"Qualcosa di sinistra"


“Davvero pensi che la libertà di satira valga una vita?” mi chiedono in parecchi. Dipende dei valori che esprime, ovviamente. Tanta gente muore per difendere la tolleranza dei diversi per colore, sesso, cultura o altra caratteristica scelta dalla maggioranza per imporre il proprio “ordine” morale, quello di destra che consiste nell’eliminare quelli che non stanno in riga.

Charb, il direttore di Charlie aveva risposto, sorridendo dell’espressione magniloquente “meglio morire in piedi che vivere in ginocchio” e i suoi colleghi assassinati avevano detto la stessa cosa con altre parole dopo i vari attentati. E la gente che li amava, il poliziotto di turno nel quartiere, il brigadiere che doveva proteggere Charb o l’incaricato delle pulizie?

Sono diventati “Charlie”, forse senza porsi la domanda. Se ci firmiamo “Je suis Charlie” penso che ce la siamo posta, e visto che sappiano quanto sia facile essere fuori riga per qualcuno, ci siamo risposti che è meglio vivere liberi. Magari da cronista in galera, come quelli che si oppongono alla nuova legge italiana sulla diffamazione.

Magari da gay anche se discriminato, picchiato, “curato” com’è successo ad Alan Turing, assassinato.

Conviene dire qualcosa di sinistra. Forse fuori da Milano, non lo sa nessuno, ma lo hanno fatto in tanti.

Ultimi ieri in Consiglio comunale, i gruppi Sinistra per Pisapia, Pd, Sel, Radicali e M5*. Invitano al presidio sabato 17 gennaio, dalle ore 15, davanti al Palazzo della Regione Lombardia che patrocina e ospita il convegno “Difendere la famiglia per difendere la comunità”. Lo introdurrà l’assessora Cappellini e lo concluderà il governatore Maroni che ha pure concesso il logo dell’Expo, universale per definizione. Il Bureau International des Expositions ha protestato – per l’occasione, da considerare di sinistra…

(Ricordo che “…”  è un’allusione infamante.)

(L’intolleranza sta già nell’equivalenza tra difesa della famiglia e della comunità, come se non esistessero comunità con scopi diversi dal fondare una famiglia e riprodursi come come conigli.)

Sui quotidiani di destra e i bollettini cattolici on-line, la destra dell’ordine morale si atteggia a vittima di una campagna diffamatoria. Quando mai un relatore avrebbe sostenuto che l’omosessualità va curata? come affermano certi giornali e i consiglieri comunali. Comunque il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala ha promesso di “farsi garante per non far passare il concetto di omosessualità come malattia da curare”.

Chi si fida della garanzia di uno che ha lasciato passare ben altro, alzi la mano.
I nostri materiali sono pubblici, dicono i relatori, quindi fuori le prove. Sottinteso “altrimenti ci vediamo in tribunale”. In realtà esiste solo questa locandina distribuita dalla Regione perché venga affissa nei luoghi opportuni, di culto innanzitutto.

Difendere la famiglia

Fuori le prove? No problem
Lo scopo di Tonino Cantelmi, il terapeuta (h/t Tonino Cantelmi) di Obiettivo Chaire, è di “riparare” la sessualità dei gay. Il prof. Cantelmi. ha perso un processo per diffamazione contro il giornalista di Liberazione che ne aveva raccontato le pratiche. Scrive:

non ho mai aderito in alcun modo ad Obiettivo Chaire, sulle terapie riparative ho dichiarato pubblicamente il loro requiem un paio di anni fa (veda interviste e dichiarazioni riportate ampiamente anche in rete) alla luce delle recenti acquisizioni scientifiche, sul fatto di Liberazione tutto è correttamente riportato nel libro “Cattolici e psiche”, edito da San Paolo.

Sul processo, rif. questo suo scambio con Davide Varì e nel riassunto di Chiara Lalli, questa frase della sentenza a favore di Varì:

non è apparso del tutto estraneo il Cantelmi alla cura dell’orientamento sessuale dei propri pazienti

Sul requiem, rif. “L’omosessualità non è una malattia. Parola di psichiatri cattolici“.

Il manifesto di Nonni 2.0 straripa ribrezzo verso quelli dai comportamenti “aberranti”, i non sposati, i non riprodotti come Dio comanda perché hanno dimenticato di essere “creati da Dio”.

L’Alleanza cattolica denunciava l’omosessualità in quanto “atto contro natura”. Da qualche anno ha cambiato idea e rimosso dal proprio sito i documenti più espliciti, ma Google ne conserva la traccia.

La Fondazione Tempi mi sembra condividere lo scopo di tutte quelle di CL… (altra allusione infamante).

Et voilà. “Je suis Charlie” et moi aussi j’ai du mal à penser à autre chose.

43 commenti

  1. Nella famiglia (maschio+femmina=figli) nascono e si formano le persone. Anche lei, immagino, è nata e cresciuta in una famiglia, come tutti. Difendere la famiglia è difendere le persone che , nate in famiglia, formano la comunità. Dov’è l’intolleranza in tutto questo? Esisteranno pure “comunità con scopi diversi dal fondare una famiglia e riprodursi come conigli”, ma anche le persone che compongono queste comunità sono state concepite, nate e cresciute in una famiglia (sempre maschio+femmina=figli). Dunque, difendere la famiglia, significa difendere qualunque comunità di persone, anche quelle come piacciono a lei.
    Al convegno di Milano si parlerà di famiglia, naturalmente, non della cura degli omosessuali. Tuttavia, le faccio rispettosamente rilevare, egregia signora, che, quand’anche si parlasse di terapie riparative, nessuno mai si è sognato di rinchiudere le persone omosessuali in un sanatorio. Obiettivo Chaire prova a rispondere alla richiesta di aiuto di tante persone che vivono con disagio la propria omosessualità, il che è diverso dal imporre ai gay una cura che non vogliono.
    Per il resto, anche io provo ribrezzo per i comportamenti aberranti e contro natura degli omosessuali, ma questo non significa che non li rispetti. Rispettare le persone non significa doverne necessariamente rispettare i comportamenti, che sono sempre giudicabili e, se del caso, condannabili.

    1. Giancarlo,
      immagina male, come miliardi di esseri umani sono stata “formata” da donne.
      provo ribrezzo per i comportamenti aberranti e contro natura degli omosessuali,
      Ci credo, egregio signore, ma non rispetto necessariamente la sua ignoranza della natura.

  2. @Giancarlo
    Per il resto, anche io provo ribrezzo per i comportamenti aberranti e contro natura degli idioti della sua natura, ma questo non significa che non li rispetti. Rispettare le persone non significa doverne necessariamente rispettare i comportamenti, che sono sempre giudicabili e, se del caso, condannabili.

  3. @ Giancarlo
    Nella famiglia (maschio+femmina=figli) nascono e si formano le persone. Anche lei, immagino, è nata e cresciuta in una famiglia, come tutti. […] le persone che compongono queste comunità sono state concepite, nate e cresciute in una famiglia (sempre maschio+femmina=figli).
    Lei confonde “riproduzione” con “famiglia”.
    La famiglia e’ qualcosa di piu’; e, quella a cui pensa lei, e’ una delle tante possibili.
    difendere la famiglia è difendere le persone che , nate in famiglia, formano la comunità. Dov’è l’intolleranza in tutto questo?
    In linea di principio non ci sarebbe.
    Purtroppo pero’, vedo troppo spesso che la “difesa” della sua particolare forma di famiglia passa dalla negazione delle altre forme. Come quando scrive che la famiglia e’ “maschio+femmina=figli”. Se lei non ci vede una forma di intolleranza in questo, io sono alquanto allarmato.
    Per il resto, anche io provo ribrezzo per i comportamenti aberranti e contro natura degli omosessuali, ma questo non significa che non li rispetti.
    Provi a rileggersi; se scrive di “ribrezzo” e definisce i loro comportamenti “aberranti”, e’ sicuro di rispettarli?
    Rispettare le persone non significa doverne necessariamente rispettare i comportamenti, che sono sempre giudicabili e, se del caso, condannabili.
    Se questo e’ il suo modo di “rispettare” chi fa delle scelte (o ha delle inclinazioni) diverse dalle sue, non puo’ pero’ ragionevolmente sorprendersi se chi davvero prova rispetto sia allarmato dai vostri convegni.

  4. @ocasapiens Lei sarà pure stata formata da donne ma, quantomeno, è nata da una relazione eterosessuale. Se poi suo padre si è allontanato non credo che questo sia stato motivo di gioia per lei, nè penso che, per un figlio, avere tutte e due i genitori o solo la madre sia la stessa cosa. Credo che la famiglia naturale (maschio+femmina=figli) sia la situazione migliore per crescere figli e penso che tutti dovrebbero avere l’onestà intellettuale di riconoscerlo.
    Se lei ha un’opinione diversa dalla mia sull’omosessualità, questo non mi crea nessun problema. Lasci però manifestare il proprio dissenso sull’omosessualità a chi, legittimamente, la pensa diversamente da lei. Si chiama libertà di parola.
    @ E.K.Hornbeck Caro amico, io non confondo proprio niente e so benissimo che i bambini possono essere concepiti anche al di fuori di una famiglia naturale. Resta il dato incontrovertibile che la famiglia naturale è l’ambiente ideale per far nascere bambini. Oppure vuole sostenere che l’assenza del padre, o della madre, o di entrambi è una condizione di partenza migliore rispetto alla presenza di tutt’e due i genitori?
    Non esistono altre forme di famiglia diverse da quella naturale. Possono esistere alcune famiglie in cui è assente uno o entrambi i genitori ma resta comunque la relazione eterosessuale all’origine dei figli. Proprio la relazione eterosessuale è l’elemento che individua con luminosa evidenza la famiglia. Infatti, tra le numerosissime e diverse forme di relazione che le persone possono instaurare tra loro, solo la relazione eterosessuale è capace di generare figli e merita di essere riconosciuta e distinta da tutte le altre relazioni come FAMIGLIA NATURALE.
    Sul rispetto delle persone. Ribadisco che io rispetto tutte le persone, anche coloro che adottano comportamenti non condivisibili come la pratica dell’omosessualità. Soprattutto non mi sognerei mai di impedire loro di manifestare le loro opinioni, per quanto sbagliate. Con lo stesso rispetto, anche voi imparate a tollerare noi cattolici (ma non solo!) che pensiamo che la famiglia (naturale) debba essere riconosciuta, distinta, difesa e privilegiata rispetto a qualunque altro tipo di relazione e convivenza.

    1. Giancarlo non IBEC,
      Si chiama libertà di parola
      Non saremo noi a togliergliela. Continui pure a raccontarci la sua visione di “famiglia (naturale)”. Ci fornisce buoni motivi per temere l’ordine morale che secondo lei va “privilegiato”. Per esempio:
      Un solo elemento è essenziale E SEMPRE PRE(SE)NTE in ogni epoca ed in ogni cultura: la relazione eterosessuale.
      Sono d’accordo. Lo stupro delle donne e delle bambine è sempre presente in ogni epoca ed in ogni cultura. Secondo lei questa “relazione eterosessuale” va “riconosciuta, difesa e privilegiata”? E le stuprate devono restare tutte quante con uno stupratore seriale perché quella convivenza è la “famiglia (naturale)” e quindi “l’ambiente ideale” per crescere dei figli?

      Giancarlo IBEC
      Don’t worry, è chiaro che l’egregio signore non sei tu.

      Renato,
      cresciuta da balia, tata, nonna, bisnonna e prozia stravagante, sottoscrivo!
      la Chiesa Cattolica non sarà monolitica
      Infatti l’Alleanza cattolica si è schierata contro l’omofobia, la Caritas non è CL ecc.

  5. Smentisco ufficialmente di essere il signor Giancarlo.
    C in IBEC è bivalente

  6. >Non esistono altre forme di famiglia diverse da quella naturale
    Già, e quale è la forma di famiglia naturale?
    A mio parere è quella che si manifesta in mille forme secondo le circostanze e secondo le inclinazioni degli individui che la vanno a comporre, anche se ai cattolici così non piace e preferiscono affidarsi a casistiche e regole ideologiche non potendo -spero- dichiarare la loro lettura della Volontà di Dio evidence based.
    Dopo le Invocazioni di Perdono formulate da Giovanni Paolo II (“We Remember”, 1998), che riconosce tra gli altri «Peccati contro l’ amore, la pace, i diritti dei popoli, il rispetto delle culture e delle altre religioni …», immagino che i cattolici non siano più giustificati nel ritenersi i soli a sapere cosa piace a Dio, e che sui loro libri non leggano più il diritto -o il dovere- di imporre che tutt* Lo adorino nelle forme secondo loro corrette.
    Ma una realtà varia e grande come la Chiesa Cattolica non sarà monolitica, avrà delle sfaccettature; spero che quella di Giancarlo sia una delle minime, e che solo pochi fra i suoi correligionari la pensino come lui: la sua posizione mi appare infatti tra quelle che dànno meno garanzie che, avessero i cattolici forza militare, non accenderebbero nuovi roghi.
    Mi rassicurano un poco le parole di Francesco I perché -se ho capito quel che ha detto- riconosce che l’ amore si può manifestare in molte forme, e non mi sembra abbia preteso di saperle tutte.
    Di mio aggiungo che, se compassione è dovuta a chi ama (compassione per chi ama? che assurdità! semmai gioia, partecipazione, al peggio invidia) una persona dello stesso sesso, essa gli/le è dovuta non per la sua condizione di omosessuale, ma per le difficoltà inutili frapposte dalla società al suo agire questo sentimento.
    Noto che, se “non esistono altre forme di famiglia diverse da quella naturale”, allora ogni famiglia esistente è una forma di famiglia naturale. Che definizione adottiamo, per “forma di famiglia naturale”? ma sarà meglio metterci prima d’ accordo se non si debba scrivere “forma naturale di famiglia”.
    Scrive Giancarlo a E.K. Hornbeck:
    ” … la famiglia naturale è l’ambiente ideale per far nascere bambini. Oppure vuole sostenere che l’assenza del padre, o della madre, o di entrambi è una condizione di partenza migliore rispetto alla presenza di tutt’e due i genitori?”
    Secondo me l’ ambiente ideale per far nascere i bambini è l’ utero di una donna in salute e ben nutrita che vive in un ambiente confortevole attorniata da persone amorevoli in una società sicura; a parte questo, mi appare pretestuoso trovare nelle parole di E.K. Hornbeck, che affermano la pluralità di forme di famiglia valide, l’ affermazione che l’ assenza di uno o di entrambi i genitori sia per la prole miglior condizione che averli entrambi. Per parte mia non ho dubbi che sia meglio essere amati da due persone che da una; e ancor meglio da tre, quattro, o più.
    La creatura che viene al mondo ha bisogno di cibo e cure ma soprattutto ha bisogno di affetto; non potendo discriminare da chi proviene questo affetto, che differenza le può fare avere due babbi, o due mamme, o altro, se le vogliono bene?
    R

  7. @ Renato
    L’avevo già detto qual è la famiglia naturale. E sono d’accordo quando lei dice che “è quella che si manifesta in mille forme secondo le circostanze e secondo le inclinazioni degli individui che la vanno a comporre…”. Nessuna di queste mille forme però è essenziale per la famiglia. Un solo elemento è essenziale E SEMPRE PRENTE in ogni epoca ed in ogni cultura: la relazione eterosessuale.
    Le sue “riflessioni” sulla chiesa cattolica e su vari papi mi fanno pena. Sorvolerei…
    Sulla famiglia “naturale”. Ma certamente che ogni famiglia esistente è naturale. Come potrebbe non esserlo? E’ la natura maschile e femminile dell’essere umano che sta all’origine della famiglia. Non è che uno si sveglia la mattina e si inventa un nuovo tipo di famiglia.
    No, un momento. L’utero è l’ambiente ideale per concepire un bambino, ed è la natura stessa a fornirlo. Per farlo nascere, invece, l’ambiente ideale è certamente la famiglia, preferibilmente composta dai genitori che hanno concepito il bambino. Ha ragione quando dice che una creatura (bellissimo questo termine) ha bisogno di affetto. Ed ha ragione anche quando dice che, per una creatura, è meglio essere amati da tre, quattro o anche più persone, piuttosto che essere amati solo dai due genitori. Questo però non significa che i due genitori non svolgano un compito fondamentale che è quello dell’educazione. Questo compito, per essere svolto nel migliore dei modi, ha bisogno di due figure fondamentali per la formazione dell’identità: il padre e la madre. E’ di nuovo la natura a darci la dritta. Ecco perché l’unica famiglia è quella naturale.

  8. Sono moderatamente omofobico: considero famiglia naturale quella composta da madre padre figli e nonni. Questo non mi impedisce di accettare la possibilità che ci siano famiglie composte diversamente, solo a volte mi chiedo se avere dei figli quando la natura lo vieta sia giusto. Poi penso non solo a chi risulta sterile, ma soprattutto agli adottabili e mi chiedo se non sarebbero più felici comunque con due padri o due madri rispetto a restare senza.

  9. Ciao sylvie,
    oh ma che bel post, mi pare di respirare!
    Prime parzialissime considerazioni:
    Per me il valore più importante della famiglia è uno sviluppo psichico equilibrato dei figli.
    Chiamerò “famiglia” il luogo sociale nel quale crescono i bambini.
    E’ vero: tutti gli esseri umani nascono da un uomo e da una donna.
    Mi piace chiamare la coppia uomo-donna “famiglia eterogenitoriale”.
    Potrei chiamarla anche “famiglia naturale”, ma mi sembra dispregiativo nei confronti delle altre famiglie possibili.
    Domanda: il genere dei componenti della famiglia è o non è un fattore determinante di un corretto sviluppo psichico dei figli?
    In questi anni, ad esempio, si sta formando una letteratura sulle coppie omogenitoriali.
    Penso che sia in questa letteratura che dobbiamo cercare la risposta a ciò che più ci preme, cioè il destino dei bambini.
    Faccio anche presente che pure la “famiglia naturale” può essere del tutto al di sotto degli obiettivi che si pone, e che gli analisti costano dei bei soldi.
    Parlo di famiglia omogenitoriale vs. eterogenitoriale, perchè questo tema sembra essere quello che più interessa i movimenti “pro-famiglia” dei nostri giorni.
    mW

    1. mW, E.K.Hornbeck
      C’è parecchia letteratura, trovate qualcosa nelle note. La poca che ho visto non trova correlazioni con sviluppo intellettuale, apprendimento ecc. e il sesso o il numero dei parenti. Forse c’è, ma è sommersa dall’effetto da cause ben note.
      CimPy,
      secondo me, anche per i genitori valgono le leggi fondamentali di Cipolla…
      Prof. Cantelmi,
      grazie, ha fatto bene a precisarlo – adesso lo metto nel post.

  10. Parlo di famiglia omogenitoriale vs. eterogenitoriale, perchè questo tema sembra essere quello che più interessa i movimenti “pro-famiglia” dei nostri giorni.
    No, sono ipocriti e sepolcri imbiancati. Partono da un punto vero, una relazione eterosessuale genera una nuova vita (dimenticano, pero’, che ciò’ puo’ avvenire in provetta) e arbitrariamente assumono che questo sia condizione necessarie e sufficiente per fare di ciò’ una famiglia.
    Io dovrei essere a posto, convivo da più’ di 20 anni con una meravigliosa donna e ho due bellissimi bimbi, sono fedele a mia moglie e amiamo e tiriamo su i bimbi con devozione ed affetto…
    Peccato che pero’, in occasione di qualche Family Day ago un politico idiota molto noto, compare di giancarlo, pontifico’ che solo nelle famiglie legalmente riconosciute ci può’ essere amore e fedeltà’ … perciò la mia non e’ una famiglia …. Ed infatti attendo ancora che nella civilissima e amante delle famiglie Italia ci sia una legge che tuteli me e la mia compagna in caso di morte, nell’asse ereditario ed in caso assistenza per malattia.
    Gente come l’idiota giancarlo non va tollerata perche’ ipocrita. La solo forma di famiglia per loro permessa e’ quella formata da uomo donna e bambini e soprattutto benedetta dal loro dio (e fin qui va bene). Poco a loro importa che tale famiglie siano un luogo insicuro e violento, triste e infelice per i figli …
    Peccato che poi questi “tolleranti signori” impongono questa loro visione a tutta la società’ e devo dire anche con una certa violenza psicologica e sociale.
    Sepolcri Imbiancati!

  11. @ Giancarlo non IBEC
    Caro amico, io non confondo proprio niente
    Lei confonde moltissime cose.
    E se mi definisce “amico”, confonde anche il mio atteggiamento verso di lei.
    Resta il dato incontrovertibile che la famiglia naturale è l’ambiente ideale per far nascere bambini.
    Questa e’ una sua opinione e, presentandola come un dato di fatto “incontrovertibile”, dimostra una discreta dose di disprezzo verso chi ha idee diverse dalle sue.
    Comunque, ha gia’ fatto un miglioramento passando a definire come “famiglia naturale” quella che prima definiva semplicemente come “famiglia”. Se facesse un passo ulteriore e passasse a chiamarla “famiglia tradizionale”, visto che l’aggettivo “naturale” e’ ampiamente opinabile, potremmo avere un punto di accordo terminologico.
    Oppure vuole sostenere che l’assenza del padre, o della madre, o di entrambi è una condizione di partenza migliore rispetto alla presenza di tutt’e due i genitori?
    Io mi limito a sostenere che quello che conta non e’ il numero o il genere o l’inclinazione sessuale dei genitori — o la parentela biologica di questi con i bambini, o l’eventuale matrimonio tra loro — ma la qualita’ dei singoli genitori e, se piu’ di uno, la loro armonia.
    Due genitori — se in armonia tra loro — possono forse essere (mediamente) meglio di uno, per motivi squisitamente pratici. E tre e quattro ancora meglio di due. Ma se non sono in armonia… mille volte meglio la famiglia monogenitoriale.
    Non esistono altre forme di famiglia diverse da quella naturale.
    Chiede a me rispetto per se e poi viene fuori con affermazioni categoriche come queste?
    Possono esistere alcune famiglie in cui è assente uno o entrambi i genitori ma resta comunque la relazione eterosessuale all’origine dei figli.
    Continua a fare confusione fra — o, almeno, a mescolare impropriamente — “famiglia” e “riproduzione”.
    E, come la fa osservare Neutrino, e’ ormai arretrato anche sul piano riproduttivo.
    Ribadisco che io rispetto tutte le persone, anche coloro che adottano comportamenti non condivisibili come la pratica dell’omosessualità. Soprattutto non mi sognerei mai di impedire loro di manifestare le loro opinioni, per quanto sbagliate.
    Questo non e’ rispetto.
    Lei non parla di comportamenti che non condivide; lei parla di “comportamenti non *condivisibili*”. E’ il modo per esprimere un giudizio assoluto, non un parere. Ed e’ volto a togliere legittimita’.
    Lei non si sognerebbe “mai di impedire loro di manifestare le loro opinioni, per quanto sbagliate”, perche’ ritiene di disporre della Verita’ e di poter definire “sbagliate” le loro opinioni.
    E si guarda bene dal dirci che non si sognerebbe “mai di impedire loro di” praticare l’omosessualita’. Dobbiamo forse concludere che, se ne avesse la possibilita’, lo impedirebbe? Io temo di si’.
    Il suo non e’ rispetto. La sua e’ — a voler essere generosi — infastidita e paternalistica tolleranza.
    Con lo stesso rispetto, anche voi imparate a tollerare noi cattolici (ma non solo!) che pensiamo che la famiglia (naturale) debba essere riconosciuta, distinta, difesa e privilegiata rispetto a qualunque altro tipo di relazione e convivenza.
    Per favore, non parlate di voi come di “noi cattolici”.
    Voi (alcuni) siete cattolici ma non siete tutti i cattolici.
    Conosco molti cattolici, a partire dal mio parroco, con idee molto ma molto piu’ aperte e che non meritano di essere accomunati a voi.
    Le vostre idee meritano rispetto finquando chiedete, per la famiglia tradizionale, riconoscimento (ma non e’ gia’ riconosciuta?) o difesa (ma non sarebbe meglio difendere le famiglie mediamente piu’ deboli economicamente, come quelle monogenitoriali?).
    Ma se chiedete che sia “privilegiata rispetto a qualunque altro tipo di relazione e convivenza”, la vostra non e’ piu’ una “difesa” della famiglia tradizionale. La vostra e’ intolleranza verso le altre.
    E, mi dispiace, ma non me la sento di essere tollerante con gli intolleranti.
    Un solo elemento è essenziale E SEMPRE PRE[SE]NTE in ogni epoca ed in ogni cultura: la relazione eterosessuale.
    Non e’ necessario urlare.
    Comunque, lei continua a far confusione tra “riproduzione” e “famiglia”.
    Questo compito [l’educazione dei figli], per essere svolto nel migliore dei modi, ha bisogno di due figure fondamentali per la formazione dell’identità: il padre e la madre.
    Questo e’ un suo parere.
    E mi sta bene finquando lo presenta come un parere e non cerca di trasformarlo in un dato di fatto “incontrovertibile”.
    Mi sta bene finquando non cerca di concretizzarlo nel tentativo di privilegiare, il tipo particolare di famiglia che piace a lei, negando dignita’ (persino il nome) alle altre.

  12. @ Giancarlo IBEC
    Smentisco ufficialmente di essere il signor Giancarlo.
    Nessuno che la conosca, anche minimamente, puo’ aver pensato che foste la stessa persona.

  13. @ mW
    ma che bel post, mi pare di respirare!
    Quoto.
    In questi anni, ad esempio, si sta formando una letteratura sulle coppie omogenitoriali.
    Penso che sia in questa letteratura che dobbiamo cercare la risposta a ciò che più ci preme, cioè il destino dei bambini.

    Infatti.
    Se Giancarlo (non IBEC) ci portasse ragionamenti, contro la famiglia omo-genitoriale, basati sulla letteratura scientifica, potrei (almeno idealmente) prenderli in considerazione.
    Quello che invece ci porta e’ la sua visione religiosa — spacciata come “naturale” — e condita da disprezzo e “ribrezzo” per coloro che “sbagliano” e tengono “comportamenti aberranti”.
    Quando cerca di spacciare per dati di fatto “incontrovertibili” quelle che sono sue opinioni, io mi inquieto alquanto.

  14. @ Neutrino
    Peccato che pero’, in occasione di qualche Family Day ago un politico idiota molto noto, compare di giancarlo, pontifico’ che solo nelle famiglie legalmente riconosciute ci può’ essere amore e fedeltà’ …
    Era per caso uno di quei politici cosi’ amanti della famiglia da averne piu’ di una?

  15. Gentile Sylvie, non ho mai aderito in alcun modo ad Obiettivo Chaire, sulle terapie riparative ho dichiarato pubblicamente il loro requiem un paio di anni fa (veda interviste e dichiarazioni riportate ampiamente anche in rete) alla luce delle recenti acquisizioni scientifiche, sul fatto di Liberazione tutto è correttamente riportato nel libro “Cattolici e psiche”, edito da San Paolo. Forse dovrebbe rettificare l’affermazione che mi riguarda, Un cordiale saluto, TC

  16. Quella che viene individuata come importanza della famiglia (sottinteso tradizionale) nello sviluppo dei bambini è in realtà l’importanza del ruolo di figure adulte di riferimento affettivamente vicine.
    A parte i primi mesi quando il rapporto è quasi del tutto esclusivo con il/i genitore/i, se i rapporti sociali e familiari lo consentono le figure di riferimento tendono ad essere molteplici. Questa plurità è senza dubbio una ricchezza per i bambini, come ben sa chi è cresciuto in una (ormai non più) tradizionalissima famiglia allargata a nonni, zii e cugini grandi.
    Lo stesso ruolo può essere esteso anche ad altre figure familiari ma senza legami di parentela. Indicativo è che queste persone (anche questo ormai caduto in disuso) venivano lo stesso chiamate dai bambini con l’appellativo di zia/o.
    Ciò che più mi preoccupa non è tanto il numero o il sesso dei genitori quanto l’organizzazione della nostra vita sociale che tende a ridurre, quando non ad ostacolare, i rapporti fra bambini e figure adulte familiari, fonte della loro vera forza e potenzialità di crescita.

  17. @Sylvie,
    in effetti il mio sospetto è che il genere dei genitori sia un fattore con un impatto trascurabile rispetto a tutto il resto,
    e che due genitori gay possono essere genitori pessimi o ottimi come qualsiasi altra coppia di genitori.
    Inoltre, valgono le considerazioni di Reitano sul fatto che una volta, quando in certe situazioni le famiglia era veramente molto allargata a zii e nonni, le figure di riferimento potevano diventare molteplici, ossia ben più di due.
    @Hornbeck,
    sono d’accordo su tutte le tue considerazioni.
    Secondo me, dire che due genitori gay sono meglio che niente, si presta a discussione.
    I bambini sono una cosa troppo importante per pensare a genitori di serie A e a genitori che vanno bene in mancanza d’altro.
    Secondo me due genitori gay, o vanno bene come gli altri, oppure non vanno bene affatto.
    Per appurarlo, io ed EKH reputiamo sia meglio affidarsi alla letteratura. (Grazie Sylvie).

    1. mW,
      Avevo segnalato lo studio su orfani rumeni quand’era uscita una critica su Science: “An experiment in zero parenting”. Se è paywalled, trova le info sull’esperimento qui. Da non leggere di sera…
      dire che due genitori gay sono meglio che niente, si presta a discussione
      Fra di noi senz’altro, nella pratica chiederei ai bambini, a volte la serie B è l’unica che hanno, e li amano come fossero di serie A

  18. Grazie per le correzioni, ma trovo che venga mantenuta una inutile malizia: io col convegno non c’entro, dunque che c’entra la mia storia personale? Per quanto riguarda la Lalli, che in genere è una persona intelligente e colta, purtroppo con me ha una specie di ossessione e mi tira in ballo sempre. Infatti il processo è così: in primo grado il povero giornalista di Liberazione fu assolto, in modo tanto scandaloso che il PM stesso fece ricorso in Appello. Attualmente giace lì, però io non mi sono più costituito parte civile, preferendo lasciarlo in pace. Comunque formalmente è ancora sotto processo (ma non so quando finirà grazie alla prescrizione del reato…), ma certo non c’è più la mia costituzione di parte civile e dunque la spinta della persona offesa. L’articolo era diffamatorio nei toni, chiunque mi conosce non ha esitato a ritenere il tutto una stupida offesa ad una persona che lavora con passione e onestà. Tonino Cantelmi

    1. Prof. Cantelmi,
      fu assolto, in modo tanto scandaloso che il PM stesso fece ricorso in Appello.
      Lo fa quasi sempre quando la sua tesi non viene accolta: è il suo lavoro.
      col convegno non c’entro
      Sulla locandina lei non c’è, infatti.
      Come i miei colleghi, la cito perché la sua storia da presidente dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici non è a personale, ma professionale, politica e di pubblico interesse: rientra nell’attualità del convegno e delle minacce politiche alla libertà di stampa.
      Sia Obiettivo Chiare che governanti cattolici preconizzano tuttora la “terapia riparativa” negli stessi termini di Paola Binetti da senatrice del PD:
      Cantelmi svolge un lavoro eccellente. Fino agli Anni Ottanta nei principali testi scientifici mondiali l’omosessualità era classificata come patologia, poi la lobby degli omosessuali è riuscita a farla cancellare. Ma le evidenze cliniche dimostrano il contrario
      Ma lei aveva scelto di querelare un giornalista.

  19. @giancarlo
    “Difendere la famiglia è difendere le persone che , nate in famiglia, formano la comunità.”
    Mi piacerebbe sapere cosa c’è da difendere. Io sono padre con madre/moglie sposata in Comune dello stato italiano e genitore di due figli.
    Francamente non ho ancora capito da cosa io debba difendere la famiglia se non dalle mie scelte sbagliate come genitore/padre/marito. Considerando poi che la stima ci dice che le coppie omosessuali sono circa il 5% del totale. Questo cinque per cento che fa la guerra per imporre il suo pensiero al restante 95% è francamente una idea ridicola.
    Questo presunto attacco ai valori della famiglia tradizionale non lo capisco e non lo capirò mai.
    Da genitore sono molto più preoccupato di non avere praticamente alcuna politica di aiuto famigliare da parte dello stato italiano.
    Mi preoccupa molto di più il fatto che la scuola pubblica è allo sfascio e che la qualità dell’insegnamento si sta esponenzialmente abbassando verso il basso.
    Mi preoccupa molto di più le possibilità e la società che potrò offrire ai miei figli fra 10/15 anni.
    Ora sinceramente le domando nella lista di queste priorità, quale posto occupa “il problema omosessuale” nell’educazione dei miei figli?

  20. @Sylvie
    ho scritto:
    -dire che due genitori gay sono meglio che niente, si presta a discussione
    tu hai scritto
    -Fra di noi senz’altro, nella pratica chiederei ai bambini, a volte la serie B è l’unica che hanno, e li amano come fossero di serie A
    è quello che penso anche io, ma ti devo un chiarimento:
    per me “si presta a discussione” = “non sono affatto d’accordo con questo approccio”.
    E’ come dire: tieniti due genitori gay, che è meglio che niente. Non sono come due genitori straight, ma ti devi accontentare.
    Ci sono troppi giudizi non supportati da osservazioni scientifiche, in una frase sola, perchè io possa accettarla.
    Dire che due genitori gay sono meglio che niente, implica già che abbiamo dato un giudizio sui genitori gay, e che per tale giudizio, non sono come i genitori veri. Ma chi siamo per dirlo, visto che la letteratura, per ora, sembra dire il contrario?
    Due gay son meglio che niente….a me non piace.

    1. mW,
      allora ti devo un chiarimento anch’io! Volevo dire che i pregiudizi sui gay non mi piacciono, ma siccome ne ho parecchi -esempio: “le donne sono meglio sempre e comunque” – sono pronta a discuterne. E con serie B, pensavo a genitori non conformi all’ordine morale per tanti motivi.

  21. Mi scusi davvero Sylvie, ma trovo incomprensibili e francamente inutilmente maliziose le sue affermazioni, Se conduce così il suo lavoro di giornalista resto davvero perplesso. Proprio sotto la mia presidneza, l’AIPPC ha organizzato un convegno sul tema, con la presneza di Lingiardi, Grillini e tanti altri e successivamente io fui invitato al grande convegno internazionale di Roma sull’omosessualità (tutti gli interventi di entrambi i convegni sono on line) organizzato dalla Sapienza di Roma e dall’Ordine degli Psicologi. Al termine di una lunga riflessione, come lei ben sa, sulle terapie riparative fu presa da me e dall’AIPPC una posizione volta ad accogliere il grande contributo della comunità scientifica mondiale. Dunque, mi scusi, che ci azzecca il riferimento a me fra le presunte prove di omofobia del convegno citato? Se questa è una prova è facile pensare ad un suo pregiudizio generale. Comunque la finisco qui, perchè mi rendo conto di aver preso uno spazio improprio. Spero di incontrarla. Saluti

    1. Prof. Cantelmi,
      al contrario, lei ha preso uno spazio proprio: aveva già preso posizione pubblicamente contro le terapie “riparative”, me lo ha detto e la ringrazio di nuovo della correzione. Ma il tema del mio post sono le minacce alla libertà di stampa, le reazioni degli organizzatori del convegno ne sono solo uno degli esempi. Per me è importante far sapere che lei non ha smentito il successo delle sue terapie proclamato dalla sen. Binetti. Invece ha sostenuto di non praticarle e querelato per diffamazione il giornalista che le riferiva senza il dovuto rispetto.
      Spero che i lettori si domandino chi di voi mentiva e perché.
      E’ vero, ho “un pregiudizio generale”, nel senso che per lavoro segnalo spesso le querele contro chi critica le pseudoscienze.

  22. Oggi, dopo il convegno sulla famiglia che si è tenuto ieri a Milano dal titolo “DIFENDERE LA FAMIGLIA PER DIFENDERE LA COMUNITA’ “, possiamo dirlo chiaro e forte: l’intolleranza, la violenza, l’aggressione sta dalla parte di coloro che pretenderebbero di impedire a chiunque di manifestare e difendere i valori in cui crede.
    Si pretende libertà per i “giornalisti” di Charlie H. il cui unico scopo è l’offesa gratuita fino alla blasfemia. Ai cattolici, invece, la libertà deve essere negata. Insomma, siamo tutti liberi di adeguarci al pensiero unico.
    1) I cattolici non devono dire che maschi e femmine sono diversi sul piano biologico e, di conseguenza, su quello culturale.
    2) Che un bambino ha il diritto di essere accolto ed amato da un padre ed una madre.
    3) Che, in mancanza dei genitori naturali, ha il diritto di essere accolto all’interno di una relazione eterosessuale perché in una relazione eterosessuale egli è stato concepito ed in tale relazione egli deve continuare il suo sviluppo fino all’età adulta.
    4) Che la generazione di un bambino costituisce l’evento intorno al quale si forma una famiglia.
    5) Che la relazione eterosessuale è unica nel suo significato, nel suo valore, nella sua capacità di generare e che è, oggettivamente, l’ambiente naturale ideale (oltre che indispensabile) all’origine di ogni essere umano; pertanto, nessun’altra relazione può essere parificata a questa sul piano giuridico.
    6) Che una relazione omosessuale non ha niente a che fare con la generazione di una creatura e che tale relazione è quindi estranea alla vita ed ai bambini, avulsa e lontana da ogni riferimento alla vita nascente.
    Cose che non offendono nessuno e che sono semplicemente la constatazione della realtà della natura umana. Ecco. Per affermare queste cose che, non più di trent’anni fa, sarebbero risultate addirittura imbarazzanti nella loro banale evidenza, ieri, a Milano, si si sono dovute schierare le forze di polizia in assetto antisommossa per proteggere i relatori, gli organizzatori ed i convenuti (molti dei quali hanno dovuto assistere da fuori in diretta streaming per mancanza di posto nelle tre aule messe a disposizione per l’evento).
    Questa è la vostra idea di libertà. Chi la pensa come voi può dire qualunque cosa, come i VERGOGNOSI GIORNALISTI DI CHARLIE H. . Per chi dissente, invece, c’è l’insulto, gli sputi, la violenza. Voi siete Charlie. Anzi, voi siete come Charlie. Io no.

    1. Giancarlo nonIBEC,
      Anzi, voi siete come Charlie. Io no.
      con lei i fondamentalisti di ogni religione non posso che andare d’amore e d’accordo, infatti: avete le stesse idee e volete imporle a tutti gli altri.

  23. @ Giancarlo (non IBEC)
    possiamo dirlo chiaro e forte: l’intolleranza, la violenza, l’aggressione sta dalla parte di coloro che pretenderebbero di impedire a chiunque di manifestare e difendere i valori in cui crede.
    Come no.
    Abbiamo visto la tolleranza e la facolta’ di manifestare e difendere i valori in cui si crede che avete concesso a questo ragazzo.
    Ai cattolici, invece, la libertà deve essere negata. Insomma, siamo tutti liberi di adeguarci al pensiero unico.
    La invito ancora una volta a non confondere voi con “i cattolici”.
    Comunque, nessuno impedisce a lei e a chi la pensa come lei di esprimersi.
    Lei pero’ confonde la liberta’, per chi la pensa come lei, di esprimersi con l’obbligo, per gli altri, di tacere e adeguarsi.
    I cattolici non devono dire che maschi e femmine sono diversi sul piano biologico e, di conseguenza, su quello culturale
    “Di conseguenza su quello culturale”???
    Che un bambino ha il diritto di essere accolto ed amato da un padre ed una madre.
    Questa e’ una vostra opinione.
    Io mi accontenterei che venisse accolto e amato.
    Che, in mancanza dei genitori naturali, ha il diritto di essere accolto all’interno di una relazione eterosessuale perché in una relazione eterosessuale egli è stato concepito ed in tale relazione egli deve continuare il suo sviluppo fino all’età adulta
    Questa e’ una vostra opinione ma quel “deve” e’ inquietante.
    Che la generazione di un bambino costituisce l’evento intorno al quale si forma una famiglia.
    Ma anche no.
    Che la relazione eterosessuale è unica nel suo significato, nel suo valore, nella sua capacità di generare e che è, oggettivamente, l’ambiente naturale ideale (oltre che indispensabile) all’origine di ogni essere umano; pertanto, nessun’altra relazione può essere parificata a questa sul piano giuridico.
    Chiaritevi le idee: se volete esprimere un’opinione espressioni come “oggettivamente” e’ meglio se le lasciate da parte.
    Se usate “oggettivamente”, cercate di imporre la vostra opinione come un dato di fatto e scatenate un conflitto con chi non e’ disposto ad accettare la vostra prepotenza.
    Che una relazione omosessuale non ha niente a che fare con la generazione di una creatura e che tale relazione è quindi estranea alla vita ed ai bambini, avulsa e lontana da ogni riferimento alla vita nascente.
    Con la generazione e forse anche la vita nascente mi sembra pacifico.
    Che debba essere estranea anche alla crescita e’ una vostra opinione.
    Ancora una volta dimostra di confondere concepimento e famiglia; riproduzione ed educazione.
    Cose che non offendono nessuno e che sono semplicemente la constatazione della realtà della natura umana.
    Balle.
    La vostra “difesa” della famiglia tradizionale e’ una pura scusa per negare ad altri dei diritti che, se non fossi profondamente laico, definirei “sacrosanti”. Come se riconoscere diritti agli altri limitasse i vostri.
    Nei precedenti interventi ha dimostrato un profondo disprezzo per gli omosessuali, per i quali mi sembra evidente lei provi una profonda fobia.
    Il suo continuo contrapporre la famiglia tradizionale e quella basata su coppie omosessuali trascura il fatto che le famiglie hanno — le piaccia o non le piaccia — molteplici forme e che quelle piu’ deboli, e maggiormente bisognose di difesa, sono (mediamente e per ovvi motivi) quelle monogenitoriali (a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale del genitore).
    La sua stessa opinione che la differenza biologica tra uomo e donna implichi anche una inevitabile differenza *culturale* esprime disprezzo per l’uguaglianza dei diritti di genere e la nostalgia per tempi nei quali i maschi andavano a lavorare e le femmine rimanevano a casa a crescere i figli. Nostalgia per un periodo nel quale le donne non avevano la possibilita’ di avere una vita autonoma e dignitosa all’esterno del matrimonio.
    E temo proprio che lei sia sincero e che non si renda conto che le sue opinioni possano offendere omosessuali, genitori singoli, donne emancipate e, piu’ in generale, chiunque abbia una concezione di stampo illuministico della societa’.
    Questa è la vostra idea di libertà. Chi la pensa come voi può dire qualunque cosa, come i VERGOGNOSI GIORNALISTI DI CHARLIE H. . Per chi dissente, invece, c’è l’insulto, gli sputi, la violenza. Voi siete Charlie. Anzi, voi siete come Charlie. Io no.
    Certo che i giornalisti di Charlie H. avevano il *diritto* di esprimersi. Cosi’ come lei ha il diritto di considerarli “vergognosi”. Cosi’ come io ho il diritto di considerare intollerante la sua opinione.
    Liberta’ di esprimere un’opinione non vuol dire diritto di non essere criticati.
    Questa e’ la *nostra* liberta’; che le piaccia o no.
    Liberta’ che lei, evidentemente, vorrebbe toglierci ma della quale, definendo “vergognosi” dei vignettisti vittime di terroristi, sta facendo un uso molto ampio.
    E’ verissimo: lei non e’ Charlie.
    E io ne sono felice.

  24. A proposito di questo ragazzo:
    La gente col cuore pieno di malizia, soprattutto i giornalisti, ieri hanno visto un ragazzo che – poverino – sale sul palco ma viene cacciato. Io ho visto un ragazzo mandato da qualcuno (e sappiamo da chi) senza nessun titolo per parlare, mandato disonestamente a fare una domanda che non c’entrava niente con nulla che si era detto prima, una domanda che non aveva diritto di fare togliere la parola a Padre Maurizio Botta. Un usurpatore irrispettoso delle regole base della democrazia. Ho visto un leone farsi agnello, un sacerdote grosso il doppio del ragazzino che poteva spazzarlo via con una manata, un sacerdote seguito da migliaia di giovani, che stava sul palco a pieno diritto, con il credito che gli viene da una testimonianza di vita vissuta e spesa per gli altri, un uomo che si è fatto mille chilometri di treno per farsi togliere la parola da qualcuno che non ne aveva nessun diritto. Un uomo vero e onesto e leale contro persone disoneste. Un uomo per cui della gente ha attraversato l’Italia, un uomo che ha accettato di tacere quando gli è stata tolta la parola, e un ragazzino che protestava perché questa parola la voleva a tutti i costi pur per dire cose che non c’entravano niente, irrispettoso del lavoro e del sacrificio che tutti noi stiamo facendo senza guadagnarci niente di niente (solo punti paradiso, e ti paresse poco). Invito il ragazzino e i suoi amichetti a farsi il loro convegno. Noi non ce li fileremo e non li andremo a disturbare sul palco. Solo, vorrei vedere se anche per lui qualcuno attraverserà l’Italia, starà tre ore al freddo milanese perché non è riuscito a entrare, solo per abbracciare gli amici e guardarli negli occhi senza vergogna.
    http://costanzamiriano.wordpress.com/
    Fareste ridere, se non faceste pena.

  25. @oca: ripeto di fare fatica a capire la sua emotivitâ nel rispondere ad opinioni vhe non le aggradano. Sa non tutti quelli che hanno idee diverse dalle sue su alcuni punti (e mahsri anche se lei non lo sa concorfano con lei su tanti altri punti) sono fuffaroli o criptoqualchecosisti.
    Io non ho scritto di non essere Charlie (il che tra patentesi a livello ogettivo è ovvio) ma il fatto è che “io non sono Giancarlo”. Legga con più attenzione prima di confondere le persone e attribuire patenti di fondamentalista sbagliando bersaglio in pieno.

    1. alberto
      scusi la distrazione, rispondevo a Giancarlo non IBEC
      ripeto di fare fatica a capire la sua emotivitâ
      link o non ci crede nessuno
      Sa non tutti quelli che hanno idee diverse dalle sue su alcuni punti (e mahsri anche se lei non lo sa concorfano con lei su tanti altri punti) sono fuffaroli o criptoqualchecosisti.
      idem
      Giancarlo non IBEC
      Ho visto un leone farsi agnello, un sacerdote grosso il doppio del ragazzino che poteva spazzarlo via con una manata
      LOL

  26. Vedo che i je ne suis pas Charlie sono arrivati anche qui, con le truppe cammellate.
    Giancarlo (non IBEC) finalmente tira fuori tutto il livore e l’aggressività tipici degli anti-illuministi (cattolici sarebbe un insulto per tanta brava gente).
    In effetti loro fanno ridere per davvero, con quel genio della Miriano, che ha molto originalmente inventato il ruolo della donna sottomessa. Non ci fosse stata lei…
    Curioso come, nel fare le vittime, bulleggino a più non posso, dai pugni a chi offende la mamma ai sacerdoti maneschi.
    Giancorlo? Dico a lei! Ha dimenticato il sacerdote indagato per pedofilia in platea. Magari poteva menare le mani anche lui…

  27. Ho appena finito di vedere, quasi per intero, il convegno di ieri a Milano.
    Per quanto riguarda quel ragazzo che è intervenuto sul palco, devo dire che lo ha fatto senza avere alcun titolo ed avendo anche la sfacciataggine di insolentire la platea che non lo voleva sentire. Il soggetto può ringraziare Dio che non sia stato buttato fuori a calci nel culo, perché quella sarebbe stata la sua giusta punizione.
    Altra cosa importante: il presidente della regione Lombardia ha chiesto di istituire un forum permanente della famiglia che sia di riferimento per lui e per tutti coloro che hanno a cuore la famiglia. Inoltre, durante il corso dell’EXPO, sarà organizzato un nuovo convegno, più grande e che possa godere della ribalta internazionale, per continuare a riflettere sul grande tema della famiglia.
    Non ho mai votato lega… finora…

  28. Ringrazio Giancarlo (non IBEC) per averci ancora una volta chiarito che lui ama la censura (nessuno si può permettere di ‘insultare’ la religione) e ritiene giusto incitare alla violenza (buttato fuori a calci nel culo).
    Chi era quel poveruomo che diceva “porgi l’altra guancia”? Sicuramente uno che non aveva alcun titolo per parlare in pubblico.

  29. Ma don Mauro Inzoli in attesa del processo non era stato condannato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede a “una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza”?

  30. @ Giancarlo (non IBEC)
    La gente col cuore pieno di malizia, soprattutto i giornalisti, ieri hanno visto un ragazzo che – poverino – sale sul palco ma viene cacciato.
    Il filmato che le ho linkato rende molto chiaro il clima di intolleranza e ostilita’ nel quale ha provato a fare il suo intervento.
    Ognuno e’ libero di farsi la sua opinione ma a me sembra evidente che sia stato cacciato a causa delle sue idee.
    Anche nei commenti al blog che lei ci propone, trovo un commento molto piu’ saggio dei suoi: “sarebbe stato meglio lasciar parlare liberamente quel povero giovane esaltato (mandato chissà da chi a fare il disturbatore) per poi fargli cortesemente notare che la sua domanda era totalmente fuori tema e che forse aveva sbagliato convegno”.
    Chi ha espresso quel commento ha, molto probabilmente, delle idee diverse dalle mie ma, oltre a un istinto politico piu’ sviluppato del suo, un’idea di “democrazia” molto piu’ raffinata di quella che ha lei.
    Puo’ provare a girare la frittata come le pare ma con la cacciata di quel giovane — disturbatore o no, fuori tema o no, e’ irrilevante — avete fatto un clamoroso autogol mediatico ed e’ probabile che il convegno venga ricordato, dalla maggior parte delle persone, esclusivamente per quello.
    mandato disonestamente a fare […] una domanda che non aveva diritto di fare
    Evidentemente, per lei ci sono domande che si ha diritto di fare e domande che non si ha diritto di fare.
    Un usurpatore irrispettoso delle regole base della democrazia.
    Fortunatamente per noi, lei non e’ in grado di imporre quelle che lei chiama le “regole base della democrazia”, visto che prevedono che solo le domande approvate possano essere poste.
    Ho visto un leone farsi agnello, un sacerdote grosso il doppio del ragazzino che poteva spazzarlo via con una manata
    Spero che lei non valuti i sacerdoti a peso.
    Io, da giovane, trovavo molto divertenti i racconti di Mondo Piccolo di Guareschi ma… si trattava di un’opera umoristica e, comunque, Don Camillo se la prendeva con avversari della loro taglia e abituati a menar le mani.
    Che avrebbe pensato se quel sacerdote avesse “spazzato via con una manata” un ragazzino che l’aveva contrastato solo sul piano delle idee? Probabilmente l’avrebbe approvato poiche’ vedo che in un commento successivo ci scrive “Il soggetto può ringraziare Dio che non sia stato buttato fuori a calci nel culo, perché quella sarebbe stata la sua giusta punizione”.
    Il soggetto puo’ ringraziare Dio che non spetti alla sua omofobia a prendere queste decisioni.
    un sacerdote seguito da migliaia di giovani, che stava sul palco a pieno diritto, con il credito che gli viene da una testimonianza di vita vissuta e spesa per gli altri, un uomo che si è fatto mille chilometri di treno per farsi togliere la parola da qualcuno che non ne aveva nessun diritto.
    Un uomo che, dopo la cacciata del ragazzo, le sue opinioni ha potuto comunque esprimerle. O sbaglio?
    Quindi che cosa ha tolto, all’uomo che ha fatto “mille chilometri di treno”, il ragazzo che le sue idee non ha potuto esprimerle?
    Non pensa che, di fronte al tempo impiegato a fare i “mille chilometri di treno”, i pochi minuti persi per l’interruzione di quel ragazzo siano irrilevanti?
    un uomo che ha accettato di tacere quando gli è stata tolta la parola, e un ragazzino che protestava perché questa parola la voleva a tutti i costi
    Sa com’e’; noi modernisti ci teniamo al diritto di parola. Nostro e altrui.
    A volte la pretendiamo “a tutti i costi”. Sopratutto se viene negata a noi e a tutti quelli che la pensano come noi.
    Invito il ragazzino e i suoi amichetti a farsi il loro convegno. Noi non ce li fileremo e non li andremo a disturbare sul palco.
    Voi non ve li filerete ma sono convinto che loro, al loro convegno, la parola ve la lascerebbero.
    Magari fischiandovi, ma vi lascerebbero parlare.
    E vi risponderebbero (magari aspramente ma) sul merito, non contestando il vostro diritto a parlare.
    Se cosi’ non fosse, avreste la mia solidarieta’.
    Non filandoveli, invece, dimostrereste solo il vostro disprezzo. Alla faccia del rispetto che sostiene di provare nei loro confronti.
    Fareste ridere, se non faceste pena.
    Lei non dev’essere molto abituato a confrontarsi con persone che hanno idee diverse dalle sue.
    Solo in questo modo si spiega che possa fare affermazioni insensate come “provo ribrezzo per i comportamenti aberranti e contro natura degli omosessuali, ma questo non significa che non li rispetti”. Solo frequentando abitualmente persone che la pensano quasi esattamente come lei puo’ non rendersi conto che un’affermazione come la precedente puo’ solo scatenare — in un uditorio eterogeneo — reazioni di raccapriccio e/o di ilarita’.
    Dura confrontarsi con chi non la pensa come lei, vero?
    Oca Sapiens, pero’, le da’ la possibilita’ di esprimersi in questo blog; nonostante il disgusto che — ne sono certo — anche lei prova. Possibilita’ che voi non avete concesso a quel giovane.

    1. E.K. Hornbeck,
      raccapriccio e/o di ilarita’
      più la seconda, sopratutto dopo il leone che si trattiene per non spazzar via il ragazzino magari mandandolo in braccio a don Mauro Inzoli…
      Cmq mi sembra educativo, di solito i cattolici fondamentalisti vengono a dirci che la temperatura si misura in ppm di O-18

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