Le Oche, la gravità e l'olio di palma

Cari orecchietti di radiopop,

come ogni mese, il trio Michele, Fausto & Giacomo di Scienze agrarie alla Statale e del nostro comitato scientifico. ci raggiunge in studio. Prima di lasciargli la parola, facciamo un salto alla SISSA di Trieste, dal prof. Stefano Liberati, un “gravitologo” classico, a volte quantistico e più volentieri ibrido.

Sul numero di maggio di Asimmetrie, la rivista dell’INFN, il suo articolo “Einstein al limite” ci ha fatto pensare. Racconta del matematico Urbain Le Verrier che aveva usato le leggi di Keplero e la gravità newtoniana per calcolare nel 1846 la presenza di Nettuno, oltre Urano, e nel 1859 quella di Vulcano, tra Mercurio e il Sole e passa all’attualità:

Ad esempio, l’attuale modello cosmologico basato sulla relatività generale spiega le osservazioni al costo di introdurre due componenti sconosciute, la materia e l’energia oscura, che dovrebbero costituire circa il 95% dell’universo. Ma come possiamo sapere se stiamo ripetendo il successo della previsione di Nettuno o l’illusione di Vulcano?

La domanda la rivolgiamo a lui perché ce la ponevamo proprio per la sua disciplina. Dopo il successo delle onde gravitazionali, in aprile abbiamo letto:
a) su Science, che i neutrini sterili – particelle candidate a formare la materia oscura – osservati nel rilevatore di Daya Bay, nel sud della Cina, sono illusori;
b) nel paper di Mattia Di Mauro et al. della collaborazione Fermi-LAT in uscita sull’Astrophysical Journal – ne abbiamo parlato brevemente la settimana scorsa – che la fonte di raggi gamma osservati al centro della Via Lattea non è materia oscura ma una banale “popolazione” di pulsar
Da teorico Stefano Liberati riesce ancora a formulare una teoria della gravità o si dispera perché non si può fidare delle osservazioni?

Intervallo musicale

Nel giro di un mese sono uscite notizie contraddittorie anche sull’insostenibilità dell’olio di palma:

  • al Parlamento europeo una risoluzione, basata su un rapporto lungo e dettagliato e approvata con 640 voti a favore e 18 contrari, prevede l’eliminazione entro il 2020 dell’olio vegetale – di palma in particolare – nei biocarburanti perché il suo uso accelera la deforestazione;
  • stando a un articolo di Nature, “la coltivazione più odiata del mondo” sta diventando più produttiva e consuma meno terreno, ma i nuovi cultivar non aiutano i contadini poveri;
  • Greenpeace ha “riabilitato” la IOI Corporation – la multinazionale più nefanda – perché sta mantenendo la promessa di non abbattere più la foresta tropicale indonesiana per sostituirla con piantagioni di palme
  • il 6 maggio il governo indonesiano ha annunciato un piano “Deforestazione zero” (sarà il terzo in meno di dieci anni…)

Raga – nel senso di Michele, Fausto & Giacomo – noi delle Ong come la mettiamo?

poscritto: Michele, Fausto e Giacomo hanno citato questa ricerca e abbiamo trasmesso loro i vostri sms di complimenti.

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