Il provocatore estivo


Di solito in questa stagione, James Hansen finisce in galera. Questa volta insieme a 16 autori, tra i quali molti oceanografi e glaciologi, scrive

Ice melt, sea level rise and superstorms: evidence from paleoclimate data, climate modeling, and modern observations that 2 °C global warming is highly dangerous 

e finisce sulla graticola. La bozza ha fatto splash nei media anglofoni prima che uscisse l’altro ieri come “discussion paper”nella rivista Atmospheric Chemistry & Physics per la “open peer-review”.

Colpa di Hansen che lunedì in una conferenza stampa l’aveva presentato come una “provocazione”. Il lavoro cerca di tappare una falla dei modelli, lamentata anche nell’ultimo rapporto IPCC: quale sarà l’impatto dello scioglimento delle calotte polari sugli oceani, la dinamica dell’atmosfera e il livello del mare.

L’introduzione descrive l’Eemiano – il “clima di controllo” per così dire – durante il quale la temperatura globale era circa +1° C rispetto a quella attuale, il livello del mare di 5-9 metri più alto e gli ippopotami sguazzavano nel Tamigi. Seguono forzanti e retroazioni del modello, e i suoi risultati per i prossimi due secoli dell’Antropocene. Li trovano discutibili parecchi climatologi ai quali non sembra così chiaro quello che sta succedendo alla circolazione nell’oceano Atlantico con il rallentamento della corrente del Golfo, e nel Pacifico meridionale con il West Antarctic Ice Sheet che si squaglia anche da sotto.

Kevin “Brontolo” Trenberth, uno dei più critici, trova il modello “grezzo” e certi assunti “irrealistici”. Gli autori sono in parte d’accordo:

Effects of freshwater injection and resulting ocean stratification are occurring sooner in the real world than in our model. We suggest that this is an effect of excessive small 20 scale mixing in our model that limits stratification, a problem that may exist in other models (Hansen et al., 2011). We encourage similar simulations with other models, with special attention to the model’s ability to maintain realistic stratification and perturbations. This issue may be addressed in our model with increased vertical resolution, more accurate finite differencing method in ocean dynamics that reduces noise, and use of a smaller background diffusivity.

La sostanza è già nel titolo, viene esplicitata alla fine:

Our finding of global cooling from ice melt calls into question whether global temperature is the most fundamental metric for global climate in the 21st century. The first order requirement to stabilize climate is to remove Earth’s energy imbalance, which is now about +0.6 W m?2 , more energy coming in than going out. If other forcings are unchanged, removing this imbalance requires reducing atmospheric CO2 from ca. 400 to ca. 350 ppm .
The message that the climate science delivers to policymakers, instead of defining a safe “guardrail” (contenere il risc. glob. entro i 2°C rispetto alla temperatura preindustriale, ndr), is that fossil fuel CO2 emissions must be reduced as rapidly as practical.

La provocazione, mi sembra di capire, sta nel “tempo di raddoppio” – in media 40 anni dopo che la concentrazione atmosferica di CO2 arriva a 550 ppm – usato per calcolare gli effetti dell’acqua fredda immessa negli oceani dalla fusione dei ghiacci groenlandesi e antartici. Ne deriva la richiesta di sostituire il “guard rail” dei +2° C con l’eliminazione dello squilibrio energetico, una pretesa un po’ irrealistica…

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E se lo dice Carlo Rubbia… | Il Foglio

(Trieste, dic. 2014: il sen. Rubbia mostra un risc. glob. fermo dal 1998 con il grafico taroccato da un allevatore di bovine da latte)

Fra i globalcoolisti nostrani, intanto

Salvatore del Prete, profeta ignorato in patria da tutti meno Stefano Fait (1), è certo che il risc. glob. e l’era glaciale da poco iniziata e/o imminente sono dovuti anche al rafforzamento del campo elettromagnetico terrestre. Raccomando questo riassunto della sua “tesi” – in inglese – da parte di un ammiratore.

(1) Stefano Fait – altro seguace diversamente statistico del ten. col. Guidi – ritiene l’effetto serra dei gas serra un’invenzione degli scienziati “serristi”.

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Ho ricevuto in copia una lettera inviata il 2 luglio al Papa dal geologo Uberto Crescenti (tende agli strafalcioni anche nella propria materia) che viola l’ottavo comandamento a ripetizione nell’impartire a Sua Santità lezioni di climatologia. Sembra che Ella non abbia risposto, forse per la scarsa importanza data dall’alt.uff. delle FF.AA. alla missiva. Quasi quasi ci provo nel Parco delle bufale – visto che sul blog della SCI, Claudio Della Volpe mi ruba il mestè

1 commento

  1. Hansen dice cose che tutti sanno ma sono troppo estreme per dirlo. I suoi scenari non saranno i più probabili ma sono possibili. Dei marinai si diceva che dovevano essere sempre pronti non solo ai pericoli che conoscevano ma a quelli anche solo possibili. In questo Hansen è un buon marinaio.

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