Le Oche su un suolo inquinato e a rischio di inondazione

Cari orecchietti di radiopop,

Puntata un’altra volta piena come un uovo e lo studio anche, perché ospiterà Michele Salvan insieme a Elisa e Giacomo del nostro comitato scientifico e di Scienze agrarie, alla Statale. Come sapete, le terre coltivabili rendono meno per colpa degli inquinanti, ma sono en-tu-sias-ti di due ricerche su come bonificarle:

Foto del giunco acuto pungente

per chi non lo conosce, e

Le robinie le conoscete, Cd e Pd sono cadmio e piombo, dei metalli pesanti molto tossici. Certo, elevare la concentrazione di CO2 non sembra una buona idea, ma ormai è fatta e dove c’è acqua in abbondanza le robinie la usano per crescere come male erbe. La parola a Michele & Co. per il resto.

stacchetto musicale 

Il World Food Prize è stato dato ieri agli scienziati agrari Maria Andrade, Robert Mwanga e Jan Low dell’International Potato Center della CGIAR – due donne per la prima volta! – per aver sviluppato con “traditional breeding” la patata dolce arricchita con vitamina A che oggi si coltiva in alcuni paesi del sud-est asiatico, dell’Africa subsahariana e in Haiti; e a Howard Bouis, il fondatore di HarvestPlus all’IFPRI, perché da 25 anni aiuta le contadine povere dei paesi poveri a coltivare cereali e tuberi “biofortificati” (vitamine, zinco ecc.) ottenuti con il “traditional breeding” (tradotto: non sono Ogm).

Prima si parlava di CO2, ma anche i gas refrigeranti contribuiscono al riscaldamento globale, sebbene quelli introdotti con il Protocollo di Montréal nel 1987 siano molto meno dannosi dei clorofluorocarburi (CFC) per l’ozono stratosferico sull’Antartide e il polo Nord, che ripara gli esseri viventi dai danni dei raggi ultravioletti. Se ne discute al vertice di Kigali, Ruanda, che dovrebbe finire stasera con l’approvazione di un emendamento promettente.

ri-stacchetto musicale 

Nel frattempo da Nord a Sud, i ghiacci fondono e il livello del mare s’innalza. E’ successo anche alla fine dell’ultima glaciazione 14.000 anni fa, ha scoperto Michele Rebesco, un ricercatore della sezione Geofisica all’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, vicino a Trieste. Ha coordinato i lavori del progetto ARCA, appena concluso, e tre giorni fa ne ha presentato i risultati al CNR di Roma.

Ne avrete sentito parlare. Nel 2014 su Science aveva pubblicato la ricerca sulla famosa barriera Larsen B sulla punta del naso dell’Antartide, in alto a ovest. Da un ventennio partorisce iceberg a un ritmo un po’ accelerato (“calving” in inglese si dice quando una mucca partorisce, gli chiediamo come si dice in italiano di una penisola. Si sgrava? Perde i pezzi?)

In realtà, Michele Rebesco ha scritto un sacco di articoli sul clima passato che permettono di capire l’evoluzione del clima futuro. Dovendo scegliere lo chiamiamo per farci raccontare cos’è successo alla calotta glaciale attorno al mare Artico verso la fine del Pleistocene. E con quale effetto sulle ville in riva al mare, a Venezia, a Dacca o Miami Beach mettiamo, nel giro di tre secoli appena.

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Notizie a bizzeffe

  • la storia dell’evoluzione e delle migrazioni umane come si legge nei geni su Nature;
  • gli elogi per Vincenzo Balzani che meritava il premio Nobel per la chimica;
  • Abhijit Banerjee, l’economista della povertà che lavora con la mitica Esther Duflo al MIT (sono fidanzati), ha fatto un esperimento per misurare l’efficacia del “personale sanitario informale” – in India il 75% del totale – in un campione di 200 villaggi del Bengala occidentale. Gli informali sono risultati altrettanto bravi dei medici laureati nel diagnosticare e curare le tre malattie più frequenti, dopo un corso accelerato di 72 giorni fatto dall’Ong Liver Foundation
  • altre se ci stanno…

E almeno un annuncio. Mercoledì 19 alla Statale, nella Sala napoleonica di via Sant’Antonio, c’è una conferenza sulla dignità umana in occasione della giornata mondiale della bioetica.

p.s. C’è stato il tempo per un altro annuncio: domani alle 18, alla Libreria delle donne in via Pietro Calvi 29, discussione con Laura Colombo, Sara Gandini e Silvia Lelli, docente di antropologia culturale all’Università di Firenze, autrice di Margaret Mead. Quando l’antropologo è una donna (ed. Clichy, 2016).

Dalle 10.35 alle 11.25 sul 107,5, anche in streaming e podcast. Per dirci se abbiamo sbagliato qualcosa sms 331 62 14 013, FaceBook e mail oche at radiopopolare.it