O la va…

Cari orecchietti di popol network,

domani dalle 9.30 alle 10.30, salvo attualità grave, microfono aperto su “Cosa vorreste sapere sul clima?” (non è molto originale…). Il problema da risolvere al vertice di Parigi, in sintesi

La variazione delle temperature medie globali dal 1880

L’aumento della concentrazione atmosferica di gas serra dal Settecento

Risc. glob (+/-0,5° C) previsto entro il 2100

  • Se i paesi non fanno nulla: 4,5 °C
  • Se fanno poco come dal 1992 in poi: 3,6 °C
  • Sulla base degli impegni di Parigi: 2,7 °C

Letture consigliate:

Streaming, tel. 02 33 001 001 per intervenire in  diretta, sms 331 62 14 013

Aggiornamenti: grazie dei messaggi, scusate per quelli non letti, e della partecipazione ai due prof. del PoliMi, Stefano Caserini, dalla COP21, e a Daniele Bocchiola per le risorse idriche, un po’ passate in secondo piano. Precisazioni:

  • l’energia “tachionica” è una bufala
  • la cementificazione contribuisce ai cambiamenti climatici in vari modi, per es. la produzione di cemento emette molta CO2 e la cementificazione va a danno delle piante che la assorbono
  • la zootecnia emette circa metà del 30% di gas serra dovuti all’agricoltura, non il 30% di tutti i gas serra da attività antropiche
  • “metà dei climatologi nega il riscaldamento globale antropico” è un’altra bufala
  • Il tweet citato da Daniele Bocchiola – “Migliaia sono vissuti senza amore, nessuno senza acqua” – è l’ultimo verso di “First Things First“, una bella poesia di W.H. Auden.

*

Su Oggi Scienza, riparlo della SIF la cui presidente Luisa Cifarelli, di stretta ubbidienza zichico-ricciana, non ritiene accertato l’effetto serra dei gas serra. In USA – segnala Riccardo Reitano – dove il congressista repubblicano Lamar Smith perseguita gli scienziati che hanno osato pubblicare il grafico sovrastante, l’American Physical Society non ha firmato l’appello delle società scientifiche, che gli chiedono di smetterla con la caccia alle streghe.

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A Washington, sta per iniziare un altro vertice – sull’ingegneria genetica umana – del quale mi piacerebbe parlare con voi.

11 commenti

  1. Purtroppo, pare che non sarà un Magrav a salvarci tutti dal riscaldamento globale e dall’inquinamento. Ma forse è solo una questione di fede, per cui aspettiamo la prova dei passeri (che, se non funziona nemmeno a loro…)
    (H/t Sergente da Cobraf)

    1. LOL – no problem, ho quasi pronta la lattina Ocheshe.

      Paolo C.
      ho aggiunto l’articolo di K. Anderson sopra, grazie.
      Credo che gli ottimisti siano pochi, ma aspetterei a disperare. Rispetto alle COP precedenti, tutti ammettono la “questione morale”; Christiana Figueres è la/il miglior diplomatica/o dell’ONU (certo, se ci fosse ancora Connie Hedegaard per la UE sarebbe ancora meglio); forse si è imparato qualcosa dal Prot. di Kyoto ecc. ecc.

  2. Concorderei con Kevin “mass death” Anderson, quando afferma: “E’ molto probabile che Parigi ci consegnerà un accordo debole avvolto in un linguaggio pomposo, pacche sulle spalle e belle parole di ottimismo infondato”. Ma, si sa, io sono un pessimista irrecuperabile…
    A proposito, Sylvie, avevi accennato all’articolo di Kevin su Nature?
    http://rdcu.be/eoQY

  3. Arduo davvero essere ottimisti, specie considerando la “nota a margine” di SkS all’articolo di Anderson:
    What Anderson’s Nature Geoscience article did not mention was the possibility that some carbon-cycle feedbacks that are unmodelled in the IAMs might shrink the budget even further. These would include emissions from the thawing permafrost, nutrient limitations on plant growth and die-back in tropical forests. There is no peer-reviewed, integrated assessment of these effects yet, but I did a very rough estimate that the permafrost and die-back feedbacks might amount to 200 Gt CO2 over the rest of the century even for a low-warming pathway. Therefore, instead of a 1000 Gt CO2 budget, we might only have 450 Gt available for fossil-fuel energy emissions.
    Anderson, in a private communication, pointed out that the IPCC shows an optimistic double bias in excluding some carbon-cycle feedbacks in models (because they are currently deemed too uncertain and speculative), whereas they include speculative and untested mitigation technologies.
    http://www.skepticalscience.com/Anderson.html

    1. Paolo C.,
      mi sembra normale non includere “uncertain and speculative feedbacks”, e contraddittorio includere al contempo “speculative and untested mitigation technologies” come la carbon capture, e sempre più spesso forme varie di geo-engineering. Ma gli scenari di sviluppo sono fatti da economisti e si sa quanto siano affidabili.
      Detto questo, due cose mi sembrano indispensabili: tagli subito ai sussidi per i comb. fossili ora che costano poco come la Nuova Zelanda chiede alla COP21 (e la conf. di Adis Abeba per gli “scopi dello sviluppo sostenibile), e una carbon tax. Stando all’Economist quasi tutti gli economisti concordano. Non so se la “carbon tax & dividend” di Jim Hansen sia la soluzione. Lui ha in mente gli USA, ma in molti paesi rischia di non essere applicabile o/e di favorire la corruzione.

  4. Se i “pessimisti” avessero ragione (e sinceramente mi pare che ne abbiano più degli ottimisti) allora la strategia dei negazionisti climatici “semina dubbi a più non posso ricorrendo anche ad autentiche fesserie basta che non siano avvertite tali dall’ opinione pubblica e se proprio hai finito le supercazzole ammetti candidamente che ormai è troppo tardi e troppo difficile per evitare il GW, dobbiamo imparare ad adattarci” si starebbe rivelando vincente.

  5. Sicuramente i neghisti prezzolati ci hanno fatto perdere decenni preziosi. Ora temo ci rimanga solo l’alternativa tra male e peggio.

  6. Mi sono scervellato a lungo sull’ottimismo o pessimismo e ho deciso di mettere da parte la questione. Credo che dobbiamo tutti (quelli di buona volontà) fare il massimo comunque, senza stare a valutare le probabilità di successo. Questo modo di pensare lo trovo molto rasserenante 🙂
    Un atteggiamento analogo l’ho sviluppato nei confronti della COP21, ma stavolta sono meno convinto e non so se io stesso reggerò. In questo caso ci sono vincoli, diritti e necessità molto diverse e difficili da bilanciare. Non mi associo al “o ora o mai più” di molti e credo che la cosa più importante siano gli (eventuali) sforzi sinceri di ottenere l’accordo più “avanzato” possibile. Su questo credo che si baserà la mia soddisfazione, ma come detto sono pronto a smentirmi.

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