Chimica 2015

Il premio Nobel è stato assegnato allo svedese Tomas Lindahl, all’americano Paul Modrich e al turco Aziz Sancar per

 fundamental and groundbreaking discoveries on the enzymatic mechanisms of DNA repair. Lindahl demonstrated that DNA is an inherently unstable molecule, subject to decay even under physiological conditions. Guided by thia observation, Lindahl identified a completely new group of DNA glycosylases and described their role in base excision repair. Modrich transformed the field of mismatch repair from genetic observations to a detailed biochemical understanding, first in bacteria, and later in eukaryotic cells. Sancar has transformed the field of nucleotide excision repair, from genetics and phenomena in cell extracts, to a detailed molecular description of the mechanisms involved, first in bacteria, and later also in eukaryotic cells. Sancar also explained the molecular mechanisms underlying photoreactivation, the first form of DNA repair described.

Sono ricerche iniziate negli anni ’60, appena scoperta la struttura del DNA a partire da un famoso esperimento sulla fotoriattivazione nei batteriofagi fatto da Renato Dulbecco nel 1950.

I lavori più importanti dei tre premiati sono usciti a partire dagli anni ’80 (va detto che i meccanismi sono tanti, gli enzimi di riparazione pure e riparano più di un guasto in collaborazione con altri):

Each day our DNA is damaged by UV radiation, free radicals and other carcinogenic substances, but even without such external attacks, a DNA molecule is inherently unstable. Thousands of spontaneous changes to a cell’s genome occur on a daily basis. Furthermore, defects can also arise when DNA is copied during cell division, a process that occurs several million times every day in the human body.
The reason our genetic material does not disintegrate into complete chemical chaos is that a host of molecular systems continuously monitor and repair DNA.

Accid… diranno i chimici, ancora una volta il “nostro” premio è dato alla fisiologia! Se ne parla al GR delle 13.30 su Popolare network.

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Chi di pubblicità ferisce… ?
A proposito di biochimica, Jo Marchant commenta su Nature una meta-analisi, fatta da Jeffrey Mogil et al., di 84 esperimenti clinici con farmaci contro il dolore neuropatico cronico, i cui risultati sono stati pubblicati tra il 1990 e il 2013:

Based on patients’ ratings of their pain, the effect of trialled drugs in relieving symptoms stayed the same over the 23-year period — but placebo responses rose. In 1996, patients in clinical trials reported that drugs relieved their pain by 27% more than did a placebo. But by 2013, that gap had slipped to just 9%. The phenomenon is driven by 35 US trials; among trials in Europe, Asia and elsewhere, there was no significant change in placebo reponses.

Sul perché l’effetto placebo aumenti negli USA e non nel resto del mondo, per ora ci sono solo ipotesi. Per esempio:

One possible explanation is that direct-to-consumer advertising for drugs — allowed only in the United States and New Zealand — has increased people’s expectations of the benefits of drugs, creating stronger placebo effects.

Se è così, la pubblicità è un boomerang: rende più difficile e costoso per le case farmaceutiche dimostrare che il loro prodotto è più efficace del placebo…

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IPCC  2.0
Il nuovo presidente è l’economista dei cambiamenti climatici Hoesung Lee, coreano. Prime dichiarazioni:

“Le prossime fasi del nostro lavoro vedranno migliorare la comprensione degli impatti regionali, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, e vogliamo anche migliorare il modo in cui comunichiamo i risultati della ricerca al pubblico. Soprattutto, dobbiamo fornire più informazioni sulle opzioni che esistono per la prevenzione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. … Sono un economista e come tale concentrerò la mia attenzione anche su temi connessi alla creazione di lavoro, alla salute, all’innovazione, allo sviluppo tecnologico, all’accesso all’energia, alla riduzione della povertà”.

h/t CMCC

Rimmel di ieri Quiz del giorno

Chi ha detto a chi?

Assolutamente d’accordo, infatti c’è l’approccio dell’ingegnere: la realtà e quella che descrivono le formule che mi danno gli scienziati, io devo solo applicarla, e c’è l’approccio dello scienziato: devo inventarmi nuove formule che descrivano meglio la realtà per darle in pasto agli ingegneri.
Lei è più vicino alla mentalità degli ingegneri, io a quella degli scienziati (anche se non lo sono!).
Non c’è niente di male in questo, anzi: Il mondo senza ingegneri non funzionerebbe, senza scienziati non progredirebbe.
(h/t un IbeC)

4 commenti

  1. Quiz del giorno:
    La so! La so!!
    E’ il nuovo prof di Chimica Nucleare!!
    Ho vinto?

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