Anser astronomica


Science anticipa on line nuovi risultati della missione Rosetta, ottenuti con lo spettrometro Rosina nell’ottobre scorso, quando sorvolava a soli 10 km di distanza 67P/Churyumov-Gerasimenko: è la prima volta che si misura azoto molecolare su una cometa e dal rapporto N2/CO molto basso, sembra che si sia formata nel grande gelo ai tempi della”nebulosa protosolare”, dalle parti di Plutone.

(Com. stampa dell’ESA)

Adesso che si avvicina al Sole, rilascia una scia di gas a 800 km/secondo, ogni volta che arrivano sulle ali giganti di Rosetta, la deviano e bisogna correggerne il percorso. Complica un po’ i tentativi di comunicare con Philae durante la “finestra giusta”, che continuano per ora senza risposte. Se è nel dirupo più probabile, ancora non ha potuto ricaricare i suoi pannelli solari, ma forse in estate…

*

Sui PNAS, Konstantin Batygin e Greg Laughlin paragonano i sistemi solari scoperti finora, che rispetto al nostro hanno pianeti rocciosi più grandi massicci e più vicini alla loro stella. Con delle simulazioni, ne deducono che il nostro sarebbe un’eccezione dovuta a una “migrazione” di Giove verso il Sole e, dopo la formazione di Saturno, a una svolta a U e ritorno alla base che avrebbe trascinato con sé un sacco di polveri. Con i resti si sarebbero formati stretti attorno al Sole quattro pianeti mingherlini dall’atmosfera esile.

Scenario molto ipotetico – com. stampa dell’UC Santa Cruz.

*

Sul sito dell’INAF, è spiegato il paper di Tomasz Kamiski et al. sulla “stella nuova” apparsa nel 1670 agli astronomi europei nella costellazione della Volpetta. In realtà per due anni hanno osservato qualcosa di straordinario:

una collisione spettacolare tra due stelle, più brillante di una nova ma meno di una supernova, che produce un oggetto noto come transiente rosso. Questi sono eventi molto rari in cui le stelle esplodono a causa dello scontro con un’altra stella, sparando via nello spazio il materiale dall’interno della stella, lasciando alla fine solo un debole resto incluso in un ambiente fresco, ricco di molecole e polvere. Questa nuova classe, ora riconosciuta, di stelle in eruzione si adatta quasi esattamente al profilo di Nova Vul 1670.

La Volpetta è mitica. Non solo è la costellazione nella quale Jocelyn Bell ha scoperto la prima pulsar, ma un tempo si chiamava “Vulpecula cum ansere“, azzannava un’ochetta e veniva inseguita da mamma Oca furente e tre volte più grossa di lei.

Ah no?

Non era mamma Oca, ma il Cigno?

*

Ma la notizia più importante della Galassia è che Oppy, la cara vecchia rover che manda corrispondenze da Marte in esclusiva per Oggi Scienza, è uscita dal suo sonno invernale e si è subito messa al lavo fatta una ventina di selfie

 *

Macchina del tempo

Al CERN intanto

LHC run 2 is coming ever closer. Seven of the machine’s eight sectors have successfully been commissioned to the 2015 operating energy of 6.5 TeV per beam, and the eighth is not far behind. There will, however, be no circulating beam in the LHC this week. An intermittent short circuit to ground in one of the machine’s magnet circuits was identified on 21 March and is under investigation. It is a well understood issue, but one that could take time to resolve since it is in a cold section of the machine and repair may therefore require warming up and re-cooling after repair.
“Any cryogenic machine is a time amplifier,” said CERN’s Director for Accelerators, Frédérick Bordry, “so what would have taken hours in a warm machine could end up taking us weeks.”