Nella ricerca biomed, la disonestà scientifica è frequente e in tutte le discipline succede che un revisore senza scrupoli rubi idee, dati, tecniche da un articolo che deve valutare, ma di solito cerca di farlo con astuzia e discrezione.
Questa volta, racconta Retraction Watch, Carmine Finelli, Saverio Gioia, Nicolina La Sala, Loredana D’amico, M. La Grotta e Orazio Miro della fondazione Stella Maris Mediterraneo di Chiaromonte, prov. di Potenza, Pietro Crispino e D. Colarusso dell’ospedale S. Giovanni di Lagonegro hanno pubblicato sotto il proprio nome su EXCLI Journal i risultati di un esperimento clinico che da revisore Carmine Finelli aveva rifiutato pochi mesi prima per il più quotato Annals of Internal Medicine.
Il primo autore del lavoro originale ha scritto una lettera aperta al “caro plagiario”, e la direttrice degli Annals gli ha dedicato un editoriale:
This case shows several layers of bold misconduct. First, peer reviewers should maintain the confidentiality of the papers they review. They should refrain from using for their own purposes what they learn during peer review until the work is published and can be cited as the source of that information.
Second, the reviewer blatantly plagiarized Dansinger and colleagues’ work, reproducing almost verbatim the text, tables, and figures.
Third, the reviewer fabricated a cohort of European patients that did not exist—a particularly egregious act that could have resulted in clinicians (unknowingly) basing decisions about patient care on fraudulent data.
Fourth, the plagiarized article had many coauthors. These coauthors are also culpable. They allowed their names to be used, apparently without contributing anything of value—not even verification of the study’s existence.
Carmine Finelli ha spartito il bottino equamente con i suoi sette co-autori o aggiunto un paio di firme false per far numero, Francesco Celani docet?
La direttrice degli Annals dice che i plagiari hanno compromesso la reputazione degli enti di appartenenza. Per La Sapienza senz’altro se Crispino ci lavora tuttora. Quanto alla fondazione Stella Maris ha un sito compromesso di suo (e ancora di più quello del suo Centro di Riferimento Regionale per la Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare e del Peso)
I soci fondatori sono l’ASP, Azienda Sanitaria Locale di Potenza, Matera e la Fondazione Stella Maris di Calambrone di Pisa.
Questo nel 2009.
Con successivo atto notarile del 26/02/2015 si e’ preso atto del recesso delle Aziende Sanitarie di Potenza e di Matera della compagine sociale ed unico socio e’ allo stato l’IRCCS “Stella Maris”.
Su PubMed, M. La Grotta, Loredana D’Amico e Orazio Miro hanno unicamente quella ritrattazione. Spero che qualcuno controlli di chi sono le altre pubblicazioni firmate da Saverio Gioia, Nicolina La Sala, Pietro Crispino, D. Colarusso e Carmine Finelli.
OT: A proposito di pazienti clinici studiati a tavolino in certe pubblicazioni peer-reviewed della ricerca biomed, c’è un nuovo articolo di Leonid Schneider in cui viene spiegato minuziosamente come i coniugi Thorsten Walles e Heike Mertsching (i collaboratori di Macchiarini) abbiano falsificato certi aspetti delle loro ricerche sui trapianti di trachea solo per ottenere grants e creare IP: https://forbetterscience.wordpress.com/2016/12/10/untangling-forgotten-tracheal-transplants-of-heike-and-thorsten-walles-who-set-a-lawyer-upon-me
https://pubpeer.com/publications/BDC13944DE9900B050CB51080FE37C
Smut Clyde,
Thanks, “colour me surprised”.
Mi piacerebbe tanto sapere com’e’ finito un tizio come Finelli Carmine a fare il reviewer di una rivista con 16 e passa di IF (chi e’ l’editor che l’ha scelto? e’ stato suggerito da un reviewer Italiano noto ma busy che ha declinato?) ed anche cosa aveva scritto nella sua decisione dopo revisione del lavoro in questione…
L. Honores,
piacerebbe anche a me, ma dubito che la rivista lo dirà. Non sembra nemmeno voler pubblicare l’articolo originale.
Lo avevano rejected, quindi ci sta che non lo pubblichino, anche perche’ Dansinger lo vorrebbe piazzare (giustamente) da qualche parte, genio incompreso Finelli Carmine permettendo.Chissa’ se era la prima volta che il nostro Eroe rivedeva lavori per Annals. Non lo sapremo mai, insieme a molte altre cose. Peccato. Comunque Carmine merita il busto al Pincio, senza testa, tanto quella non gli serve. A la prochaine..
Senza considerare che L. D’Amico é la fidanzata di Finelli. Perché un paper é per sempre.