Doveva fare da capro espiatorio

Seguo poco la medicina e magari prendo lucertole per lampioni, quindi mi rassicura l’editoriale del Lancet segnalato da Chiara. Lo traduco e invito a dargli “un’ampia pubblicità” perché, prima che in Svezia, Macchiarini è stato trattato in maniera indegna in Italia.

La scorsa settimana, le accuse di disonestà (misconduct) scientifica contro Paolo Macchiarini, professore all’Istituto Karolinska di Stoccolma, in Svezia, sono state finalmente smentite. L’università ha emesso la sentenza finale, giungendo alla conclusione che “i sospetti di misconduct erano del tutto infondati”. La ricerca di Macchiarini sul trapianto di trachee bio-ingegnerizzate è stato pubblicato dal Lancet nel 2011. Questo e molti altri articoli peer-reviewed sono stati il bersaglio di critiche da parte di alcuni ex colleghi di Macchiarini. Ma il Karolinska lo ha giudicato enfaticamente “non colpevole”.
La svolta è degna di nota. In maggio, un’indagine da Bengt Gerdin, professore emerito dell’Università di Uppsala (2), aveva concluso che Macchiarini era “colpevole di misconduct”. A questo giudizio è stata data un’ampia pubblicità. Nature titolava “Surgeon commits misconduct“. Ma la conclusione era prematura.
Ci sono diverse lezioni da trarre da questo caso. In primo luogo, la responsabilità di indagare sulle accuse di frode spetta all’istituzione dove la ricerca è stata compiuta. Anche se il Karolinska ha esonerato Macchiarini, i mezzi che ha usato – una prima indagine viziata, fatta da un singolo individuo, è giunta a conclusioni erronee e dannose che sono state molto propagandate -suggerisce che l’università ha bisogno di rivedere le sue procedure per indagare sulle accuse di misconduct. E’ inaccettabile che getti nel fango della pubblicità negativa la reputazione professionale di uno scienziato, prima che sia stato raggiunto l’esito finale di una qualsiasi indagine.
In secondo luogo, il rapporto del Karolinska conclude, “un ambiente di ricerca  che era unito ed efficace … a poco a poco si è disintegrato”. La rottura dei rapporti tra l’équipe di Macchiarini e un gruppo di collaboratori ha contribuito alla guerra interna nel Karolinska. Ma chi doveva gestire l’ambiente della ricerca? Una cultura di ricerca diventata tossica doveva essere indagata d’urgenza dalle autorità accademiche. Ma nessuna è intervenuta per prevenirne i danni. 
Le accuse contro Paolo Macchiarini non hanno danneggiato soltanto una persona. Hanno messo in discussione la qualità della stessa ricerca in medicina rigenerativa. Far tornare la fiducia nel campo dell’ingegneria tissutale potrebbe richiedere parecchio tempo.

Il giudizio del Lancet vale ancora di più per l’università di Firenze. Indagherà un giorno sui sospetti diffusi, per esempio dal dott. Sante Ferrarello, autore della “quasi totalità delle mail” contro Macchiarini, come dice il GUP Francesco Bagnai, nella sua decisione del 12 maggio scorso? (3)

(1) I think Richard Horton won’t mind, because it’s definitely “in the public interest” in Italy as well.
(2) Mi ricorda altri emeriti di dubbia onestà scientifica.
(3) Domanda per il prof. Macchiarini, rendere loro un po’ di pan per focaccia, no?

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Aggiornamento 5/1/2016: aveva parecchio da espiare, anche se per altri motivi.

6 commenti

  1. Sylvie per carità!
    Cambia subito quel lucertole in lucciole e fa sparire questo commento!

  2. L’ho messo sulla pagina Facebook degli amici di Macchiarini
    E spedito al “giornalista” Alessio Gaggioli… chissà che non impari come si fa giornalismo!

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