Narrative

Philip Ball è un giornalista scientifico con una cultura vastissima, e un ottimo scrittore. Su Nature di questa settimana, anche lui trova che i paper di bio-medicina siano diventati più difficili da leggere e non solo per il gergo.

So how could the readability of scientific papers be improved? First, by recognizing that good writing doesn’t happen by magic. It can be taught — but rarely is.

Dove trovare buoni modelli?

Obviously, from good writers — not necessarily in the sciences, but anywhere. There is hard evidence that sophisticated readers make sophisticated writers. Why not encourage students to put down Nature and pick up Darwin, Dawkins or Dickens?

Suggerirei anche “The tensions of scientific storytelling” di Roald Hoffmann:

Having read thousands of chemical papers and listened to hundreds of colleagues’ lectures, I chafe against being ruled out of bounds. In the papers I read and write, I feel stories unfold before me. I react to them emotionally. I sense narrative devices in these articles and lectures, employed both spontaneously and purposefully. Let me try here to tease out some of the overlooked narrative attributes of science.

*

Ci pensavo leggendo Ilario D’Amato che non ha più bisogno d’imparare. È il giornalista scientifico che per dieci anni ha indagato sulle conseguenze, anche e sopratutto in Italia, della Nuova Medicina Antisemita del pluriomicida Geerd Hamer. In Dossier Hamer, inchiesta su una tragica promessa di cura contro il cancro (Mondadori, 216 pagine, 18 euro) racconta le lucrose imprese spesso di iscritti all’Ordine dei medici come omeopati o all’Ordine degli psicologi o dei giornalisti.

Con il favoreggiamento di editori come Nexus di Tom Bosco o MacroLibrarsi di Giorgio Gustavo Rosso e Ivana Iovino , che ne pubblicano i libri e ne organizzano le conferenze, di blog come 22 passi, Dionidream e centinaia di altri che

amplificano i dettami della Nuova Medicina Germanica e l’agiografia di Hamer

Il libro fa star male perché i protagonisti sono le vittime, anch’esse con un dossier clinico, e i parenti che cercano un po’ di giustizia, di prevenire altri omicidi senza riuscirci.

Fanno star male l’impunità dei ciarlatani garantita da uno Stato che non ne reprime gli abusi e viola le proprie leggi; da una stampa che non smentisce le proprie bufale; da una giustizia lenta e distratta (1) che lascia decorrere i termini, condona, concede patteggiamenti generosi: quattro mesi di carcere con la sospensione della pena e il ciarlatano che torna subito a lucrare (2) con il sostegno di qualche associazione.

Le associazioni agiscono anch’esse in totale impunità, come spiegano i responsabili, ostentando la propria superiorità morale mentre frignano da poveri perseguitati da BigPharma e sodali: La Fonte, Sibelius, la Scuola 5 Ellebi e altre decine di schegge italiane dovute alla frammentazione di ALBA creata dal barista Marco Pfister.

Qualcuna è stata costretta a “cambiare strategia” dalla documentazione raccolta da Ilario sul sito Dossier Hamer e a travestire da “medicina complementare” i corsi, diplomi e altra ciarlataneria venduta dagli spacciatori locali, a loro volta travestiti da benefattori dell’umanità (refrain).

Ci vuol coraggio per raccogliere le prove e talento per farle leggere anche quando lo stomaco s’annoda e vien voglia di gridare. Per fortuna Ilario D’Amato ha deciso di

devolvere parte del ricavato della vendita di “Dossier Hamer”, tramite una quota fissa mensile, alla Cancer Research UK – la charity indipendente sul cancro più grande del mondo – e a Macmillan, una charity che supporta i malati oncologici.

Così si sta un po’ meglio, ma se ne comprate una copia prestatela lo stesso, per favore, potrebbe prevenire altri omicidi.

(1) Altro caso di giornalisti e procuratori incapaci, stomaco annodato e voglia di gridare in Io, trafficante di virus di Ilaria Capua e Daniele Mont d’Arpizio, Rizzoli, 240 pagine, 18,50 euro.

(2) No surprise. Due anni fa, il falso “prof.” Luciano Davini che aveva ucciso il giornalista di Canale 5, era stato assunto quale “Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche” da Christian Corda e Vincenzo Valenzi, condannato per truffa ai danni della Sapienza. All’epoca la coppia legata al clan Fucilla dirigeva l’università Santa Rita –  uno spaccio di diplomi stampati dal fornitore della famiglia Riina – senza che il MIUR, l’Ordine dei medici o altre istituzioni battessero ciglio.

14 commenti

  1. Fanno star male l’impunità dei ciarlatani garantita da uno Stato che non ne reprime gli abusi e viola le proprie leggi; da una stampa che non smentisce le proprie bufale; da una giustizia lenta e distratta (1) che lascia decorrere i termini, condona, concede patteggiamenti generosi: quattro mesi di carcere con la sospensione della pena e il ciarlatano che torna subito a lucrare (2) con il sostegno di qualche associazione.
    Ho letto anch’io Dossier Hamer durante il weekend e pensato più o meno le stesse cose che hai pensato tu. Mi pareva di conoscere bene tutte le storie, ma leggerle di fila è stato un colpo al cuore, oltre che allo stomaco.
    Fra le cose che mi hanno fatto stare peggio c’è l’ignavia degli Ordini. Leggere della Durando, ad esempio, ancora libera di fare il medico (proprio nei giorni scorsi era in tribunale a Torino). Possibile che i codicilli dei regolamenti vadano in contrasto così plateale con l’etica? Ma non si vergognano?

  2. Vedo che solo nella nota 2 scrive degli ordini dei medici, Dora mi ha preceduto, ma voglio anche io esprimere il mio disprezzo per non dico la scarsa incisività nell’azione di tutela delle buone pratiche mediche dei vari Ordini, ma addirittura per l’ignavia di cui danno prova.

  3. Grazie, grazie davvero. L’apprezzamento di una professionista del tuo calibro mi riempie d’orgoglio. E hai perfettamente ragione: lo stomaco s’annoda, il cuore sobbalza e solo io conosco il peso delle notti insonni a pensare ai danni che queste persone hanno fatto e continuano a fare, nella pressoché totale indifferenza – quando non complicità – di chi dovrebbe tutelare l’interesse pubblico.
    Danni che hanno nomi e cognomi, amici, parenti, tragiche storie che ho cercato di raccontare sul filo del rispetto per chi è caduto trappola di queste facili chimere, e la necessità morale e giornalistica di svelare una volta per tutte questa setta pseudo-medica.
    Grazie a te per l’ottimo lavoro di divulgazione che continui a fare: come il mio libro dimostra, purtroppo ce n’è sempre bisogno in Italia.

    1. Ilario, non ho mai fatto un’indagine come la tua, non sarei capace.
      nella pressoché totale indifferenza – quando non complicità – di chi dovrebbe tutelare l’interesse pubblico
      è la cosa più frustrante, spero che il tuo libro cambi qualcosa.

      Dora, tanto più che la Durando è al secondo processo per omicidio, pensavo a lei a proposito della decorrenza dei termini e dell’Ordine che alla stampa annuncia grandi cambiamenti ma nella realtà…

  4. Purtroppo L’Hamercialtrone ha sostenitori insospettabili. Acquistare e regalare il libro a qualche biblioteca è un imperativo morale cui non possiamo sottrarci.

  5. Quella di donare il libro a qualche biblioteca mi sembra un’idea grandiosa.
    L’ho appena aggiunto al carrello di Amazon.
    Ce ne vorrebbero altri di Dossier come quello su Hamer, gli argomenti di certo non macano.

  6. FYI
    Uno psicologo spagnolo, Enric Corbera, da anni sta facendo conoscere attraverso le sue molte attività i principi di un nuovo modo di intendere “le malattie” e certamente le 5 leggi biologiche sono parte integrante di tale corpo di conoscenze.
    Già in due università di medicina la sua “bioneuroemocion” è insegnata.
    Ormai lui individualmente si occupa soltanto più di malati oncologici. E, pare, con molto successo.
    a Voi di indagare, verificare ed eventualmente attaccare dopo che le budella vi si saranno nuovamente contorte. 🙂

    1. Grazie Giancarlo, dal com. Ansa sembra che all’Ordine dei medici di Torino qualcuno abbia imparato a usare un motore di ricerca:
      L’Ordine dei medici di Torino, che ha avviato una indagine interna contro la dottoressa, ha scoperto che in passato era stato intentato un altro procedimento giudiziario nei suoi confronti per la morte di una bimba di 14 mesi affetta da meningite e curata con lo stesso metodo.

      andrea,
      non è uno psicologo, uccide i pazienti anche lui e pare che ci guadagni più del collega/rivale Christian Flèche.
      Se non la turbano gli omicidi, lei non sarà per caso questo Andrea?

  7. Gentile signorina Coyaud, vedo che a distanza di anni la sua ossessione per il sottoscritto non accenna a diminuire. Si metta il cuore in pace, non solo lei non mi interessa minimamente, ma la sua miseria umana, la sua poverta’ intellettiva e le sue ignobili menzogne mi fanno pena. Le sue sono le solite pagliacciate della solita asina ignorante patentata ed in malafede. Io non ho assunto proprio nessuno, il sig. Davini era presidente e membro fondatore del Santa Rita. Quanto alla storia dello spaccio dei diplomi, io all’epoca non facevo parte del Santa Rita, non ne sapevo e non ne voglio sapere niente perche’ non ho tempo da perdere in questioni infime. Per il resto, vada a farsi friggere.

  8. ” Io non ho assunto proprio nessuno, il sig. Davini era presidente e membro fondatore del Santa Rita”
    Un altro “vice” solo pro-forma, senza dubbio. Un po’ come quei tali che, pizzicati dalla Guardia di Finanza dichiarano che le loro dichiarazioni infedeli erano frutto di decisioni paterne a cui loro, figli cadetti, non potevano esimersi.
    Alle volte, noialtri privilegiati figli unici ci chiediamo come deve essere scoprire di aver raggiunto il mondo (o certe vice presidenze) solo in quanto sgravio sulle tasse (o sulle responsabilità civili o penali), magari essendo pure sottopagati quando non direttamente a cottimo.
    Tanta solidarietà, Corda, ma si scordi aiuti più concreti – sa, noialtri privilegiati, che avevamo potuto scegliere, abbiamo un po’ tutti la puzza sotto al naso.

  9. @CimPy: da quando in qua un vicepresidente assume un presidente e membro fondatore? Oltre che un codardo che si nasconde dietro un nickname sei anche un colossale babbeo, o in malafede, o, piu’ probabilmente, entrambi…

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