ne pensate?
  3. L’immagine del volto sindonico, confrontato con l’autoritratto di Leonardo, anch’esso custodito a Torino, indicherebbe che Gesù e Leonardo da Vinci avrebbero avuto un volto somigliante verso il termine della vita come l’ebbero Leonardo e Michelangelo Buonarroti se guardiamo al ritratto dello scultore che ne fece da anziano Daniele da Volterra. Oltre ad avere un intelligenza simile nel metodo con Gesù, i due grandi artisti verso il termine della loro vita avrebbero un volto tendente a quello di Gesù, che di fatto ha valenza archetipa. Questo avrebbe una sua validità sia che la Sindone sia vera reliquia sia che sia un falso veritiero. Ciò nulla toglie alla divinità di Gesù, anzi. Cfr. ebook (amazon). Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

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