Il prof. Raffaele Salinari, di Terre des Hommes-Italia, scrive sul manifesto:
A differenza di altri morbi del passato, la peste medioevale, ma anche recenti come l’Aids o la Sars, nel caso di Ebola la contagiosità vera o presunta del virus finisce per colpire la dignità stessa del paziente, riducendolo drasticamente da essere umano bisognoso di cure ad oggetto altamente infetto ed infettante dal quale bisogna assolutamente prendere le distanze e mantenerle.
“Vera o presunta”?
Ebola, invece, sembra il trionfo della biocrazia, della burocrazia che governa la vita, sulla medicina clinica, su quel clinamen, inclinazione, che rappresenta il gesto col quale in medico si avvicinava al paziente, mischiando le aure, contaminandosi per poter entrare in empatia con lui e poterlo così curare meglio, come parte di se stesso.
“Mischiando le aure, contaminandosi”?
Oggi facciamo fatica a trovare medici che vogliano occuparsi di Ebola, sembra una paura legittima ma è in realtà figlia di questa degenerazione biocratica. Chi può fidarsi di un medico che teme il suo malato?
Ai tempi della peste – o della lebbra – i medici non prendevano le distanze e non indossavano maschere e strani indumenti? Quelli di oggi hanno paura dei malati o del virus? Dovrebbero morire dopo aver lavato i malati a mani nude e averli trasportati fuori dai “lager” (ma dove li ha visti?) perché contagino altri?
I medici e infermieri morti di Ebola erano dei “biocrati degenerati”?
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I prezzi del cibo sono calati del 6%, stando alla FAO – quelli di mais, frumento e soia di >30% – rispetto a un anno fa. Un danno per i contadini poveri dei paesi poveri, un sollievo per alcune Ong, visto che in alcuni paesi dell’Africa occidentale stanno scarseggiando e i soldi non ci bastano mai. Solita ambivalenza.
Un amico della CGIAR mi segnala questa ricerca che correla il declino degli impollinatori e la scarsità di micronutrienti. Interessante il confronto tra paesi e raccolti, ma ho parecchie riserve – d’altronde anche gli autori:
There are many aspects of nutrition that this global analysis was unable to capture, and which deserve further scrutiny at finer scales…
Un altro amico che segue gli Ogm mi segnala invece un articolo di Ricardo Salvador a proposito dell’approvazione di mais e soia geneticamente modificati per resistere all’erbicida 2,4-D (il sistema Enlist-Duo di Dow AgroSciences), nonostante i dubbi degli agronomi:
The storyline here is very clear: In the 1990s, when then Monsanto CEO Robert Shapiro made the case for staking the future of the company on biotech, his argument was that the company needed to move from “dirty chemical” products (which were costing the company due to defending against litigation) and into the new era of “green products.” … No external chemicals needed. The cash cow that would cover the research and development necessary for the transition from dirty to green would be the company’s successful RoundUp herbicide. Instead, the model that actually emerged was for transforming seeds so that they created a larger and perpetual market for that very herbicide.
“Widespread use of herbicide-tolerant crops—with their associated potent herbicides—will exert significant pressure on additional populations of weeds to develop resistance to the herbicides.” So forecast the Biotechnology Working Group in 1990, years before introduction of the first biotech crops, and a full two decades before today’s crisis of herbicide resistant crops. In fact, the point was so scientifically obvious that Dr. Robert Fraley, the molecular biologist in charge of developing the technology for Monsanto, said to Fortune magazine in 1997 that “his worst nightmare is that pests thwarted by Monsanto’s scientists will eventually adapt and create an untamed new menace.”
Well, Dr. Fraley’s worst nightmare has come true, but sadly is not a nightmare for him alone, but for all of us. Application of the existing science could have prevented it.
L’anno prossimo sarà autorizzato il cotone resistente al 2,4-D che all’Amaranthus palmeri rischia di fare come Rosina…
Il prof. Salinari ha ragione da vendere sull’impatto dell’isolamento e della mancanza di contatto del malato con i parenti e il personale medico e paramedico. La quarantena non è un’invenzione moderna e molto si è raccontato sullo stato di degrado fisico e psichico dei malati o sospetti tali. Ma ha il prof. Salinari un’alternativa da proporre o pensa che la contagiosità sia solo presunta?
Riccardo,
sulla quarantena sono d’accordo, è tutto il resto che non capisco. Sul suo blog, trovi un articolo di 10 giorni fa altrettanto ideologico, secondo me.
M’arrazzo,
sicuramente contagioso per via aerogena
Se si riferisce all’esperimento di Kobinger et al, non mi sembra così certo:
The experimental setting of the present study could not quantify the relative contribution of aerosol, small and large droplets in the air, and droplets landing inside the NHP cages (fomites) to EBOV transmission between pigs and macaques.
Invece mi sembra che i ceppi siano noti – anche quelli dell’epidemia nella RD del Congo.
c’e’ un ceppo di ebola sicuramente contagioso per via aerogena, gli altri pare di no. del resto non siamo stati nemmeno informati su quale ceppo sia attualmente in circolazione in africa e del tipo di eventuali mutazioni dello stesso.
a proposito di contatto : molto semplice , con la medicina difensiva causata dalle migliaia di cause contro i medici,quasi sempre infondate,negli ospedali pubblici e’ invalso l’uso di chiamare il rianimatore per qualsiasi situazione delicata,in specie per quanto concerne gli stati settici.e il rianimatore si porta il malato critico in terapia intensiva. ora,le linee guida nazionali prescrivono nei casi di sepsi o sospetta tale l’uso dei guanti….va da se’ che l’ebola si confonde facilmente con malaria,influenza ecc ecc. ma come tutti i rianimatori sanno,siamo stati formati dalle vecchie e sagge generazioni che ci hanno preceduto ,soprattutto in ambiente intensivo,a cercare un contatto diretto con il malato (salvo i casi conclamati in isolamento ovviamente) senza guanti.
ragazzi sveglia, se volete parlare di ebola meglio dire pane al pane e vino al vino. e speriamo che non arrivi,tutto qui.
Forse è vero che l’ antico medico si chinava sul malato mischiando la sua aura con quella dell’ altro, ma penso che se avesse saputo di microbi e virus si sarebbe chinato di meno.
Spero proprio di aver frainteso lo scritto di RKS, perché vi leggo un invito al personale sanitario ad accettare una minore efficacia della profillassi in favore di un maggior contatto fisico medico-paziente; mi sembra quasi proporre a modello il Padre Damiano di Molokai.
Renato,
vorrei fraintendere anch’io, ma è difficile. Prima scrive che la biopolitica occidentale sfrutta le epidemie di Ebola e di Aids per ricolonizzare l’Africa quando sarà spopolata, e poi accusa la biocrazia – cioè i volontari di MSF aiutati dalle poche Ong locali sopravvissute alle persecuzioni dei loro governi – di praticare una medicina disumana.
di certo nella medicina non c’e’ niente. e’ pero’ possibile che esistano,o siano esistiti in passato,ceppi di ebola trasmissibili per via aerogena. il senso del mio discorso verteva sulla relativa ignoranza riguardo al comportamento di “questo” ceppo.
ne riparleremo tra un mesetto,comunque.
forse.
vedi ocasapiens,io non voglio mettere allarmismi,a me piacciono tanto i sequenziamenti del dna fatti dai ricercatori,e anche gli articoli del NEJM.
peccato pero’ che nel 2014 dc chiunque abbia mai messo piede in una rianimazione si rende immediatamente conto di quanto “poco” senso abbiano concetti di uso comune come “contatto”,”via aerogena”,, quando si intuba,o si ventila un malato e’ possibile essere letteralmente spruzzati da gas e secrezioni proveniente dalle basse vie aeree di un malato. Goccioline di Plugge o meno,il contagio e’ una possibilita’ concreta. finora ci e’ sempre andata bene,perche’ abbiamo avuto a che fare con parologie per lo piu’ non letali e poco contagiose. ma questo,per quel poco che se ne sa ,potrebbe essere davvero il serial killer perfetto come non se ne vedevano da secoli…altro che AIDS. diagnosi difficile,con un numero di portatori non diagnosticati potenzialmente elevatissimo…contagiosita’ a quanto pare pure da morti e forse lunga settimane…mortalita’ del 70 %.
se le cose stanno cosi siamo veramente messi male,a meno che qualcuno non abbia esagerato alcune cose.vedremo nei prossimi mesi cosa succedera’ in africa . a margine ricordo che pare che la peste nera del 300 abbia ridotto la popolazione europea del 60 %. e che il virus del raffreddore pare abbia contribuito ad annientare la popolazione indios nel 500. e pare che siamo 10 miliardi invece che uno un centinaio d’anni fa.
vedremo tra un mese.