Le oche – 5

Cari orecchietti di radio pop,

Domani dalle 13 alle 13.30, abbiamo ospiti in studio Andrea Biffi, del nostro comitato scientifico, della coop. Coclea e, quando aveva i calzoncini corti, collaboratore del Ciclotrone. Laureato in paleo-artropodologia se non ricordo male, negli anni ’90 con un dossier storico-architettonico-culturale a prova di bomba e il vostro appoggio era riuscito a far diventare patrimonio mondiale dell’Unesco il villaggio operaio Crespi d’Adda appena prima che finisse a sviluppo edilizio.


Presenterà il progetto ITACA per “valorizzare e tutelare la biodiversità dell’Adda”, voluto da amministrazioni pubbliche, fondazione Cariplo e Politecnico di Milano però a Como, rappresentato per l’occasione da Giovanna Sona.

Qui le cose si complicano, perché la prof. Sona è del laboratorio di geomatica, si occupa del campo gravitazionale terrestre. C’entrano le tecnologie di rilevamento e monitoraggio del nostro geoide, tra cui il drone di ITACA che pare uno Stealth Fighter. Pattuglia il fiume per mapparne le specie vegetali, terrorizzare le libellule (? – agg. no, è silenzioso) e stanare gli invasori alieni detti “piante alloctone” in politically correct.

Il pattugliamento è iniziato nel settembre 2013, con Filippo cerchiamo di farci dire un po’ di dati preliminari. Anche per capire su quale fronte stanno Andrea Biffi e Giovanna Sona nella polemica tra fautori di “fuori gli stranieri” e quelli che preferiscono lasciare agire la selezione naturale e magari osservare la nascita di un nuovo ecosistema malgrado l’inquinamento del fiume e il degrado delle rive.
Se conoscete l’Adda, orecchietti, forse potete dare una mano.

Oggi su Nature, guarda caso, esce “Biodiversity: The benefits of traditional knowledge“, sulla ricerca di due etnobotanici, Cassandra Quave dell’università Emory (Atlanta) e Andrea Pieroni dell’università delle scienze gastronomiche (Pollenzo). Hanno studiato l’uso di 104 piante, medicinali e alimentari, da parte di comunità poverissime, una albanese e l’altra gorani, sulla Gora tra Kosovo, Montenegro e Serbia.
In breve, mangiano la stessa cosa, ma attribuiscono a 43 specie proprietà terapeutiche diverse:

Le conoscenze locali, modulate dalla storia culturale, hanno plasmato l’uso dell’ambiente locale da parte delle due popolazioni e favorito la resilienza durante i periodi di insicurezza alimentare.

Per ascoltarci: FM 107,6, streaming o podcast (con calma, non è ancora caricato automaticamente).
Agg.
I primi risultati di ITACA sono sul sito alloctone.it. Invasore n. 1 : l’ailanto.

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L’energia dell’effetto serra

Anticipato on line da Nature, un paper di Daniel Feldman et al. Hanno misurato per la prima volta, “dal vivo” (a terra, un giorno dopo l’altro mentre la vegetazione cambiava) nell’infrarosso, l’aumento della forzante radiativa dovuto a quello della CO2 atmosferica tra il 2000 e il 2010 (+22 ppm) in Alaska e in Oklahoma. Media

0.2 W m2 per decade (with respective uncertainties of ±0.06 W m2 per decade and ±0.07 W m2 per decade)  

In Alaska, hanno fatto 3.300 misure, in Oklahoma 8.300, com. stampa del Berkeley Lab. Se ne discute da And then there is physics.

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LOL del giorno

Claudio Della Volpe segnala un articolo del Financial Times tradotto sulla fiducia dal Sole-24 Ore. Secondo la Rete europea dei gestori dei sistemi di trasmissione elettrica, l’eclisse solare del 20 marzo rischia di lasciare l’Europa senza corrente

«Tutta l’Europa è interessata, direttamente o indirettamente», aggiunge, ma i Paesi più a rischio sono quelli dove il solare ha un ruolo importante, come la Germania e l’Italia.
La Rgste dice che sta pensando da alcuni mesi a «contromisure» coordinate per contribuire a proteggere il sistema energetico continentale dall’eclissi del 20 marzo, prevista tra le 8.40 e le 12.50 (fuso orario dell’Europa centrale) e che dovrebbe essere visibile in tutta Europa.

Se si esclude una fascia di mare sotto l’Islanda, in Europa l’eclisse sarà solo parziale e la Rete europea ha semmai rassicurato produttori e consumatori.

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No FuF

Bill Gates e amici dell’American Energy Innovation Council pubblicano le proprie raccomandazioni sulle fonti di energia nelle quali il governo USA dovrebbe investire in ricerca e sviluppo: l’unica fusione citata è quella calda.

L’altra breaking news è che il prototipo del reattore a idrino che doveva essere sul mercato dal 1990, è rimandato alle calende greche. Non tutto è perduto. Domani, un inviato crowd-funded del Martin Fleischmann Memorial Project che non riesce a verificare alcunché dal 2013, verificherà le prestazioni dell’e-cat nella versione russa di “facciamo esplodere i criceti con la mente”.

Stay tuned e con la carta di credito a portata di mano.

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Il pensile dell’Ordine Crociato per la colonizzazione cristiana del cosmo e la cromopuntura esogetica sono nel Parco delle bufale.

7 commenti

    1. Giancarlo,
      ah ecco, 29 miliardi di masse solari a 13 miliardi di anni di distanza, un altro buco nero cresciuto più velocemente della sua galassia. Dici che bisogna retrodatare il Big Bang?

  1. Ahiahi… Segnalo che ad affossare l’idrino ci si è messo pure l’USPTO perché, per esempio, questa richiesta di brevetto
    http://appft.uspto.gov/netacgi/nph-Parser?Sect1=PTO2&Sect2=HITOFF&p=2&u=%2Fnetahtml%2FPTO%2Fsearch-adv.html&r=81&f=G&l=50&d=PG01&S1=%28%2274%22%2FDIG.9.CCLS.%29&OS=CCL/%2274%22/DIG.9&RS=CCL/%2274%22/DIG.9
    fa giustamente parte del famigerato digest n° 9 (notare la sigla “Current U.S. Class: […] 74/DIG.9”), c’est-à-dire
    DIG9 PERPETUAL MOTION GIMMICKS (cfr., in fondo, http://www.uspto.gov/web/patents/classification/uspc074/sched074.htm).

    1. FermiGas,
      Ah ecco, chissà quando gli investitori si scoraggeranno.
      Giancarlo,
      A proposito di “investitors” e brevetti, si sa se tecnologia WOW ha purificare i 45m3 d’acqua contaminata di Saluggia? Son passati 5 mesi, a 30 litri/ora dovrebbero aver finito da un po’.

  2. I gestori di rete europea non attiveranno alcuna procedura particolare per l’eclisse. I piani di emergenza li hanno, solo li attiveranno più rapidamente del solito. Ma ci sono due punti importanti da evidenziare.
    Il primo è il coordinamento dei gestori in tempo reale a livello europeo. Credo sia la prima volta che succede ed è un buon test per il futuro quando sarà indispensabile farlo in modo continuato.
    Il secondo è che, se vogliamo prendere il lato buono di un pessimo articolo, sarebbe il caso di occuparsi un po’ di più di investimenti e di migliore integrazione e gestione della rete europea Bilanciare la rete è affare assai complicato e non possiamo fare gli struzzi per non vedere che le fonti discontinue necessitano una diversa gestione. Si può fare e molti centri di ricerca se ne occupano, ma bisogna pensarci per tempo e scegliere il modo più efficiente.

  3. Ottimo, anche se, pensando alle difficoltà di una banale riunione condominiale, la cosa ha davvero del miracoloso…

  4. Cimpy
    vederemo fra poco meno di un mese. Io però sono ottimista, c’è un interesse comune fra i gestori delle reti. Immagina la figuraccia (e i danni) se davvero dovesse andare giù la rete di mezza europa a causa di una banale eclissi.

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