Le oche 6 – Il senso delle rane per i numeri

Cari orecchietti di radiopop,

Domani dalle 13 alle 13.30, intervistiamo Rosa Rugani, post-doc al CiMeC di Trento e Giorgio Vallortigara, direttore del CiMeC: con due colleghi hanno pubblicato un articolo sui pulcini di cui i media hanno parlato molto, e l’altro sulle rane che sono state discriminate dai giornalisti. Un’ingiustizia alla quale vogliamo rimediare.

*

Giulio Valentino Dalla Riva è rimasto affascinato in primo luogo perché è un ranoc pulci matematico (laureato all’univ. di Trento, tanto per dichiarare il conflitto d’interessi), in secondo perché fa parte del nostro “comitato scientifico”, in terzo perché avendo suggerito il tema e i papers, doveva scrivere una presentazione:

Kia Ora, Nuova Zelanda

Le occasioni mondane sono occasioni di imbarazzo per noi matematici.
Sono ad un rinfresco di laurea. Mi presento al padre del laureato, “Papà Castoro” per la privacy. Quando Papà Castoro scopre la mia qualifica, si figura un mattoide, forse pericoloso, con una spiccata capacità computazionale. Grazie tante Hollywood.
Papà Castoro afferma d’avere uno zio “genio della matematica” perché “è un po’ matto e ama fare divisioni con numeri enormi” e, come sempre, mi esorta a dar prova delle mie abilità:
“Quattordicimiladugentomilionizerotre diviso quinzipanzifonzimila.
Quanto fa? Quanto fa?
Mio zio avrebbe già risposto!”
Provo a difendermi:
“Non sono un ingegnere! Noi facciamo scienza, loro i conti…”. (Non ricevo molti inviti da ingegneri, ma non è un problema: ci sono le calcolatrici.)
La curiosità per chi sa far di conto non e’ solo di Papà Castoro. Da dove deriva la nostra abilità numerica? Perché siamo in grado di distinguere fra due numeri, quello più piccolo? Quanto c’è d’innato, e quanto d’appreso?
Domande interessanti. Ci permettono d’investigare la radice evolutiva della matematica. Dato che la matematica ed il linguaggio non lasciano fossili, dobbiamo affidarci al raffronto con le altre specie.
L’abilità di ordinare grandezze numeriche è diffusa in molti animali: non solo presso i cugini primati e le scimmie, ma anche in salamandre, coyote, elefanti, cavalli, api, rane, pulcini. Anche i cani preferiscono 6 hotdog a 5 hotdog. Pure i matematici, ma fanno un disastro col ketchup. Questa “proto-matematica” sembra essere cablata nel cervello dall’evoluzione.
Si considerava unica negli Homo sapiens la raffigurazione mentale dei numeri su una linea orizzontale. I più piccoli a sinistra, i più grandi a destra. L’ordine crescente (1, 2, 3) corrisponde per noi alla direzione sinistra-destra.  Era ritenuta un tratto culturale dato che in culture dove la scrittura procede da destra a sinistra l’ordine crescente corrisponde, invece, alla direzione destra-sinistra.
Rosa Rugani, Giorgio Vallortigara, Konstantinos Prifitis e Lucia Regolin, con un semplice quanto ingegnoso esperimento, hanno mostrato che anche dei pulcini di appena tre giorni associano un numero piccolo alla sinistra e un numero grande alla destra. Inoltre, la valutazione del piccolo e del grande è relativa: un numero è piccolo o grande a seconda di quale altro numero si prenda come riferimento. Qualcosa di simile era già stato mostrato per le galline, le nocciolaie di Clark e i macachi Rhesus.
Quanto è “unicamente” umana la matematica se la sanno fare anche i pulcini? E cos’è la matematica? Un edificio di astratti concetti o, come propongono George Lakoff e Rafael Núñez, un prodotto delle interazioni del nostro corpo con il mondo? Può essere frutto di meccanismi evolutivi?
Ai pulcini l’ardua risposta.
Buon ascolto!
Giulio

Bibliografia

  • Number-space mapping in the newborn chick resembles humans’ mental number line, Rosa Rugani et al, Science, 30 gennaio 2015
  • Numeral discrimination by frogs (Bombina orientalis), Rosa Rugani et al., Animal Cognition, gennaio 2015, anticipato on line in agosto
  • Giorgio Vallortigara, Nicla Panciera, Cervelli che contano, Adelphi, ottobre 2014, 191 pagine, 25 euro

E forse lo hanno anche i pesci

8 commenti

  1. Orpo, i pesci! Mi son dimenticato i pesci! Ora s’arrabbiano anche quelli…
    P.S. Spero che nessun ingegnere se la prenda sul serio, si fa per scherzare 🙂

    1. Gvdr,
      i polpi stanno organizzando Occupy Le oche e gli ingegneri dicono che il matematico ce l’hanno nel taschino.

      CimPy,
      errori di qualche ordine di grandezza, comme d’habitude

  2. @ Gvdr
    A proposito dell’abilita’ dei matematici nel fare i conti…
    Appena laureatosi in matematica, un mio amico ando’ a festeggiare in pizzeria con dei compagni di corso.
    Al termine della cena, la cassiera presento’ loro il conto complessivo chiedendo “ragazzi: ve li preparo io i conti individuali o ci pensate da soli?”
    Uno del gruppo, con aria moderatamente altezzosa e blandamente offesa, rispose: “Signora: tra noi ci sono 5 laureati in matematica e 4 laureandi!”
    La cassiera li guardo’ e, compassionevolmente, concluse: “D’accordo. La divisione ve la faccio io.”
    Molti del gruppo ringraziarono.

  3. Ahahah, ci posso credere! Generalmente è così: con una costante attenzione a problemi sempre più astratti, dimentichiamo come far la prova del nove. Si recupera qualcosa quando si devono insegnare i corsi base. Credo sia perché nella maggior parte dei problemi, un numero sopra al 6 è guardato con sospetto. Come se fosse sintomo di qualcosa di sbagliato, ancora da capire, nella teoria.
    Generalmente, perché poi ci sono mirabili eccezioni di brillanti matematici che sono anche molto bravi a far conti mentali… Non io.

  4. @Gvdr
    Credo sia perché nella maggior parte dei problemi, un numero sopra al 6 è guardato con sospetto.
    Mi chiedo se quel numero 6 sia uscito fuori per caso. Ieri ho fatto un commento che si è finito nell’immondizia o che più semplicemente non ho pubblicato dimenticando di premere il pulsante opportuno, riguardo al 6 come la numerosità che il vivente (sembra cosa comune, fu dimostrato per il polpo) percepisce ad occhio senza contare.
    Se su un mobile ci sono 6 soprammobili uno li vede subito. Se sono 8 li deve contare. Non so che vuol dire ma è cosa mirabile.
    Già che ci sono volevo rassicurare ocasapiens: pur in una generazione abbastanza vecchia non ho mai posseduto un regolo degno di questo nome. Troppo comoda la Texas d’annata. Qualcuno, tra i più audaci, si spingeve perfino verso la HP con notazione polacca inversa. Poi arrivò il basic e ci liberò, per i problemi più semplici, dalla pesantezza del Fortran. Matlab, già non facevo più conti, anche se ho in mente di usarlo ora e personalmente per separare delle voci nei file audio. Però se resisto mi passerà questa voglia insana.

    1. Gvdr e E.K.Hornbeck
      un numero sopra al 6 è guardato con sospetto.
      dite così perché era la puntata n. 6 delle oche…

  5. eh be e allora? mica pregano il buon gesu’ i pulcini. c’e’ una complessita’ irriducibile. e anche un golpe. e un gomblotto per far pagare alla chiesa cattolica un po’ di tasse. gli ebrei. i massoni. la plutocrazia.
    poveraccio…

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