X. fastidiosa

In Europa, le morie di alberi succedono spesso: i lecci a fine anni ’70, gli ippocastani negli anni ’80, i frassini nell’ultimo decennio, dalla fine del 2013 tocca agli ulivi.


Ieri la Commissione europea per l’agricoltura e lo sviluppo rurale ha esaminato il dossier sulla Xylella fastidiosa, un batterio arrivato in Puglia probabilmente con piante importate dal Sudamerica, che sta infestando gli uliveti del Salento. Da un lato, ci sono le raccomandazioni dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare

The systematic use of insecticides for vector control may create environmental impacts. With regard to risk reduction options, strategies for the prevention of introduction and for the containment of outbreaks should focus on the two main pathways (plants for planting and infectious insect vectors) and combine the most effective options in an integrated approach. For plants for planting, these could be pest-free production areas, surveillance, certification, screened greenhouse production, vector control and testing for infection and, for some plant species, treatments (e.g. thermotherapy). …

Dall’altro, il dossier degli esperti dell’associazione Peacelink, che ha curato con fungicidi (per uccidere le larve della cicala?) 500 alberi e secondo la quale non servono misure estreme, come l’abbattimento di alberi sani per creare “zone tampone” o “aree di produzione libere da patogeno”, per dirla con l’EFSA.

Il commissario sembra d’accordo. Si era provato in Brasile quando la X. fastidiosa distruggeva gli aranceti, ma grilli, cicale ecc. la disperdevano su grandi distanze e in altre specie.

E’ stato terribile, i proprietari delle piantagioni mandavano i braccianti a spargere insetticidi senza maschere, guanti, tute… come oggi nelle piantagioni di caffè.

Una volta la X. fastidiosa attecchita in Salento, sarà difficile che si fermi lì. La Commissione ha rimandato la decisione su quali strategie finanziare tra un mese, ma i precedenti non fanno ben sperare. Curare un albero richiede 3-5 giorni e in Puglia si calcola che siano oltre 60 milioni. Refrain: ogni ritardo aggrava i rischi per le altre regioni italiane e gli altri paesi europei.

Tema affine su Nature, le foreste europee stanno poco bene, ma si potrebbero curare.

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Su Nature Climate Change, Stefan Rahmstorf, Jason Box, Michael Mann e altra bella gente ricostruiscono con una serie di proxies la velocità della corrente del Golfo nell’ultimo millennio. Abstract: sta rallentando, molto probabilmente frenata dalla fusione dei ghiacciai groenlandesi che raffredda l’acqua del Nord Atlantico. Nel com. stampa del PIK, Stefan R. dice:

If the slowdown of the Atlantic overturning continues, the impacts might be substantial. Disturbing the circulation will likely have a negative effect on the ocean ecosystem, and thereby fisheries and the associated livelihoods of many people in coastal areas. A slowdown also adds to the regional sea-level rise affecting cities like New York and Boston. Finally, temperature changes in that region can also influence weather systems on both sides of the Atlantic, in North America as well as Europe. 

Ma rallenterebbe anche il riscaldamento globale. Bon, passo a cose meno deprimenti.

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Divorzio

Carbon Tracking analizza l’andamento dei consumi di carbone in USA tra il 2007 e il 2014

  • Whilst historically economic growth in the US has consistently driven increased coal use, there is now clear evidence of a decoupling of the two. In fact, despite GDP continuing to rise, domestic coal use peaked in 2007 and has been on a declining trend.

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John Nash ha ricevuto il premio Abel per la matematica.

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Lol del giorno

E’ uscito il programma della CIFuF padovana.

1 commento

  1. In Europa, le morie di alberi succedono spesso: i lecci a fine anni ’70, gli ippocastani negli anni ’80, i frassini nell’ultimo decennio, dalla fine del 2013 tocca agli ulivi.
    Aggiungo i pini marittimi che sono scomparsi in Liguria e in alta Toscana. Colpa di un insetto che si chiama Matsucoccus Feytaudi.

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