A Claudio Della Volpe è piaciuta molto l’idea di Philip Ball: chiamare Levium, in onore di Primo Levi, uno dei 4 elementi appena inseriti nella tavola periodica. Se piace anche a voi, scrive,
c’è questa modesta iniziativa che è arrivata quasi a 1000 firme, sostenuta da questo post sul blog della SCI
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“Pianeta Nove”
Con una serie di simulazioni, Konstantin Bagynin e Michael Brown del Caltech calcolano che fra gli oggetti della cinta di Kuiper si aggira
a distant eccentric planet with mass 10 m? (circa 10 volte la massa della Terra, ndt) whose orbit lies in approximately the same plane as those of the distant KBOs, but whose perihelion is 180° away from the perihelia of the minor bodies.
Orbiterebbe il Sole in 10.000-20.000 anni, e potrebbero essercene altri. Nel paper la presenza del pianeta è al condizionale, il com. stampa del Caltech è meno cauto, rif. anche Alexandra Witze su Nature.
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In copertina, Nature mette la ricerca di Marta Mirazón Lahr et al. su crani di 10.000 anni fa, sfondati durante uno scontro sulle rive del lago Turkana:
As one of the clearest cases of inter-group violence among prehistoric hunter-gatherers, the event recorded at Nataruk offers information on the socio-economic conditions that marked the presence of warfare. However, there are two interpretations of how this fact impinges on our understanding of war among foraging societies. West Turkana 10,000?years ago was a fertile lakeshore landscape sustaining a substantial population of hunter-gatherers; the presence of pottery may be indicative of some storage and so reduced mobility. Thus, the massacre at Nataruk could be seen as resulting from a raid for resources—territory, women, children, food stored in pots—whose value was similar to those of later food-producing societies among whom violent attacks on settlements and organized defence strategies became part of life.
Alternatively, Nataruk may offer evidence not of changing conditions towards a settled, materially richer, and demographically denser way of life, but of a standard antagonistic response to an encounter between two social groups. As such, Nataruk would be important for the particular circumstances that preserved an ephemeral, but perhaps not unusual, event in the life of prehistoric foraging societies. In either case, the deaths at Nataruk are testimony to the antiquity of inter-group violence and war.
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– editoriale e World View sulle vittime di molestie sessuali, che certe università trattano come un fastidio;
– nelle news, l’esperimento clinico in Francia con un farmaco devastante, e la rissa sui brevetti CRISPR-Cas9
– nei paper, oltre a quello dei granelli di ghiaccio d’acqua “nella regione Imhotep” del nucleo di Ciuciù anticipato on line la scorsa settimana, uno propone l’ennesima variazione sulla batteria a litio:
Our results demonstrate that the LiO2 formed in the Li–O2 battery is stable enough for the battery to be repeatedly charged and discharged with a very low charge potential (about 3.2?volts). We anticipate that this discovery will lead to methods of synthesizing and stabilizing LiO2, which could open the way to high-energy-density batteries based on LiO2 as well as to other possible uses of this compound, such as oxygen storage. …
Ma
Problems with electrolyte stability and decomposition, as for the electrolytes used for other Li–O2 systems, probably still remain.
Da collegare all‘editoriale e all’articolo sull’Economist di venerdì scorso.
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Sul sito della NASA, ci sono le slide della presentazione in conferenza stampa, ieri, dell’analisi delle temperature globali 2015, variamente indicate in Fahrenheit e Celsius tanto per far confusione, l’ultima mostra quelle satellitarie e delle radiosonde. Sul sito della NOAA c’è l’audio, per chi vuol sentire Gavin Schmidt e Thomas Karl.
BTW, i negaioli hanno perso la scommessa:
Chris Hope (univ. di Cambridge, ndt) agreed wagers of 1,000 pounds each with two of them: British engineer Alan Rudge and Australian geologist Ian Plimer. Hope bet average global temperatures in 2015 would be no more than 0.1 degree Celsius (0.18 Fahrenheit) cooler than 2008.
I perdenti fanno parte della GWPF, famosa per taroccare i grafici delle temperature. Plimer è più famoso di Sir Alan perché oltre a negare l’effetto serra dei gas serra sostiene che il Sole sia fatto di ferro…
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Su Novà-Il Sole-24 Ore, Jacopo Giliberto rimprovera ai media di aver scritto “panzane”, cioè che nel 2015 la temperatura media globale del pianeta è stata la più calda “di sempre”. Allinea tre grafici per dimostrare come funziona la scienza e che ha fatto molto più caldo negli ultimi 10 mila anni, prima panzana, durante l’optimum romano e quello medievale, seconda e terza panzana.
Ogni grafico è una panzana in più. Il primo rappresenta le anomalie dell’Antartide, il terzo quelle della corrente marina al 59° parallelo dell’Atlantico Nord, che stando al collega sarebbero temperature globali. Ma il capolavoro è il secondo: le temperature in Groenlandia taroccate da Rolf Witzsche, un canadese della setta di LaRouche, che fa pure guarigioni miracolose.
Witzsche è certo che il Sole si sta spegnendo e che nel 2050 saremo in piena era glaciale. Per fortuna ha la soluzione:
The physical facts in all of this are rather simple.
It is a fact that CO2 is NOT affecting the global climate in the present, nor ever has in the past, or ever will in the future, even when it becomes enriched ten-fold. (See: Global Warming Impossible) However, increasing the CO2 density ten-fold, which will be achieved in the future when insanity is vanquished, will immensely affect the biosphere. It will protect it against biological starvation in the coming Ice Age, and it will empower it in the near future as soon as the enrichment process begins, to become more productive across the world than we have ever experienced it to be, and enable thereby a more productive agriculture.
Su twitter, Stefano Caserini cerca di far ragionare il collega, che tira fuori “la peer review di Don Easterbrook” (giuro)
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Il 07/09/2015 alle 05:57 il “prof.” Vincenzo Isabella Valenzi mi scriveva:
Senza la sua attiva opera di denuncia delle malefatte valenziche sarei ancora li a rubare stipendi e questo non è saggio a fare con lei alle calcagne.
Vedrò di rifarmi con Carlo che almeno può pagare, tentando di ripetere il sicuramente riuscito esperimento romano F& P:
Di tramutare il fango in lire
Il prof. Valenzi aveva denunciato all’Ordine dei giornalisti il direttore di Repubblica, reo di non censurarmi come l’infangato chiede da anni. Risultato: denuncia archiviata d’ufficio, senza far perdere tempo al direttore.
Facendo due conti al volo, nemmeno una grande un’eruzione vulcanica in stile Pinatubo avrebbe fatto perdere la scommessa a Chris Hope. Gli è piaciuto giocare facile, ai limiti della circonvenzione di (climatologicamente) incapace.
Ma come incapace? E’ la crème accademica della GWPF…
sylvie, forse nello scrivere quell’articolo sono stato poco chiaro.
in quell’articolo ho scritto che:
– attenzione, non è vero quanto scrivono i titoli dei giornali (il 2015 è stato l’anno più caldo *di sempre*). ho sbagliato?
– invece è vero quanto dice la nasa: il 2015 è stato l’anno più caldo dal 1880. hp sbagliato?
– per gli anni precedenti al 1880 ci sono misure indirette le quali dicono che ci sono stati nel passato periodi più caldi di ora. ho sbagliato?
– cito tre grafici presi da misure locali. embè?
– è vero, ho visto solamente dopo che il 2° grafico è stato fatto da un pisquano. ma dobbiamo contestare il grafico sui dati, non sulle sue bizzarrie teosofiche.
sono andato a vedere (dopo, quando mi sono accorto dell’autore farlocco) le confutazioni, e le confutazioni alla fine dicono che i dati usati dal primo autore erano giusti, e alla fine il grafico usciva simile (quello attuale non è il periodo più caldo in assoluto).
– che devo fare? devo affrettarmi a sostituire il grafico del pisquano con quelli dei suoi confutatori? il risultato sostanziale non cambierebbe, e cambiando a posteriori farei una scorrettezza ai lettori.
oppure devo aggiornare l’articoletto pubblicando anche, in aggiornamento, il grafico dei confutatori spiegando perché e percome?
– dico che la fede parte dalle conclusioni e cerca dati per confermarle, la scienza parte dai dati falsificabili e ipotizza conclusioni provvisorie in attesa di nuove risposte. ho sbagliato?
– dico che i cambiamenti climatici ci sono. ho sbagliato?
– scrivo che il vero pericolo è non una riscaldata del clima come ce ne furono altre ma l’irreversibilità di questa scaldata generata probabilmente dall’uomo. ho sbagliato?
– dico che non è il caso dei cambiamenti climatici, ma sull’uso divulgativo dei dati c’è il rischio di panzane. ho sbagliato?
Jacopo,
si può discutere sui titoli, ma tutti i media che ho visto precisano subito sotto la data dalla quale partono le misure della temperatura globale.
– per gli anni precedenti al 1880 ci sono misure indirette le quali dicono che ci sono stati nel passato periodi più caldi di ora. ho sbagliato?
Alla grande perché citi l’optimum romano e quello medievale che erano sia locali che meno caldi di ora – e ci sono misure dirette da prima.
– cito tre grafici presi da misure locali. embè?
Non dicono nulla sulla T globale, ed è fuorviante mostrare quello di un’unica boa Argo su 4000 ca.
– è vero, ho visto solamente dopo che il 2° grafico è stato fatto da un pisquano. ma dobbiamo contestare il grafico sui dati, non sulle sue bizzarrie teosofiche.
Il pisquano ha incollato una delle medie per la Groenlandia a quelle dell’emisfero nord. Il grafico con i “dati scientifici” è questo. Si ferma al 1700 e vale per la Groenlandia. Come può mostrare che in passato su tutto il pianeta ha fatto più caldo che nel 2015?
– scrivo che il vero pericolo è non una riscaldata del clima come ce ne furono altre ma l’irreversibilità di questa scaldata generata probabilmente dall’uomo. ho sbagliato?
Dici giustamente che nella storia del pianeta ci sono state scaldate peggiori. Tutte seguite da ere glaciali, perché la scaldata attuale sarebbe irreversibile?
sull’uso divulgativo dei dati c’è il rischio di panzane. ho sbagliato?
QED?
jacopo
se mi permette, il grosso del problema non sono le singole affermazioni in sé ma il senso complessivo dell’articolo. Si appiglia ad un problema lessicale come se noi tutti non avessimo studiato a scuola che la Terra un tempo era un ammasso di roccia fusa. Sono certo che lo ricordano tutti e che nessuno abbia interpretato in senso letterale il “da sempre” di alcuni articoli.
Che senso ha mostrare un grafico di quando l’homo sapiens non era ancora nemmeno apparso sulla terra, un altro con le misure (GISP2) in uno sperduto punto dell’altopiano groenladese a 3000 m di quota e quelle, stavolta recenti, dei primi 800 m di una sezione di oceano al 59° parallelo? Tutti dati reali e preziosi ma di cui ho l’impressione le sfugge il significato.
Se un giorno vorrà parlare di paleoclimatologia la riterrò un benemerito della scienza. Ma per carità, se vuole parlare dei cambiamenti climatici correnti si limiti al periodo più recente. E in ogni caso, non dovrebbe essere necessario dirlo ad un giornalista di professione, non raccolga grafici a caso su internet ma si rivolga ad una fonte attendibile e scelga grafici appropriati al discorso che vuole fare.
@ Jacopo
Non avevo visto il suo articolo fin quando non ho visto il suo commento a questo post e, incuriosito, sono andato a leggerlo.
I miei 2 cent.
In sintesi, non capisco qual e’ il suo bersaglio e, in definitiva, mi sembra che lei si sia sparato sui piedi.
Lei parte bene criticando chi scrive che il 2015 e’ stato l’anno “piu’ caldo di sempre”. E’ evidente che si tratta di un’esagerazione giornalistica, indegna di buoni giornalisti (ma che, presumo, sia colpa dei titolisti, piu’ che degli autori degli articoli). L’avevo notata e — sara’ perche’ sono ormai sono mitridatizzato dal cattivo giornalismo scientifico di casa nostra — mi aveva dato solo un leggero fastidio. Forse sbaglio, ma non credevo meritasse un articolo di smentita.
Parte bene, ma poi inciampa. Perche’, come scriveva Reitano, e’ sufficiente ricordare che tutti (spero) sappiamo che un tempo la Terra era una massa di roccia fusa.
Che bisogno c’era di ricorrere a dei grafici per dimostrare un’ovvieta’?
Ma volendolo fare, come giustamente dice lei, “dobbiamo avere ben presente di che cosa stiamo parlando”. E qui inciampa, IMHO, portando dei grafici senza indicarne la fonte, tra i quali (uno) sviluppato da quello che lei stesso definisce un “pisquano”.
Ma poi lei passa (con un triplo salto mortale con avvitamento carpiato: “che cosa ci dicono questi grafici? ci dicono che la scienza lavora di continuo correggendo e rivedendo il lavoro”; e’ vero; ma sarebbero quei grafici a dircelo?) a un discorso sulla scienza che, quello si’, e’ (IMHO) sbagliato; e, aggiungo, anche pericoloso. Lei scrive che “la scienza […] non dà certezze ma solamente ipotesi le cui risposte vengono ritenute valide finché non vengono smentite (*falsificate*) da ipotesi che rispondono meglio.”
A parte il fatto che questo non centra una mazza (da hockey) con il discorso precedente (che riguardava il cattivo giornalismo); a parte il fatto che io avrei usato il termine “teorie” al posto di “ipotesi”; ma come sarebbe a dire “solamente”?
Presumo (spero) che non fosse quello il suo intento, ma non mi piace quella frase — e la trovo pericolosa — poiche’ puo’ essere facilmente interpretata (da persone prive di decente cultura scientifica, ovvero dalla stragrande maggioranza degli esseri umani) come: “la scienza da’ oggi delle risposte che domani verranno smentite; quindi: le conclusioni della scienza sono irrilevanti”.
Il tipo di ragionamento che un mucchio di fuffari usa per convincere i gonzi che le loro invenzioni sono valide anche se la scienza dice (oggi) che sono impossibili: “tanto, domani, la scienza ribaltera’ le proprie conclusioni”.
Il tipo di ragionamento che i fanatici religiosi usano per negare la validita’ della Teoria dell’Evoluzione (e delle altre teorie scientifiche che trovano scomode) poiche’ “e’ solo una teoria; non ha un valore assoluto come il nostro libro sacro”.
Il tipo di ragionamento che coloro che hanno interessi nelle fonti fossili di energia possono usare (e, a volte, usano) per cercare di opporsi ai tentativi di limitare i danni del cambiamento climatico: “e’ solo una teoria scientifica; perche’ dovremmo fare dei sacrifici, e cambiare il nostro stile di vita, quando la scienza potrebbe concludere, domani, che i gas serra sono innocui”.
Chiariamo bene una cosa: e’ vero che “la scienza […] non dà certezze”.
Ma quando affermiamo una cosa simile, se non vogliamo essere irresponsabili, dobbiamo anche chiarire che la scienza procede per teorie scientifiche e che — se non si tratta di un campo di ricerca del tutto nuovo — le nuove teorie, la stragrande maggioranza delle volte, *perfezionano* (non smentiscono) le precedenti.
Se non vogliamo essere irresponsabili, dobbiamo chiarire che la scienza non da’ certezze ma (abitualmente) non si smentisce: si migliora e si perfeziona. E che, quindi, e’ assolutamente irragionevole immaginare che teorie di domani ribalteranno le conclusioni delle ipotesi di oggi.
Concludendo: dal suo articolo non capisco se lei intende prendersela con chi scrive dei titoli a effetto balordi — facendo del cattivo giornalismo — o con chi presume che le conclusioni della scienza siano immutabili — facendo della cattiva filosofia della scienza.
Nel primo caso, ha ragione quando scrive che “dobbiamo avere ben presente di che cosa stiamo parlando”, ma si spara sui piedi mostrando grafici inutili (tra cui quelli di un “pisquano”), scelti in maniera discutibile e senza indicarne la fonte. Ovvero, mi sembra critichi il cattivo giornalismo fornendoci un esempio del medesimo.
Nel secondo caso, affermando in maniera troppo disinvolta che “la scienza […] non dà certezze”, mi sembra dia troppa corda a chi non ha nulla da contrapporre (se non i propri interessi economici o le proprie convinzioni religiose) alle conclusioni sgradite della scienza e, in sostanza, li aiuti a farci “bere qualsiasi panzana”.