Give peas a chance

 
Questa sera si possono seguire in diretta dall’abbazia di Brno i festeggiamenti per il 150° anniversario delle lezioni di Gregor Mendel, “Bastarderzeugung im Pflanzenreiche“, sull’ereditarietà nei piselli. 

Il suo compleanno è dopodomani.

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Cinquantenario
Da Nature, 26 giugno 1965
… Non si condannano ovviamente le potenzialità in forte crescita (5-10 volte quelle del 1945) della stampa scientifica, ma la moltiplicazione talvolta indiscriminata delle parole, formule, illustrazioni stampate porta a un sovraccarico delle biblioteche, a una frustrazione da incubo del lavoratore della ricerca che non recupera mai l’arretrato da leggere, e volenti o nolenti l’incoraggiamento alla pubblicazione di materiale incompiuto e mediocre.

Oggi le potenzialità sono migliaia di volte quelle del 1945 e gli autori si lamentano perché la peer-review è lenta…

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Secondo il ten. col. Guido Guidi e il pio complottista Pennetta che se le beve tutte, il “mondo non di scalda più dal 1998”. Secondo il senatore Carlo Rubbia, dal 2000 la T globale è calata di 0,2° C. Questa è la serie appena aggiornata dal GISS-NASA:

Un giorno ammetteranno di aver raccontato frottole?

La media N delle anomalie di giugno esce questo pomeriggio, nel frattempo si può sfogliare State of the Climate 2014 o guardarne gli “highlights“, per esempio l’innalzamento del livello del mare che non conosce né “iato” né “pausa”. D’altronde:

Four independent global datasets showed that 2014 was the warmest year on record

come altri nove anni dall’inizio del secolo.

17 commenti

  1. Non so se lo conosci, ma I siti dubbi li puoi anche linkare con http://www.donotlink.com/
    Purtroppo quella del publish or perish e’ un problema serio, e non se ne vede la fine.
    La mia ultima review e controreview PRL ci ha messo 6 mesi ad arrivare, questo ha avuto conseguenze su un grant che sto scrivendo e via a cascata… insomma c’e’ gente che su un solo paper ci scommette se non la carriera quantomeno la traiettoria, e tutto quanto dipende su cosi’ tante variabili a prescindere dalla qualita’ del paper stesso.
    Forse bisognerebbe darsi una frenata, ma come, se i primi ad aver la grana sono i primi a guardare queste cose? Addirittura adesso per alcuni grant in alcuni ambiti molto competitivi, la cosa che fa piu’ figura, piu’ di altri indicatori sintetici che son gia’ loro abominio, e’ il numero secco di PRL, figuriamoci leggere e valutare con calma.
    E di conseguenza a volte referee respingono PRL su base “stilistica” perche’ mors tua vita mea. E via di branco di squali in uno stagno…

    1. Andrea,
      grazie del donotlink, cercherò di ricordarmelo.
      Forse bisognerebbe darsi una frenata, ma come, se i primi ad aver la grana sono i primi a guardare queste cose?
      Buona domanda, finora le soluzioni – metriche varie – hanno peggiorato le cose.

  2. Non credo sia un problema di ANVUR, e’ proprio il mercato che e’ sregolato fra domanda e offerta e quindi c’e’ stata una corsa alla pubblicazione spaventosa negli ultimi anni a livello globale che ha provocato l’inflazione di tutti i parametri sintetici e non.
    Voglio dire, su parametri ANVUR io ho il numero pubblicazioni e citazioni necessarie all’abilitazione scientifica nazionale, il che significa che la mediana (il dato piu’ frequente) dei professori associati presenti nelle universita’ italiane nel mio ambito di fisica teorica ha meno pubblicazioni e citazioni di me nonostante anni e anni di carriera.
    Ma rispetto ai postdoc che sono “a piedi” in questo periodo non e’ che sia un fenomeno, anzi. E probabilmente nella valutazione globale sarei (anche giustamente) acerbo per una cattedra tenured.
    E’ solo che oggi un giovane ha la cagarella, e’ costretto a seguire tanti progetti in parallelo per pubblicare spesso, si fa invitare alle conferenze (ultimo trend per avere fondi e fare curriculum: ci sono conf. dove gli invited talk durano 20 minuti perche’ il 50% sono invited), mi sono per ora astenuto dalle pubblicazioni a Salame ma e’ oramai la norma (pubblicazioni divise in 3 parti di 10 pagine l’una) questo inflaziona tutti i parametri in modo rapido (perche’ se fai un salame e uno deve citarti il salame intero, il tuo numero di citazioni e il tuo indice h si impenna), tanto se hai troppo e troppo complicato materiale PRL non lo vogliono e magari per un PRC solo e’ sprecato ed ecco che compaiono le Serie (ora c’e’ anche il menu a tendina apposito su APS).
    ANVUR non puo’ fare assolutamente niente se ci sono 10 giovani incazzati per un posto solo, e devono farsi la guerra e, si sa, in guerra e in amore tutto e’ concesso.
    Se non forse iniziare a punire (ma diventa una punizione retroattiva) i Salami, le collaborazioni vaste…etc… tipo convenzione di Ginevra per le pubblicazioni… Ma che vantaggio ne puo’ avere? Siamo gente sveglia, piu’ regole significa solo piu’ modi di fregarle.
    Imho e’ il mercato che va ristrutturato, un po’ “alla francese”, dove non si assumono dottorandi in quantita’ industriale per avere carne da macello e senza copertura per posizioni indeterminate, per poi avviare un circolo vizioso di competizione feroce, espatrio, e dropout rate vicino al 95%.

  3. Beh, non volevo dire che l’ANVUR è la causa di tutti mali, ma ci mette di suo.

  4. Mah IMHO invece ANVUR sarebbe molto utile se ci fosse una risposta normativa adeguata. Ci sta avere dei parametri su cui confrontare i candidati, e soprattutto dei parametri su cui confrontare lo stato di dipartimenti e discipline (che per il teorema del limite centrale restituiranno un confronto abbastanza affidabile e preciso laddove il confronto individuale e’ se non insensato, quantomeno non piu’ che indicativo).
    Ora il legislatore sa che alcuni ambiti e discipline possono essere tagliati come rami secchi, e non ci perde niente e nessuno o quantomeno va portato un caso forte sull’utilita’ di un settore scientifico disciplinare che ha una mediana di 1 pubblicazione e 0 citazioni (la maggioranza dei SSD in realta’ e’ su questo tenore) o di dipartimenti interi che hanno la produttivita’ scientifica paragonabile a individui.
    Il problema e’ che sono stati spesi fondi ingenti per qualcosa che allo stato attuale e’ sostanzialmente inutile in quanto non si assume praticamente nessuno e non si licenzia ovviamente nessuno, quindi tale investimento non e’ ammortato.
    In definitiva allo stato attuale sono state spese centinaia di milioni di euro per assumere 4 gatti che saranno anche qualificati e certificati (mah), ma sarebbero stati assunti comunque con e senza ANVUR, specialmente se i fondi ANVUR fossero andati direttamente a ammortizzare i tagli al FFO ne avremmo assunto qualcuno in piu’.

    1. Andrea,
      una risposta normativa adeguata
      la stanno cercando un po’ dappertutto senza trovarla – Cina e altri regimi dirigisti a parte. Viene il dubbio che non esista e che convenga provare riforme meno ambiziose, e reversibili prima che facciano troppi danni.

  5. Mah risposte normative adeguate, anche se non perfette, se ne possono fare molte, piuttosto che l’immobilismo alternato a fondi a pioggia e alte maree che alzano indistintamente tutte le barche.
    E’ ovvio che l’universita’ Italiana abbia un problema di valutazione e di risposta alla valutazione, che ci siano dipartimenti terribili, che ci siano SSD tenuti in piedi a caso, che l’Italia sia ultracompetitiva in alcuni settori storici e ridicola in altri.
    D’altronde Brunetta, professore associato (e poi ordinario) con 3 pubblicazioni e 0 citazioni, che si credeva candidato Nobel, da quale ambiente accademico dovrebbe essere stato partorito? Dovrebbe essere una cosa normale?
    ANVUR et similia servirebbe apposta per evitare certe stronzate e sebbene non esista il silver bullet per un problema cosi’ complicato e sebbene lo strumento in se sia meno efficace del previsto (anche perche’ usato in modo poco efficace), sebbene tutti i paesi abbiano problemi, ci sono paesi che hanno problemi che altri hanno risolto tempo fa e si rifiutano di adottare una delle tanti soluzioni che esistono, coerentemente… perche’ l’immobilismo fa bene a tutti… tranne che a quelli bravi.

    1. Andrea,
      in parte sono d’accordo. La cosa penosa qui è la protezione del demerito, di quel tot % che non dovrebbe né insegnare né far ricerca, un Brunetta per dire. Però ci vuole un margine di tolleranza per la mediocrità (la medietà), penso, finché non si trovano misure infallibili del talento!
      Non mi sembra giusta l’idea di chiudere interi SSD: potrei elencare decine di ricercatori/prof notevoli e ben citati in università disastrate.
      L’altra cosa è che la ricerca non basta per valutare le università: devono formare gli specialisti necessari, con le competenze necessarie. Forse è più difficile da misurare, ma la Svizzera e la Germania sembrano riuscirci.
      OT, mi piacerebbe sapere cosa pensi dei “simil prioni“candidati alla materia oscura.

  6. “Non mi sembra giusta l’idea di chiudere interi SSD: potrei elencare decine di ricercatori/prof notevoli e ben citati in università disastrate.”
    SSD = Settore Scientifico Disciplinare. Ci sono settori scientifici disciplinari che non sono molto affollati, ma presi tutti quanti quelli che contribuiscono a quella materia in tutta Italia hanno meno pubblicazioni e citazioni di un singolo professore veramente quotato nella stessa materia.
    Semplicemente a quel punto si chiude il settore, significa che praticamente non si fa ricerca in quell’ambito in Italia e bona… non c’e’ nulla di male.
    L’Olanda non fa praticamente ricerca in struttura nucleare multicorpi ma non fa finta di tenere un SSD aperto all’uopo e di riversare qualche centinaio di migliaio di euro ogni X anni giusto per dare il contentino.
    Se l’Italia chiudesse completamente i rubinetti per archeologia sumera non e’ che si morirebbe o sarebbe un’attentato all’istruzione.
    Si dice alla gente di fare altro o si cerca di farli assegnare incarichi di insegnamento/gestione piu’ pesanti e farli diventare “teaching professor”…etc…
    E chiudere dipartimenti la stessa cosa, chiudere o implicare una classificazione (come in Germania, Svizzera, Finlandia, Francia…etc…)…etc…
    Questo non e’ che implica lasciare tutti a piedi con il falcione, al contrario! I professori ottimi continueranno a essere ottimi, a ricevere fondi europei, e magari alzeranno il tiro del loro dipartimento. Oppure si sposteranno verso un altro dipartimento, mentre professori che vogliono la vita piu’ tranquilla fanno il giro opposto.
    Appunto pero’ si puo’ smettere di dire che “tutti sono ottimi” “tutti sono bravi”, perche’ non e’ vero. E con un sistema di valutazione si ha la possibilita’ di scremare, che poi in Italia significa solo separare i completi disastri che non pubblicano veramente, e non ci provano neanche, da 10^1 anni dal resto e gia’ elimineresti una ingente dose di sprechi e faresti spazio alle nuove generazioni.
    Insomma con ANVUR si ha un mirino per porsi nella stessa ottica di quei paesi, che e’ meglio che sparare alla cieca.
    Poi se la pistola e’ scarica o se non si ha voglia di premere il grilletto poi il mirino, sia esso pessimo o precissimo, e’ comunque inutile, e con esso i soldi spesi per acquistarlo quando si sarebbero potute acquistare piu’ munizioni ed e’ inutile anche farci troppi mal di testa sopra.
    I Pioni (I prioni credo siano un tipo di neuroni) sono un modo efficace (ricordi teorie fondamentali vs efficaci?) di modellizzare l’interazione forte.
    L’assunto di base e’ che ci sia materia oscura che interagisce per interazione forte (le cosiddette SIMP: Strong Interacting Massive Particles).
    Ora l’interazione forte e’ un bel casino da calcolare, perche’ sebbene dovremmo sapere tutto di essa da semplici equazioni di QCD, sappiamo che i Gluoni mediano l’interazione forte. Il problema e’ che in pratica i calcoli per situazioni “non estreme” sono incredibilmente complicati e richiedono computazioni assurde (parliamo di centinaia di milioni di ore di CPU senza riuscire ad avere abbastanza termini per costruire un deutone realistico).
    Le situazioni estreme sono altissime densita’, temperature…etc… quello che fa LHC, insomma. Le situazioni “normali” sono i nuclei che abbiamo in natura sulla Terra o nelle Stelle durante la loro vita tradizionale, e tutto cio’ che e’ intermedio fra queste scale molto diverse.
    Agli inizi si era supposto che i pioni mediassero l’interazione forte, poi si e’ scoperto fossero i gluoni, qualcosa di diverso, ma il modello e’ rimasto in quanto modello efficace. Ovvero dato che a calcolare i gluoni ci perdi la testa, assumi che un “pacchetto” di gluoni e altre cose che coinvolgono l’interazione forte, faccia un Pione “virtuale” (cioe’ di modello) e poi cambi la massa del Pione per rappresentare quanto grosso ti viene il pacchetto.
    Ora quanto questo pacchetto “virtuale” sia “reale” dipende dall’epistemologia e’ un dibattito filosofico un po’ complicato (della serie: se abbiamo un modello perfetto, anche se comprende entita’ non e’ osservabili, significa che le entita’ che lo popolano sono reali? E dato che (quasi) nessun modello e’ perfetto, quanto deve esserlo prima che ne siamo soddisfatti?), ma insomma non e’ cosi’ immediato dire che ci sia un pione che fisicamente si scambia.
    Chiudendo il cerchio, il punto di questo articolo (per quanto ne capiso, non sono dell’ambito DM) comunque e’: supposto che abbiamo questi SIMP che interagiscono con interazione forte come i nuclei e le nostre particelle preferite, che proprieta’ dovrebbe avere l’interazione (in questo modello, la massa del Pione) che lega questi SIMP, per avere una quantita’ di DM che riproduca alcune proprieta’ delle galassie?
    E le proprieta’ sembrano essere molto simili alle proprieta’ dell’interazione forte standard, indicando che l’ipotesi SIMP potrebbe essere buona.
    Se fosse stato molto diverso al contrario avremmo avuto un modello che suppone l’interazione Forte ma ottiene delle proprieta’ diverse da quella che conosciamo, quindi probabilmente si tratterebbe di un’altra interazione o di una manifestazione molto diversa dell’interazione forte.
    IMHO se esistessero dei SIMP con una costante di accoppiamento simile ad altre particelle, li avremmo visti nei jet, specialmente se dovessero essere quelli che determinano le anomalie registrate in AMS…
    L’ipotesi che siano a masse ancora piu’ alte di quelle sondabili con diversi TeV, e quindi esista esclusivamente una quantita’ di Relic DM (DM dal Big Bang) imho non regge coi modelli cosmologici piu’ accreditati che vedono la DM incrementare con il freeze-out dell’universo.
    Ma davvero non sono un esperto e ho solo da imparare.

    1. Andrea,
      Discorso lungo – in breve, dei dipartimenti forse si possono chiudere, interi SSD direi proprio di no. In generale, credo che sia impossibile decretare a priori l’inutilità locale di una disciplina. Gli archeologi sumeri, per dire, giovano anche alla diplomazia.
      Ups, scusa il refuso! I prioni sono proteine che abbiamo anche nel cervello infatti, il caldo me lo sta fondendo… Grazie della spiegazione. Avevo colto solo il ribaltamento di prospettiva e visto che si cercano le Wimps da vent’anni senza trovarle e che l’LHC sembra funzionare a regime, sarei per “give Simps a chance”.

  7. Non mi sembra affatto impossibile, è quello che fanno tutti i paesi. In ogni paese ci sono cose su cui si ricerca, e cose su cui non si ricerca. Solo gli Stati Uniti fanno ricerca su TUTTO (forse), ma in Europa è normale abbandonare completamente lo studio di alcuni argomenti, per agevolare gli altri, perchè uno stato europeo non può permettersi di sostenere la ricerca in tutte le sue direzioni singolarmente (e questo è il senso anche dell’Europa come unione e delle Marie Curie e altri bandi di misura europea e non nazionale).
    L’Irlanda non finanzia il CERN ad esempio, ci sono pochissimi fisici delle particelle in Irlanda (che io sappia 2 gruppi), quindi interi settori di fisica delle particelle, per quanto altrove siano prolifici, non si studiano. (ad esempio non credo che ci sia nessuno che si occupa di SIMPs e neanche WIMPs in Irlanda). In compenso finanzia di più informatica, biologia…etc…
    Ed è una cosa enorme, un settore in cui è facile essere prolifici e dare seri contributi (al punto del recente grant per Open Science, a te che interessa non so se ti è sfuggito cose come l’apertura di questo sito: http://opendata.cern.ch e ).
    Se un settore invece è colmo di gente che performa scarsamente, ed EVIDENTEMENTE i fondi per tutti i settori aperti oggi non ci sono, semplicemente si può chiudere quel settore, esattamente come ha fatto l’Olanda con la struttura nucleare, l’Irlanda con gran parte della fisica delle particelle…etc…
    E’ inutile dare fondi a una serie di mediocri professorini, che alleveranno mediocri studentini, che non daranno mai un contributo sul piano internazionale, mentre gli stessi studenti se indirizzati in modo migliore (e lo studente autonomamente non ha gli strumenti per indirizzarsi, qualunque professore, perfino Brunetta, gli sembrerà un espertone della materia se si presenta in modo adeguatamente vulcanico) anzichè nella bolgia autocratica dell’organizzazione dottorale odierna potrebbero impattare molto meglio, a vantaggio di noi tutti, con gli stessi soldi.
    A volte ci sono motivi chiave per sostenere SSD che al momento sono fallimentari, ma allora deve essere fatto uno sforzo per innescare un circolo virtuoso all’interno dell’SSD stesso, altrimenti qualcun altro in europa ci penserà a coprirlo, e se qualche studente italiano scoprisse la passione per la sumerologia (a scanso di equivoci, sto sparando neh, magari l’Italia è fortissima in sumerologia e ditemelo e mi scuso e prometto di leggere N paper segnalati come “mi dolgo”) o per la fisica di simulazione di supernove può sempre andarsene in Germania dove sono fortissimi, non ha bisogno di Visto e permessi, la lingua ufficiale è con tutta probabilità l’inglese sia nel dipartimento di origine che in Germania, e in fin dei conti non è così dissimile dallo spostarsi da Pavia a Catania per studiare la fisica Nucleare.
    E’ perfettamente inutile mantenere un gruppettino microscopico e di nessuna rilevanza, e che non sembra volerne avere, in Italia, e i grupponi superfighi nel resto dell’europa.
    O prendi uno di quei professoroni superfighi e lo trapianti in Italia con un’offerta competitiva (che in Italia non puoi fare), perchè decidi che le supernove sono un interesse strategico per la tua nazione, oppure chiudi i rubinetti (e gli studenti) al gruppettino microscopico e mandi la gente a insegnare e amministrare. Esattamente come fanno altrove. In Belgio (e in Finlandia) han deciso che la fisica nucleare è importante e dato che la scuola locale sta un po’ morendo, fanno offerte “folli” a professori europei per mantenere una formazione probabilmente nella speranza che un paio di giovani sufficientemente corrazzati tornino in patria. In Olanda han deciso che non ne vale la pena e han chiuso i rubinetti e non si fa più niente sull’argomento.
    Altrimenti, con lo stesso identico principio, dovresti poter avere rappresentanti di tutti gli SSD in ogni regione, o addirittura in ogni città, d’altronde lo studente ha diritto alla formazione su ciò che vuole, dove vuole, no?!
    Una chance non si nega a nessuno, pure ai SIMPs, ma ci son momenti in cui bisogna realizzare che la chance è passata.

    1. Andrea,
      potare rami secchi ok, ripartirsi le discipline che richiedono mega-investimenti anche. Ma spesso sono interdipendenti, richiedono competenze specifiche di una cultura o dipendono dalle risorse locali ecc.
      L’archeologia sumera mi fa pensare a Dario Camuffo, il fisico che trent’anni fa ha avuto l’idea di usare anche reperti culturali come proxy per la ricostruzione del clima mediterraneo perché un suo collega di Padova (? mi sembra) paragonava i racconti biblici a quelli sumeri-babilonesi e sapeva tutto sul Diluvio. Poi è diventato un progettone europeo con un mix di SSD da capogiro, e oggi Nature parla dei modelli agro-climatici europei: usano i dati di Camuffo et al., ma nel 1985 chi l’immaginava?
      Dubito che ci leggano archeologi o che si offendano, però se ti diverte prova per es. Daniele Morandi Bonacossi su Scholar.

  8. Esatto, l’interdisciplinarietà è importante, e l’interdisciplinarietà non si sviluppa di certo fra gente che non fa ricerca da N anni (o forse che non l’ha mai fatta veramente) nella speranza che avvenga quello che in gergo si chiama “information spill” con gente che probabilmente non è mai in ufficio se non nell’ora di ricevimento studenti.
    Ci vuole un certo coefficiente di bravura, proprio per questo una università deve trattare aspetti di tutte le materie, ma non può pretendere di trattare tutto lo scibile all’interno di tali materie.
    E lo stesso vale per un paese.
    Già che esistono SSD con migliaia di affiliati e SSD con decine, indica uno squilibrio di denominazione che va corretto, in un verso o in un altro, se si vuole dare significato all’unità gestionale. Se poi alcuni fra questi SSD con decine di affiliati hanno complessivamente una resa infima, paragonabile a una singola persona che fa ricerca vera, significa che nessuno di quegli affiliati fa ricerca.
    Perchè la questione evidenziata da ANVUR è molto semplice: in Italia solo una parte del corpo Professori fa ricerca, e un’altra parte non ne fa manco mezza.
    E la parte che non ne fa manco mezza, va tranciata senza rimorsi ne ritegno, e sostenere l’esistenza di SSD in cui nessuno fa ricerca, significa mantenere l’esistenza di gente che non fa e non farà mai ricerca vera (e la creazione di nuove entità di quella gente) ed equipararla a quella di altri che si dannano l’anima senza un gran ritorno.

  9. Andrea
    il punto non è che non si può fare ricerca su tutto nè che non si debbano dare soldi ai fannulloni, su questo siamo probabilmente d’accordo tutti. Il problema sono le dinamiche per la selezione e io non credo che la strada sia l’imperante spinta pseudo “economicista” che va tanto di moda, in realtà più fra gli opinionisti che fra i ricercatori. Io, soprattutto, ho un’idea molto diversa sul valore intrinseco della conoscenza.
    Non dimenticare che l’ideologia o la teoria dietro certi criteri non è neutrale e può essere nefasta anche se ne condividi gli obiettivi (dichiarati). E attenzione che il gioco può sfuggire di mano; probabilmente sei cosciente che, ad esempio, molti ritengono che i soldi spesi al CERN non valgono la candela …

  10. Il fatto e’ che ANVUR, IMHO, ha poco a che spartire in questo, o almeno la parte di ANVUR che si occupa di analisi e collezione dati, e che rende quei dati disponibili.
    Poi si tratta dell’utilizzo che se ne vuole fare.
    Dovrebbe essere chiara a questo punto la mia opinione.
    Utilizzare gli indicatori bibliometrici per un requisito di selezione sharp o pseudo-tale e’ follia, dato che:
    1- possono essere dirottati in tutti i modi immaginabili (vedi le osservazioni dell’inizio)
    2- non sono comunque un indice delle qualita’ e potenzialita’ di un individuo (ho sempre detto che mano a mano che si applica su individui ristretti criteri quantitativi di questo tipo sono meno e meno rappresentativi e precisi, e’ una banale conseguenza statistica) e ci sono molti altri criteri in gioco, ben piu’ importanti della bibliometria secca. Perfino per quanto riguarda l’interno della produttivita’ scientifica, per valutare veramente gli articoli vanno letti, la bibliometria non fa differenza fra hidden gem e garbage.
    3- volerlo fare sulla mediana del proprio SSD significa che SSD eccellenti vengono spinti alla competitivita’ estrema, ed SSD mediocri vengono spinti alla mediocrita’ estrema. Ed inoltre SSD variegati vengono spinti verso il sottodominio e gli argomenti che “rendon” di piu’ bibliometricamente, rendendo tutto short-sighted.
    4- il sistema non e’ neanche convergente, dato che per selezionare all’ingresso, gente che non ha mai avuto studenti e ha verosimilmente lavorato sotto un professore trasferendosi pure spesso, utilizzi criteri a regime di un individuo con una cattedra, visibilita’ (quando mandi un articolo, un libro, un contributo a una conferenza, come professore o come postdoc c’e’ differenza) e indipendenza di una categoria fra l’altro che sta invecchiando dato lo scarsissimo turnover. E questo di nuovo genera storture nei punti 1 e 2 in un cortocircuito divergente molto pericoloso sul lungo (ma anche medio) termine.
    In Italia il problema e’ molto piu’ di base, ed e’ appunto che c’e’ tanta gente che la ricerca non sa neanche cosa sia, e quindi tali criteri possono essere, a diversi livelli, utilizzati per scremare esclusivamente quella gente, il che significa stratificare la qualita’ dell’insegnamento, istituire “cattedre di docenza” e “cattedre di ricerca”…etc… e per fare questo le indagini ANVUR vanno benissimo.

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