Siero bayesiano della verità

Se lo scrivevo ieri sembrava un pesce, mi sa. Quel siero è un incoraggiamento a dire la verità che si usa per determinare se la risposta da sondati a, per esempio, “quante volte figliolo/a?” e “quante volte gli altri figlioli?” (il senso comune) è veritiera in base a quanto diverge dalla frequenza della risposta data dal gruppo di controllo, che non riceve l’incoraggiamento, a “quante volte figliolo/a?”

Con un questionario sul sito di un’università tedesca, Franca Agnoli dell’università di Padova et al. hanno chiesto quante volte avevano adottato una o più fra dieci “questionable research pratices” (QRP) a

802 dues-paying AIP [Associazione Italiana di Psicologia] members for the year 2014. There were 277 respondents (24% response rate) who answered at least part of the questionnaire and 208 respondents (75% of the 277 respondents) completed it.

Risultati, più questionario originale e dati grezzi, su PLoS One

Nearly all research psychologists (88% in Italy and 91% in the US) who finished the survey reported having employed at least one QRP.

Le pratiche dubbie più frequenti sono più difendibili, secondo i sondati, anche se falsano i risultati, per esempio quella di ampliare il campione stabilito inizialmente se non fornisce il risultato desiderato.

Franca Agnoli et al. non hanno somministrato il siero bayesiano, risparmiando una donazione a una buona causa, perché lo stesso sondaggio fatto in USA non aveva trovato una differenza significativa con il gruppo di controllo. Anche psicologi tedeschi hanno risposto al questionario preparato da Agnoli et al., peccano quanto gli altri.
Intervista di Franca Agnoli da Retraction Watch, problemi statistici nell’Associazione americana di pseudo-scienza psicologica da Andrew Gelman.

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Btw, per imparare vado da Andrew Gelman, ora che Tamino scrive di rado, però critica un articolo di Holthaus con

In summary, just by chance alone, we’d expect to be able to see lots of apparently statistically significant patterns by sifting through weather data in this way. The story here is the usual: To the extent that this evidence is presented in support of a clear theory, it could be meaningful. By itself, it’s noise.

Holthaus non sarà bayesiano, difetto senz’altro grave, e usa 20 anni di osservazioni meteo che per il clima sono poche, ma si riferiva alla maggior frequenza delle grandi nevicate sulla costa nord-est degli USA dal 1996 in poi e scriveva:

Because the ocean is where nor’easters — the particular brand of coastal storm that brings the biggest snow potential — derive most of their moisture. Warmer ocean waters provide more energy to growing coastal storms, and the Gulf Stream current, which carries subtropical waters northward just off the East Coast, is experiencing record warmth right now.

La teoria è più caldo ->più vapore acqueo in atmosfera ->più precipitazioni, c’est pas sorcier.

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A proposito di un paper di paleoclimatologia uscito su Science, Steph confronta le temperature e la CO2 atmosferica dell’Eemiano, che servono a vincolare i modelli climatici, con quelle attuali e le trova un po’ troppo simili, e aggiunge:

Ricordiamo velocemente – per i “senior scientists” con un’expertise nel clima pari a quella che un pesce può avere nella bicicletta – le condizioni generali forzanti, di natura orbitale, dell’ultimo periodo interglaciale [segue grafico]

Come i passeri e gli investitori nell’E-cat, lei non sa chi sono io crede che il calore svanisca per miracolo. Dopo una serie di insulti, dimostra la propria expertise il 1 aprile 2017 alle ore 20:17

dalla “torrida” provenza, dove ci sono almeno 5 gradi meno della media stagionale,

Hilarity ensues.

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