Le Oche – Cellule, monti e mari

Cari orecchietti di radiopop,

la seconda settimana di trumpismo è stata peggiore della precedente, ma gli scienziati resistono e noi ci proviamo.
I nostri tre ospiti fanno ricerche in campi diversi ma si occupano tutti e tre di flussi. Il primo è il prof. Roberto Cerbino della Statale di Milano, un fisico prestato alla biologia – come Stefano Zapperi e altri membri del nostro comitato scientifico – che ha studiato come si spostano collettivamente le cellule epiteliali.

Con la spinta giusta le cellule epiteliali scorrono come un liquido invece di muoversi come particelle, qualcosa di simile a una transizione di fase che le rende più veloci ed efficaci durante lo sviluppo embrionale o per cicatrizzare una ferita, ma anche capaci di farci del male, scrive su Nature Materials. Insieme a 22 ricercatori di varie paesi tra cui Giorgio Scita che alla Statale dirige l’unità di ricerca sui “Meccanismi di migrazione delle cellule tumorali”.

Come si fa a sapere che succede in vivo, nella pelle dell’oca s., per esempio? E che cosa le spinge alla coesione fluida invece che al suo contrario? Gradienti chimici? un’agitazione ai margini? O…?

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L’autunno scorso, ricercatori dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste hanno scoperto che fra Cipro e Israele, oltre a diventare più caldo il Mediterraneo è riempito di vortici d’acqua molto più salata, roba mai vista in dieci anni di osservazioni. Da dove vengono? Dove vanno? E i pesci?
La settimana prossima, una spedizione va sul campo – ok, in mare – per far compiere misure più precise a uno dei glider triestini, dei siluri gialli a batteria che s’inabissano fino a 1000 metri. Chiamiamo Elena Mauri, ricercatrice nonché cervello di ritorno dalla California, per farci dire come ha preparato la partenza, cosa pensa di trovare, se è un fenomeno temporaneo, insomma tutto quello che riusciamo a chiederle prima del terzo ospite.

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Una carota per il progetto Memoria del Ghiaccio?

Carlo Barbante, professore di paleo-climatologia a Ca’ Foscari e direttore dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del CNR è in riunione? No problem, lo estraiamo come si fa con le carote di ghiaccio… Forse lo conoscete già perché nell’estate australe 2012-2013 raccontava su un blog come cercava di pescare in un lago sotto la calotta dell’Antartide.

Con 38 colleghi per metà stranieri guidati da Paolo Gabrielli che però sta all’università dell’Ohio e a quest’ora se gli telefoniamo ci toglie il saluto, ha pubblicato su The Cryosphere i primi risultati di uno studio multidisciplinare moooolto approfondito del ghiacciaio dell’Ortles e delle sue carote.

Come quasi tutti i ghiacciai del mondo, con il riscaldamento globale sta fondendo, altrimenti nel 1991 non saltava fuori la mummia di Similaun detta Otzi. Che altro gli succede?

È vero che sta slittando verso valle e non gli era mai accaduto da quando è nato? Nato quando di preciso? Come mai se l’ultima era glaciale era già finita? E lo sanno i glaciologi americani che partecipano alla ricerca che il riscaldamento globale è una truffa dei cinesi per far perdere soldi a Donald Trump?

Dalle 10.35 alle 11.25 sul 107,6 FM o in streaming o in podcast dopo. Per domande agli ospiti sms 331 62 14 013, per dirci se abbiamo sbagliato qualcosa FaceBook e mail oche at radiopopolare.it