Quanti bei ggiovani

Al giornale delle 19.30 su popolare network, cerco di spiegare perché trovo interessante la scoperta del “pianeta Giove” pubblicata ieri da Science Express. Tutta roba nuova, a cominciare dallo strumento: il Gemini Planet Imager, in Cile, nato nel 2014.

La costellazione di Eridano – andate dritto per 90 anni-luce in direzione di Orione, quando ci arrivate davanti svoltate a destra – si conosceva già; la stella 51 poco perché è molto fioca; il Giove locale (51 Eridani b) non s’era mai visto prima. Entrambi sono neonati, lei ha sui 20 milioni di anni – il nostro Sole sui 5 miliardi – lui qualcosina meno:

NON è una foto, ma una “impressione d’artista” – credit: Los Alamos National Lab

Per gli astrofisici del GPI, scoprirlo non è stata una sorpresa: lo strumento è fatto apposta per osservare pianeti con un massimo di 100 milioni di anni in un raggio di 100 anni-luce da qui,  appena sfornati e ancora bei caldi fuori – circa 1000° C il giovane Giove, poi detto Gigi per far prima. La loro radiazione infrarossa spicca come un peperoncino nel blu dipinto di blu. Non solo, ma spicca l’atmosfera e se ne può analizzare la composizione: quella di Gigi è quasi tutta metano con qualche traccia di vapore acqueo.
– Carino, ma cos’ha di speciale? Di pianeti gassosi se ne sono scoperti metà di mille.

Già, ma vecchi. Il problema è che quando abbiamo iniziato a guardare il nostro sistema solare, era già avanti negli anni, e su com’è nato e cresciuto ci sono tante teorie e poca ciccia. L’altro problema è che le stelle giovani si vedono male e per di più, in questa periferia della Via Lattea sono rare. Più si osservano sistemi solari a vari periodi dello sviluppo, meglio capisce qual è la teoria più plausibile, la quale permetterà di cercare pianeti dov’è più probabile che ci siano, invece che attorno ai miliardi di stelle della galassia, una per una. L’altro problema ancora accid… mi restano tre secondi.
E viste le suddette tracce di vapore acqueo, cercare i pianeti più propizi all’evoluzione di E.T., ma questo il paper di Science non lo dice.

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Fonte: réclame per Physique: l’esprit des lois

Rimmel del giorno
Nel mondo dell’e-cat, intanto, i trubì nella FuF hanno trovato qualcun altro in cui sperare: Jean-Francois Geneste, né vice presidente né chief scientist di Airbus Group Innovations, ma ingegnere e “consulente scientifico” dell’EADS (Airbus-Difesa), nonché sindacalista della CFTC. Condividerà a ottobre alcune divagazioni con il dott. Celani ed amici, che si ritroveranno all’Airbus di Blagnac (aperto a tutti salvo la domenica, gratis per le scolaresche).

Il signor Geneste è noto per aspirare da anni a pubblicare in una rivista scientifica, non ottenere mai un brevetto, e pagarsi l’edizione dei propri libri tra cui uno di logica filosofica che ha rivoluzionato la fisica da Newton in poi, e che promuove su You Tube.

2 commenti

  1. @Ocasapiens
    Jean-François Geneste la ringrazia per la pubblicità gratuita fatta ai suoi libri e alle suo teorie
    Merci Bien!

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