Chimica rosso-verde, gialla e blu (di Prussia)

Su Angewandte Chemie, esce un’altra ricerca di Xin-Bo Zhang e giovanotti dell’Accademia cinese delle scienze e dell’università di Jilin che si stanno specializzando nel riciclaggio verde (sostenibile) di rifiuti arrugginiti. Questa volta recuperano maglia lana (h/t Camillo) d’acciaio corrosa, di quella usata prima per filtrare l’acqua.
La intingono in una soluzione gialla di ferrocianuro di potassio, come quello del vino, che dissolve gli ioni ferro, cromo e nickel della ruggine. Vanno a combinarsi con il ferrocianuro, da rossa la retina diventa color blu di Prussia che sulla sua superficie forma nano-alveoli nei quali gli ioni potassio entrano ed escono facilmente.
Il potassio costa molto meno del litio (del sodio forse no?), ma per gli elettrodi  delle batterie non va bene perché tende a disgregarsi. Ci vuole qualcosa di più. Sempre con il metodo a intingolo, si rivestono gli alveoli con uno strato di ossido di grafene, poi “ridotto” a grafite cosparso di atomi di ossigeno (RGO) – non c’è scritto ma dovrebbe essere nero.
Il RGO fa da lubrificante, aumenta la conduttività e accelera il trasporto degli elettroni.

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Il PoF Emmanuel Macron ha stanziato fondi per i climatologi bistrattati in Usa che vorranno lavorare o collaborare con i francesi “to make our planet great again”. E noi? chiedono i ricercatori francesi in loco. Ma saremo assunti? chiedono gli altri tra cui Eric Rignot, il glaciologo dell’università della California a Irvine che non credo voglia licenziarlo.
Non a tempo indeterminato – altre info qui.

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A quelli che ne uccide più il freddo, andrebbe segnalato che aumenta il caldo primaverile nel Sud-est asiatico rovinando raccolti; la siccità in Africa, aggravata dal riscaldamento globale, riduce alla fame pochi milioni di persone – cosa saranno mai?; in Sudafrica dove sta per iniziare l’inverno una tempesta fa divampare incendi letali mentre Città del Capo è devastata da un’alluvione.

Da collegare all’ultimo numero di Nature Climate Change: “When will the jungle burn?” di David Bowman; “Amplification of wildfire area burnt by hydrological drought in the humid tropics” di Muh Taufik et al.; “Understanding rainfall extremes” di Lenderink & Fowler a proposito di un paper uscito il mese scorso.

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Hilarity ensues as usual

Stamattina Antonietta M. Gatti*

ha avuto l’ottima idea di usare questo blog per criticare presunti errori di chimica commessi dal prof. Silvestri. Noi si aspetta fiduciosi che lo quereli per diffamazione.
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Rimasto solo a difendere i miracoli dell’AlkaWater, inventata dal dott. Fais, dalle diffamazioni degli scienziati citati dall’oca, Alessandro cerca rinforzi fra i lettori dell’oca.
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Gabriele scriveva il 05/06/2017 alle 20:08:
Sono un chimico farmaceutico e come tale passo gran parte del mio tempo a consultare la letteratura scientifica e ad aggiornarmi. Conosco il dott.Mainardi e il serplus e mi rendo conto che a una prima lettura possa sembrare l’ennesimo santone che dice di aver trovato la cura a tutti i mali del mondo ,ma in questo caso ha perfettamente ragione su tutto ,collabora con molti centri ospedalieri e il serplus e relativa dieta associata sono attualmente in studio clinico in diverse patologie come fibromialgia epilessia e molte altre. Inoltre su pubmed trovate gli studi del dott.Mainardi a cui hanno partecipato anche altri ricercatori di fama internazionale
In una settimana non è riuscito a trovare due studi di Mainardi, su un totale di tre, che documentino i miracoli del Serplus e dieta associata…
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Aco Sepiani, interessato alla tecnologia Wonderful Water inventata dal signor Marin, ha trovato sul sito del DOE il comunicato di una dimostrazione avvenuta nell’anno fiscale 2016, grazie a tre partner: WOW S.r.l., White Technology Solutions di Raleigh (giuro, ma è un consulente) e il Savannah River National Laboratory (SRNL).
Stranamente, nel dépliant il DOE non cita né i risultati di Saluggia né il numero del bando vinto da WOW.
La demo prevedeva tre tappe:
  • Procure chemicals and radioisotopes to prepare two radioactive surrogates representing liquid wastes at DOE-EM facilities; fatto
  • Perform demonstrations using the WOW equipment at LENA (Pavia, Italy) – operazione affidata a un subappaltatore e svolta a Pavia contrariamente a quanto annunciato da WOW;
  • Issue summary technical report detailing the findings from the two radioactive evaporation tests – sui siti WOW, LENA, White Technology Solutions LLC e SRNL non c’è.

Quiz

1. La demo sarà andata come a Saluggia?
2. A  breve Luigi Corvi racconterà sul Corriere quanto gli avrà confidato “l’ing. Marin”?
3. E noi gli crederemo sulla parola?

Domanda di riserva

Il signor Marin otterrà un giorno i brevetti internazionali chiesti e non concessi dal 2009?

60 commenti

  1. Mi permetto solo di evidenziare che il bando è del 2016, la notizia è stata pubblicata sul sito del DOE il 21 maggio 2017, la sperimentazione avrà luogo prossimamente e (parole del DOE) .. “If successful, this technology will address a key challenge in the DOEcomplex, especially at SRS and Hanford, related to effective water management associated with the storage, retrieval, pretreatment,stabilization and disposal of liquid radioactive wastes.”
    Non mi sembra poco.
    Lei, comunque, non ha ancora risposto al mio dubbio, che vorrei davvero venisse dissipato.
    Le pare davvero possibile che soggetti così importanti (Lena, Sogin, DOE) consentano l’accesso e la sperimentazione presso i propri siti nucleari al primo che capita, senza aver prima valutato la -quantomeno- possibile serietà del progetto ?
    Diversamente ci sarebbe davvero da preoccuparsi.
    PS: ricordo che, in passato, un suo commento riguardava l’assenza di ogni notizia relativa a WOW nel sito di DOE.
    Mi sono limitato ad indicarle che ora la notizia appare.
    Saluti cordiali
    Aco

  2. Ed in ogni caso quello che lei continua a chiamare signor Marin è ingegnere elettronico, e non capisco perchè debba usare termini spregiativi di cui non mi pare ci sia bisogno

  3. Mauro Toffanin, a commento di “Diritto di Replica”, ci indica un paio di interessanti link
    http://allianceforcryo.org/about-us/medical-advisors/antonietta-gatti-bio/
    http://allianceforcryo.org/about-us/medical-advisors/antonietta-gatti-bio/cryo-nanoparticles/
    Dalla biografia reperita tramite il primo trovo che la dott.sa Gatti (o forse dovrei dire “la Proff.sa Gatti”?) sarebbe al momento
    Associate Professor at the National Council of Research of Italy, Institute of Science and Technology of Ceramic materials; Professor at the University of Urbino (Italy) and Visiting Professor at NUARI (Department of State, Washington , USA)
    Non mi azzardo a pormi dubbi riguardo al titolo di “Visiting Professor at NAURI” (NAURI?) ma mi chiedo
    1) esiste il titolo di Professore Associato presso il CNR?
    2) l’Università di Urbino e’ stata informata che la dott.sa Gatti e’ “professoressa” presso di loro?
    Perche’ io, cercando nel database Cineca la trovo solo fino al 31.12.2010 quando risultava “ricercatore” a Modena/Reggio.

    1. E.K.Hornbeck,
      Institute for Advanced Sciences Convergence & International clean Water Institute NUARI risulta essere un’invenzione del co-inventore della nanodiagnostica “Prof.” Ashok Vaseashta, altro pilastro del truffatore OMICS.

  4. Hornbeck: “l’Università di Urbino e’ stata informata che la dott.sa Gatti e’ “professoressa” presso di loro?”
    Questa cosa l’ha spiegata Montanari in un’intervista che lessi un po’ di tempo fa. I due ricercatori non sono a libro paga dell’uni di Urbino, ma siccome c’è una sentenza di tribunale che ha stabilito che il famoso “microscopio della discordia” venga donato all’uni di Urbino e che i due ricercatori possano accedervi almeno un giorno alla settimana per fare ricerca sulle nano-cose, allora devono figurare in qualche modo come “dipendenti” per poter accedere ed utilizzare le infrastrutture dell’uni (è richiesto dalla burocrazia universitaria, non so se è vero, io la prendo per buona). E’ dunque solo un’assunzione formale per ottemperare alla sentenza del tribunale.
    Detto ciò, il fatto che i due ricercatori si fregino di un titolo come se fosse acquisito per merito… bhe, è un po’ da paraculi, ma credo ci sia ben poco che l’uni possa fare a riguardo 😀
    “esiste il titolo di Professore Associato presso il CNR? […] Perche’ io, cercando nel database Cineca la trovo solo fino al 31.12.2010 quando risultava “ricercatore” a Modena/Reggio.”
    Pare sia prof associato al CNR-Istec di Faenza, dove avrebbe spostato il microscopio che era in loco all’uni di Modena. Proprio quel famoso microscopio che i “poteri forti gli avevano portato via” e da cui scaturì la raccolta fondi di Grillo. Gatti continua ad avere accesso a quel FEI Quanta 200 MkI di Faenza.
    A riguardo c’è un’affermazione di Montanari su Facebook (cit. verbatim): “Questo finché, dopo tempo e lotte, mia moglie [Gatti] riuscì a riprendere il microscopio [dell’uni di Modena] e a riattarlo con i fondi suoi, ospitandolo nel laboratorio di biomateriali dell’Università [dell’uni di Modena] che lei aveva fondato e di cui era responsabile. […] Ora [2012] l’apparecchio ha seguito mia moglie che, prepensionata dall’Università di Modena, è professore associato al CNR di Faenza dove, però, la situazione della ricerca è la stessa di Modena.”

    1. E.K. Hornbeck e Mauro,
      avevo guardato anch’io in CINECA e non risulta prof in un’università. Dall’anno scorso si dice affiliata soltanto a un falso dipartimento del CNR, penso che abbia rinunciato ad altri titoli.

      Aco Sepiani,
      il DOE non ha consentito né l’accesso a né la sperimentazione in un proprio lab. Contrariamente a quanto annunciato dal com. stampa sul sito del Ministero degli esteri nel gennaio 2016,
      “Wow Technology ha ottenuto il finanziamento del DoE per un dimostratore presso il laboratorio nazionale a Savannah River (SRNL)”
      Se WOW ha ottenuto un finanziamento DOE, il progetto ha un numero che sul dépliant non c’è (succede); la demo è affidata a un subappaltatore presso il LENA di cui basta pagare i servizi per aver accesso; la SOGIN è stata commissariata per aver consentito a cose ben peggiori dell’installazione di un depuratore; né LENA né SOGIN sono “soggetti importanti”.
      Non vedo un riferimento al “supporto del CNR” di cui parlava lei l’anno scorso.
      Mi riferisco ai due brevetti di cui parlava l’ing. Massa nel 2013: MX20110011225 e WO2010136982l
      Da quando signore fa parte dei “termini dispregiativi”? Secondo lei una laurea in ingegneria informatica garantisce una competenza in scorie nucleari?
      Preconcetti no, diffidenza sì per vari motivi. Per esempio non ci si improvvisa esperti di scorie nucleari, e quando ho scritto una frase su quei brevetti ho ricevuto insulti e minacce da vari nick con lo stesso IP.

  5. @ Mauro Toffanin
    Questa cosa l’ha spiegata Montanari in un’intervista che lessi un po’ di tempo fa. I due ricercatori non sono a libro paga dell’uni di Urbino, ma siccome c’è una sentenza di tribunale che ha stabilito che il famoso “microscopio della discordia” venga donato all’uni di Urbino e che i due ricercatori possano accedervi almeno un giorno alla settimana per fare ricerca sulle nano-cose, allora devono figurare in qualche modo come “dipendenti” per poter accedere ed utilizzare le infrastrutture dell’uni (è richiesto dalla burocrazia universitaria, non so se è vero, io la prendo per buona).
    Bizzarro.
    Certo che le vie della burocrazia sono infinite.
    Comunque… un conto e’ figurare come “dipendenti”, un altro e’ figurare come “professori”. Se tutti i dipendenti delle universita’ (penso anche al personale delle pulizie, agli usceri, ai bibliotecari, agli amministrativi — ammesso e non concesso che queste figure non siano ormai state tutte esternalizzate) potessero fregiarsi del titolo di “professore”… non so… forse sono di vedute ristrette e antiquate… ma vedrei il titolo in questione un zinzinino depotenziato.
    In ogni caso… ci sono conferme dall’Universita’ di Urbino o abbiamo solo informazioni da Gatti e/o Montanari?
    Perche’ di chi mi distingue il tungsteno dal wolframio, io non mi fiderei neppure se mi dicesse che oggi e’ martedi’.
    A riguardo c’è un’affermazione di Montanari su Facebook (cit. verbatim): “Questo finché, dopo tempo e lotte, mia moglie [Gatti] riuscì a riprendere il microscopio [dell’uni di Modena] e a riattarlo con i fondi suoi, ospitandolo nel laboratorio di biomateriali dell’Università [dell’uni di Modena] che lei aveva fondato e di cui era responsabile. […] Ora [2012] l’apparecchio ha seguito mia moglie che, prepensionata dall’Università di Modena, è professore associato al CNR di Faenza dove, però, la situazione della ricerca è la stessa di Modena.”
    Anche qui forse sono di vedute ristrette ma… ero convinto che la “R” in “CNR” facesse riferimento alla ricerca, non all’insegnamento. Ed ero convinto che il titolo di “professore associato” fosse relativo all’insegnamento universitario.
    Mi e’ sfuggito che il CNR e’ diventato centro (anche) di insegnamento, a livello universitario, o che il titolo di “professore associato” ha cambiato significato quando ero girato da un’altra parte?

  6. Sono perplesso dal suo sarcasmo. Chiamare pervicacemente l’ing. Marin ‘signor Marin’ non credo aggiunga nulla alla serieta’ e fondatezza della sua posizione, che appare -almeno a me- totalmente ed immotivatamente preconcetta. Non mi pare che cio’ le renda onore. Comunque, cio’ non fa altro che solleticare la mua curiosita’ ed aumentare il desiderio di trovare elementi oggettivi che la obblighino a riconoscere l’erroneita’ del suo parere

  7. A questo proposito le anticipo che il brevetto europeo mi risulta concesso, ed al piu’ presto le inviero’ il relativo link.

  8. Al contrario invece mi risulta che la dimostrazione avverrà proprio nei siti del (Savannah e Hanford)
    Le invio un link dal quale potrai vedere in cosa consiste l’EM International project e quali siano gli altri 11 progetti premiati (E di quale caratura siano le società coinvolte)
    https://energy.gov/em/services/communication-engagement/international-programs
    Capisco che lei possa nutrire dei dubbi sull’invenzione wow ma allo stesso tempo penso sia accettabile che qualcun altro possa essere affascinato da un progetto che sembra trovare riscontri a così alto livellomi pare che la curiosita’ resti uno dei motori del mondo.
    Per quanto riguarda infine gli insulti e le minacce di cui è stata fatta oggetto, da avvocato le segnalo che la conoscenza dell’IP consente agevolmente di risalire alle generalità dell’autore del reato.
    Sarebbe giusto denunciare chi si macchia di tali reati, per consentire invece a chi lo desidera di continuare ad esprimere liberamente il proprio pensiero ricercando il confronto e la conoscenza (forse le sue risposte piccate alle mie domande possono trovare la propria ragione nel comportamento di questi inqualificabili siggetti).
    A me farebbe invece piacere esclusivamente fornire, in futuro, le informazioni che dovessi riuscire a reperire in rete per condividerle ed ottenerne in cambio un parere (scientificamente piu’ probante del mio).

  9. Tecnologie evaporatrici sono comunemente utilizzate per la depurazione delle acque contaminate.
    Tecnologie collaudate evaporatrici o perfino di centrifugazione da decenni raggiungono fattori di carico ben superiori anche a 2ppm anche su contaminazioni ben piu’ complicate di un singolo elemento/isotopo (anche se gli alcalini non sono facili, ma 2ppm non e’ purita’ straordinaria da raggiungere).
    Non so cos’abbia WOW di speciale. E’ piu’ compatto? Da Saluggia non c’entra sembra…
    E’ piu’ veloce? Dalla lunghezza dei test in corso, non sembrerebbe…
    E’ da anni che cerco lumi anche presso Marin che ha sempre rifiutato di sbottonarsi, forse Aco potrebbe illuminarmi.

    1. Aco Sepiani,
      quel link porta a quello di prima:
      Perform demonstrations using the WOW equipment at LENA, Pavia, Italy
      Ho denunciato una minaccia di morte alla Polizia postale e non è successo nulla.

      Andrea,
      Da Saluggia non c’entra…
      volevi scrivere “non sembra”?
      Se i risultati di Saluggia sono stati mirabolanti come diceva Marin nel 2014, chissà perché Sogin li tiene segreti e WoW pure. Per fare i dispetti a Pennetta?

  10. Questa volta recuperano maglia d’acciaio corrosa, di quella usata prima per filtrare l’acqua.
    Niente da eccepire dal punto di vista chimico. Molte perplessità nascono se si considerano i costi dell’operazione. Ferrocianuro e ferricianuro di potassio sono sali costosi. Non so se il recupero di lana d’acciaio per quella via rispetti il rapporto costo/beneficio richiesto da un’operazione industriale. Inoltre sono sali da trattare con cautela, perché possono decomporsi in acido cianidrico, mortale.

    1. Camillo,
      “lana” era la parola che cercavo, grazie.
      non ho idea dei costi o delle applicazioni. In realtà la ricerca mi ha divertita per i colori e perché in un’altra Xin-Bo Zhang et al. recuperavano nano-particelle d’oro.

  11. Hornbeck: “potessero fregiarsi del titolo di “professore”… non so… forse sono di vedute ristrette e antiquate… ma vedrei il titolo in questione un zinzinino depotenziato.”
    Ipotizzo sia un titolo simile al “visiting professor/fellow”, o qualche roba del genere. Ovviamente i due ricercatori modenesi ciurlano parecchio nel manico omettendo il “visiting” 😀
    E’ sempre molto meno grave rispetto all’auto-assegnazione del PhD in Bioingegneria, l’auto-qualifica di medico-patalogo-biologo-psichiatra, in virtù del semplice aver guardato dentro le lenti di un microscopio elettronico.
    Hornbeck: “In ogni caso… ci sono conferme dall’Universita’ di Urbino o abbiamo solo informazioni da Gatti e/o Montanari?”
    Sì, ci sono delle conferme indirette da parte del Prof. Gobbi dell’uni di Urbino sotto forma di commenti sul blog di Montanari. Commenti da cui si evince che l’uni di Urbino si è strenuamente opposta a quella sentenza perché non avevano le risorse per mantenere in funzione il microscopio, ma poi il giudice ha deciso altrimenti e l’uni si è ritrovata nel dilemma burocratico di dover dare accesso ai due ricercatori modenesi ai locali dell’università (e pagare i consumabili del microscopio per le loro ricerche, quindi sono a carico dei contribuenti).
    “Anche qui forse sono di vedute ristrette ma… ero convinto che la “R” in “CNR” facesse riferimento alla ricerca, non all’insegnamento. Ed ero convinto che il titolo di “professore associato” fosse relativo all’insegnamento universitario.”
    Beats me! 🙂
    Ma non vedo perché stupirsi quando la stessa ricercatrice si fregia di essere stata riconosciuta con il titolo di Fellow dal College of Fellows (ICF-BSE), aka “International Union Of Societies For Biomaterials Science And Engineering” (IUS-BSE), aka “Fellow, Biomaterials Science and Engineering” (FBSE), un’élite di scienziati che si compone di 32 membri. Organizzazione che però nessuno che lavora nel settore dei bio-metariale conosce.
    Avranno capito Gatti-Montanari che la FBSE, ed i suoi mille cloni, altro non sono che finte associazioni di categoria dove basta pagare una quota annua per farne parte? Direi di no, visto che pagano anche l’iscrizione per la “prestigiosissima” AZo Nano. Sono tutte finte associazioni usate da università e riviste di basso impact factor per fare pubblicità ad eventi e conferenze organizzate dalle stesse. The gist is: ti associ, paghi la cifra annua e puoi partecipare alle conferenze organizzate dall’associazione come speaker per promuovere i tuoi lavori, ed in cambio ti danno un titolo onorifico. E’ sempre una versione più elaborata delle normali conference proceedings.

  12. Dal cielo alla Terra, comunicazione XYZ010.
    chissà perché Sogin li tiene segreti e WoW pure.
    Dal database galattico abbiamo trovato che WoW ha pubblicato i dati di Saluggia il 7 Settembre 2015 nel profilo FB:
    https://www.facebook.com/WoWWonderfulWater/photos/pcb.1032784120089099/1032781800089331/?type=3&theater
    https://www.facebook.com/WoWWonderfulWater/photos/pcb.1032784120089099/1032781956755982/?type=3&theater
    La Sogin assieme alla WoW ha presentato i risultati all’INRIM, nel Settembre del 2015:
    Google; “INRIM + WoW”, primo link del sito dell’INRIM, che non si apre più, ma c’è la copia cache senza immagini.
    Scaricabile in originale (4a revisione – Ottobre 2015) da qui:
    http://s000.tinyupload.com/index.php?file_id=87286143832384752705
    Non so cos’abbia WOW di speciale.
    Pag. 22 del ppt
    E’ piu’ compatto?
    Pag. 17 del ppt
    E’ piu’ veloce?
    Pag. 13 del ppt
    Fine comunicazione.
    Pace e bene, lunga vita e prosperità.

    1. Ashtar Sheran,
      grazie, ma s’intendeva dati di verificatori indipendenti, non racconti riservati ad amici di FB e foto di modelle più o meno vestite.

  13. “volevi scrivere “non sembra”?”
    ça va sans dire 😉
    “Se i risultati di Saluggia sono stati mirabolanti come diceva Marin nel 2014, chissà perché Sogin li tiene segreti e WoW pure. Per fare i dispetti a Pennetta?”
    Gia’… Perche’ una volta che si hanno numeri duri si possono confrontare con le pubblicazioni, e nelle pubblicazioni c’e’ scritto quanti ppm di purificazioni si raggiungono con quale sistema in quanto tempo.
    Il fattore che puo’ essere vantaggioso e’ spazio e tempo. Non saprei.

  14. Andrea Idini:
    “Non so cos’abbia WOW di speciale”.
    Niente, salvo i fatti che è sottoposto alla Sfiga Passerina [1], e che piace molto tanto al Tecunta [2] quanto al Pennetta [3].
    Salù[scusa un attimo


    Cosa vuoi, EC?
    Allerta per favore A. Idini che “purità” è un falso amico

    Ma non mi sembra il momento ada’
    fai come ti pare, alla prossima fatturo].

    ehm

    Saluti.
    H
    ———–
    1: ND;
    2: “Il sistema è mille volte più efficiente del sistema attualmente utilizzato a Fukushima per concentrare le scorie… Si basa su pura fuffa un meccanismo termodinamico che applica un teoria fisica che genera un fenomeno mai studiato prima (in questa applicazione) [1bis];
    3: https://www.enzopennetta.it/2013/11/scienza-litalia-che-ci-piace-e-quella-che-non-ci-piace-con-intervista-ad-adriano-marin/: “Un’invenzione di grande rilievo fuffico dunque, una di quelle espressioni della fuffa nel campo delle scienze e della tecnologia che onorano il paese in cui i fuffari si sono formati. E quindi a maggior ragione siamo contenti di poter dire che l’Ing. Marin è stato a suo tempo allievo di una delle firme di Critica Scientifica, il prof. Giorgio Masiero [4, modificato].
    ————
    ————
    4: G. Masiero, altrove anche “L’Ottimo”.
    ————
    1bis: http://redirect.viglink.com/?format=go&jsonp=vglnk_149735915730111&key=fc09da8d2ec4b1af80281370066f19b1&libId=j3vkbh7t01012xfw000DAbwvhvfc9&loc=http%3A%2F%2F22passi.blogspot.it%2F2013%2F09%2Flettera-aperta-allillmo-presidente.html%3FshowComment%3D1379623356796%23c3995381228688631713&v=1&out=http%3A%2F%2F22passi.blogspot.com%2F2013%2F09%2Flettera-aperta-allillmo-presidente.html%3FshowComment%3D1379610942455%23c2940362433252938334&ref=http%3A%2F%2Focasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it%2F2013%2F11%2F19%2Fdal-mare-al-reattore-e-ritorno%2F&title=22%20PASSI%20D%27AMORE%20e%20dintorni%3A%20Lettera%20aperta%20all%E2%80%99Ill.mo%20Presidente%20dell%E2%80%99Istituto%20Nazionale%20di%20Fisica%20Nucleare%2C%20Prof.%20Fernando%20Ferroni&txt=19%20settembre%202013%2019%3A15.

  15. “Allerta per favore A. Idini che “purità” è un falso amico”
    Adesso sono pieno di falsi amici che si incrociano in tutte le lingue.
    Non so piu’ che lingua parlo! O_O
    Abbiate pazienza…

  16. “Dal database galattico abbiamo trovato che WoW ha pubblicato i dati di Saluggia il 7 Settembre 2015 nel profilo FB”
    Ah, beh, allora
    Ohi, certi fuffaroli non si stancano mai, eh? WoW, che pubblicazione – ricorda da vicino quelle sulla Ralstonia Detusculanense, sulla FF (in generale, ma anche in particolare), sui rapimenti di manze (di bovini e di Techunters) da parte degli UFO, e sui fiori di Bach che curano di tutto purché – ove il male sia mortale e a trasmissione aerea – il dottorone possa stare a svariati chilometri di distanza.
    Un caso? Io non credo. Scie chimiche permettendo, s’intende.

  17. Institute for Advanced Sciences Convergence & International clean Water Institute NUARI risulta essere un’invenzione del co-inventore della nanodiagnostica “Prof.” Ashok Vaseashta,
    NAURI (“Norwich University Applied Research Institutes”) do exist in a legal sense, and there may even be a name-plate screwed to an office door somewhere. Their only activity, though, is to rearrange buzzwords into new combinations, and publish meaningless papers about imaginary threats, in order to ensure a reliable stream of funding from the US Homeland-Security establishment.
    Vaseashtra does not just whore for OMICS scamferences. He also hires himself out to the pathetic grifters at “Scientific Federation”:
    http://scientificfederation.com/nanotechnology-2017/

    1. Tks, smut clyde, I vaguely remembered you had written about it and should have checked.

      E.K. Hornbeck,
      chiedo scusa, NUARI non sono un’invenzione di Vaseashta. Sembrano inattivi da due anni.
      In altre parole, ho l’impressione che la comunita’ accademica sottovaluti pesantemente il rischio di (ulteriore) perdita di autorevolezza che corre nel non sanzionare pesantemente questo tipo di comportamenti.
      Più che sottovalutarlo, lo tollera e se la prende con chi chiede se quelle patacche le abbiamo pagate noi. L’oca s. dell’Accademia del Pontevedro

      CimPy,
      il modus operandi è simile, ma in Italia non ci sono stati finanziamenti pubblici.

      Grazie Dora (refrain)

  18. @ Mauro Toffanin
    E’ sempre molto meno grave rispetto all’auto-assegnazione del PhD in Bioingegneria
    Pure il PhD e’ auto-assegnato?!?
    E io che credevo fosse spudorata a lamentarsi degli errori di chimica altrui!
    l’auto-qualifica di medico-patalogo-biologo-psichiatra, in virtù del semplice aver guardato dentro le lenti di un microscopio elettronico.
    Oh, be… con tutti i medici laureati che si danno all’omeopatia e alle terapie esoteriche… un non medico che si dichiara tale… di che ci lamentiamo?… finche’ non prescrive farmaci… potremmo classificarlo come un tentativo di fare pendant.
    Sì, ci sono delle conferme indirette da parte del Prof. Gobbi dell’uni di Urbino […] l’uni si è ritrovata nel dilemma burocratico di dover dare accesso ai due ricercatori modenesi ai locali dell’università
    Quindi, se non capisco male, abbiamo una qualche conferma, dall’universita’, del fatto che si sarebbe instaurato un rapporto formale di qualche tipo. Ma non dettagli sulla natura di quel rapporto e, comunque, non conferma del fatto che quel rapporto consente di fregiarsi del titolo di “professore”.
    Ma non vedo perché stupirsi quando la stessa ricercatrice si fregia di essere stata riconosciuta con il titolo di Fellow dal College of Fellows […] Avranno capito Gatti-Montanari che la FBSE, ed i suoi mille cloni, altro non sono che finte associazioni di categoria dove basta pagare una quota annua per farne parte? […] Sono tutte finte associazioni usate da università e riviste di basso impact factor per fare pubblicità ad eventi e conferenze organizzate dalle stesse. The gist is: ti associ, paghi la cifra annua e puoi partecipare alle conferenze organizzate dall’associazione come speaker per promuovere i tuoi lavori, ed in cambio ti danno un titolo onorifico
    In realta’, lo stupore che provo non e’ tanto legato al caso specifico della dott.sa Gatti, ma ha un senso piu’ generale.
    Il fenomeno, dei titoli millantati, mi sembra antico ed estremamente diffuso. Ho pero’ l’impressione che sia, quantitativamente, in aumento; anche se non escludo che questa impressione possa essere causata dal fatto che — da qualche tempo — ci sto facendo una particolare attenzione.
    Non che io abbia molta fiducia nei titoli e nei riconoscimenti accademici — e ho anche una certa istintiva allergia al principio di autorita’ — ma piu’ osservo e piu’ mi convinco che ci sia una correlazione evidentissima tra pseudoscienza e/o cattiva scienza e il millantare titoli. E mi stupirebbe il contrario.
    Quello che mi sorprende, in realta’, non e’ il comportamento dei millantatori e dei wannabe scienziati (cinicamente comprensibile, ipotizzando che sperino di farla franca). Quello che stupisce e’ la mancanza di reazione da parte di chi quei titoli li detiene legittimamente.
    Dopo aver visto che ha sottoscritto un articolo dove si distinguono tungsteno e wolfarmio, io trovo esilarante che la dott.sa Gatti si lamenti “degli errori di base che anche uno studente del 1° Anno di Chimica capisce”. Ma tutto sommato mi sembra che, per questo, meriti solo quel tanto di derisione che dovrebbe incoraggiarla ad abbandonare l’arroganza che dimostra abitualmente nel rapportarsi con gli interlocutori che non la osannano.
    Ma quando si scopre che un ricercatore (o anche un ministro, pensando a uno in carica, o a un giornalista, pensando a un candidato di elezioni passate) si vanta di titoli inesistenti, io mi aspetterei un feroce e insistito ostracismo da parte della comunita’ di appartenenza. Al contrario, ho l’impressione che i millantatori, quando scoperti, raramente subiscano svantaggi e biasimo tali da scoraggiare questi comportamenti.
    In altre parole, ho l’impressione che la comunita’ accademica sottovaluti pesantemente il rischio di (ulteriore) perdita di autorevolezza che corre nel non sanzionare pesantemente questo tipo di comportamenti.

  19. Grazie Dora per l’importante notizia, ora mi scuso tremendamente, ma mi scappa una serie di rime:
    lordume
    marciume
    omissume*
    pattume
    viscidume.
    ————
    *: “Omissume” l’ho inventato io un minuto fa, non so ancora cosa vuol dire, ma penso che richiami l’omessa applicazione di pece e piume al de cuius.

  20. @Hortensio
    “Omissume” l’ho inventato io un minuto fa, non so ancora cosa vuol dire, ma penso che richiami l’omessa applicazione di pece e piume al de cuius.
    Per esempio una ambigua sanzione invece che una onesta radiazione? È la seconda volta (la prima fu il caso Ruggiero un paio d’anni fa) che ho l’impressione che l’OdM di Firenze – sì – forse qualche problemuccio di omissiume ce l’abbia. Ma forse è solo timidezza.

  21. Veramente l’idea mi viene dalla reazione alla sanzione ricevuta di-da P. Rossaro: “Medioevo scientifico”, dice; io un po’ di medioevo glielo somministrerei appunto mediante pece e piume o, in mancanza, trucioli e bitume, tanto la rima torna bene uguale. Poi
    Hortensio, abbozza!
    POI gli pulirei gli orecchi dal cerume
    non travalicare
    (e tu non rompere!) Scusi Dora, per le continue interruzio’
    lascia fare Dora, e pensa piuttosto alla figura da troglodita che stai per fare
    (bellino te, invece!) Dicevo, gli toglierei il cerume con l’idropulitrice. Glielo darei io il medioevo, glielo!
    ecco, bravo, ora vai a nasconderti per un mese o due

  22. Non è cosa da tutti i giorni inventare una parola polisemica. Sono molto ammirata (mi piace in entrambi i significati, e chissà quanti altri se ne possono inventare trovare).

  23. Hornbeck: “Pure il PhD e’ auto-assegnato?!?”
    Quello di Montanari sicuramente, quello di Gatti è ancora in discussione perché muta a seconda della convenienza; oggi Gatti è PhD in X, domani è in Y, l’altro ieri era in Z, per esempio si passa da biotecnologo ad ingegnere dei materiali con troppa disinvultura.
    Gatti sostiene persino nel suo CV di essere stata la direttrice scientifica del Laboratorio di Biomateriali dell’università di Modena e Reggio Emilia, ma c’è un interessante comunicato stampa dell’ UNIMORE che smentisce l’esistenza stessa di tale laboratorio: https://www.ipasvibo.it/2016/universita-di-modena-e-reggio-emilia-antivaccini-falso-noi-pro-scienza.html
    Hornbeck: “finche’ non prescrive farmaci… potremmo classificarlo come un tentativo di fare pendant”
    Prescrivere direttamente farmaci no, ma l’altro giorno Gatti e Montanari hanno rilasciato un’intervista a mezzo Facebook (occhio al rimmel), in cui affermano che l’omeopatia è una cura efficace e che i “vaccini omeopatici” sono preferibili a quelli allopatici, e che se li somministri assieme… wait for it, si annullano a vicenda. Poi suggeriscono ai propri seguaci di rivolgersi a Stelior, ed è lì che la prescrizione di farmaci e terapie pseudo-scientifiche avviene.
    E questo è niente, fanno pure diagnosi dei gradi di ASD a mezzo internet, o tramite “fotografie”.
    Per chi non volesse seguire un’ora e mezza di cavolate, qui trovate un mio elenco di tutte le panzane asserite nell’intervista da Gatti/Montanari in ordine cronologico: https://disqus.com/home/discussion/butac/vaccini_qualcuno_si_sta_innervosendo/#comment-3357269117
    p.s.: all’inizio dell’intervista si vede anche Gatti, che con estremo orgoglio, mostra l’attestato di Fellow del College of Fellows incorniciato come una reliquia; sono proprio convintissimi si tratti di un titolo accademico internazionale…

  24. Hornbeck: “Ma non dettagli sulla natura di quel rapporto e, comunque, non conferma del fatto che quel rapporto consente di fregiarsi del titolo di “professore”.”
    Esattamente. A domanda diretta né i due ricercatori, né l’uni di Urbino rilasciano comunicati ufficiali.
    Hornbeck: “Quello che stupisce e’ la mancanza di reazione da parte di chi quei titoli li detiene legittimamente. […] Ma quando si scopre che un ricercatore […] si vanta di titoli inesistenti, io mi aspetterei un feroce e insistito ostracismo da parte della comunita’ di appartenenza. […] In altre parole, ho l’impressione che la comunita’ accademica sottovaluti pesantemente il rischio di (ulteriore) perdita di autorevolezza che corre nel non sanzionare pesantemente questo tipo di comportamenti.”
    La penso esattamente come te. La perdita di autorevolezza, e di riflesso della fiducia da parte della gente comune verso la scienza, è indubbiamente un rischio fortemente sottovalutato. Gli studi condotti da PUS/PEST avevano già esposto l’esistenza di questo questo rischio parecchio tempo fa, ma siamo ancora fermi ai metodi di comunicazione della scienza dell’altro secolo, e metodi sanzionatori troppo lenti e gran poco trasparenti.
    Come scrive il giornalista scientifico Pietro Greco, fin tanto che la comunità scientifica non si aprirà maggiormente verso l’esterno, questi fenomeni non possono che aumentare nel lungo termine.

  25. @ Mauro Toffanin
    Gatti sostiene persino nel suo CV di essere stata la direttrice scientifica del Laboratorio di Biomateriali dell’università di Modena e Reggio Emilia, ma c’è un interessante comunicato stampa dell’ UNIMORE che smentisce l’esistenza stessa di tale laboratorio:
    Qui pero’ sono confuso: cercando con google trovo il sito web di un “laboratorio dei biomateriali” che sembrerebbe proprio di UniMoRe.
    Stesso sito web che trovo citato in un curriculum della Gatti, ospitato sempre da un server UniMoRe.
    Comunque, in quest’ultimo curriculum, trovo scritto
    1976 Ph.D. in Biomedical Technologies (Bioengeneering) at the Faculty of Medicine of the University of Bologna – Italy
    Peccato che il dottorato di ricerca sia stato istituito in Italia, se non erro, solo nel 1980. Quindi faccio fatica a credere che UniBo ne possa aver rilasciato uno nel 1976.

  26. Sylvie: “Avevo cercato la reliquia nell’elenco dei fellows IUSBE, tu riesci a vederla?”
    Da quel che ho capito quel sito è fermo al 2008. Non l’hanno più aggiornato da allora; fatto alquanto bizzarro per essere una’asociazione che elargisce riconoscimenti internazionali prestigiosi a livello mondiale dagli anni ’90. E’ un po’ come se il sito web del Nobel Prize non venisse aggiornato da 10 anni, sarebbe poco credibile, ma sto divagando.
    Gatti risulta nei Fellows dell’associazione “The International College of Fellows of Biomaterials Science and Engineering”: http://fellowsbse.org/current-fellows/
    Assegnazione del titolo/premio (?) nel 2012, tramite la European Society for Biomaterials.
    C’è poi questo illuminante commento del febbraio scorso sul blog di MedBunker che spiega come funzionano le scatole cinesi delle ESB, e rispettive nomine da Fellow (hilarity ensues): http://medbunker.blogspot.com/2017/02/i-vaccini-inquinati-unesperta-dice-di-no.html?showComment=1486834806941#c3005961133162461423
    p.s.: il commento su medbunker è a firma “mps”, presumo sia Maria Pia Sammartino, la ricercatrice del dipertimento di chimica della sapienza di Roma che ha già commentato qui in altre occasioni in calce agli articoli sui due ricercatori indipendenti modenesi, quindi propendo per la genuinità dei dati riportati.

  27. Sono in vacanza, e ho dunque piu’ tempo di coltivare le mie curiosita’.
    Ho reperito sul sito dell’Ordine degli ingegneri di Roma la licandina di un convegno che si terra’ a Roma il 6 luglio presso l’ENEA Sulle tecniche innovative di trattamento dei rifiuti radioattivi al quale parteciperanno tra gli altri, come relatori, l’ing. Gili di Sogin e l’ing. Marin di wow. Che sia l’occasione di saperne di piu’ ? Forse lei avra’ modo di partecipare o di ottenere le relative relazioni. Attendo con viva curiosita’.
    Il link e’ il seguente:
    https://old.ording.roma.it/archivio/oxgom5wgdgpLocandina-Trattamento_rifiuti_6_Luglio_2017_(1).pdf

  28. @ Aco Sepiani
    Ho reperito sul sito dell’Ordine degli ingegneri di Roma la licandina di un convegno che si terra’ a Roma il 6 luglio presso l’ENEA Sulle tecniche innovative di trattamento dei rifiuti radioattivi al quale parteciperanno tra gli altri, come relatori, l’ing. Gili di Sogin e l’ing. Marin di wow
    Interessante (e grazie per la segnalazione) e spero che qualcuno a Roma possa approfondire.
    Mi auguro pero’ che lei non voglia dedurre l’efficacia della tecnologia Wow dall’esistenza di tale convegno.
    Le ricordo che l’Ordine degli Ingegneri di Roma da credito anche alla fusione fredda.

  29. @ Aco Sepiani
    Che sia l’occasione di saperne di piu’ ? Forse lei avra’ modo di partecipare o di ottenere le relative relazioni
    Comunque, in base a quanto leggo nel primo documento che ci ha link-ato, anche questo dovrebbe essere un “Seminario tecnico gratuito riservato unicamente agli iscritti all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma in regola con le quote associative”.
    Sembra quindi che, se anche volesse, Oca Sapiens (come me e molti altri, del resto) non potrebbe partecipare.

  30. Non deduco, cerco e chiedo lumi. Vedo che il convegno e’ organizzato dall’ENEA, e aggiungo quindi un altro Ente a quelli che si occupano di wow. Niente piu’

  31. @ Aco Sepiani
    Non deduco
    Mi fa piacere.
    cerco e chiedo lumi
    Un convegno di questo tipo — non aperto al pubblico — non sembrerebbe l’occasione giusta.
    Ma magari mi sbaglio e gli organizzatori divulgheranno le slide o le registrazioni video degli interventi.
    Vedo che il convegno e’ organizzato dall’ENEA, e aggiungo quindi un altro Ente a quelli che si occupano di wow
    Proprio sicuro di non cercare di dedurre nulla?
    Comunque, sembrerebbe solo “in collaborazione” con l’Enea.
    Come il convegno sulla fusione fredda, del resto.
    Anzi: il rappresentante dell’Enea inviato per i saluti sembrerebbe essere la medesima persona in entrambi i convegni.
    Chissa’… forse Wow si sta specializzando in smaltimento di scorie provenienti da reattori di fusione fredda.

  32. Non vedo contraddizioni. Mi pare che wow punti a (o prometta di) ridurre di n volte i rifiuti rafioattivi luquidi, che poi possono anche essere cementificati.

  33. Ditemi che almeno questa volta l'”Ing Marin” non sono io 🙁
    Anche perché sono il “Dr Marin” 😀

    1. Meno male che non l’ha perso, serve il suo aiuto.
      Approfondimento: devo ancora provare con la mayonnaise senza la senape. E quello sulle “ricerche” di Gatti & Montanari a che punto è? Le hanno fornito i campioni?

  34. Riesumo questa vecchia discussione per segnalare che il Prof. Gobbi dell’ateneo di Urbino ha rilasciato (su BUTAC, sigh) una sorta di “risposta ufficiale” riguardante le credenziali di Gatti-Montanari presso l’uni di Urbino. Riporto qui la parte saliente del commento per praticità:
    “Aggiungo che l’affliazione di Gatti Montanari ad Urbino deriva da un contratto di assistenza alla didattica (forma minimale di coinvolgimento) stipulato tra loro e la Facoltà di Scienze al fine di consentirne l’accesso allo strumento, come sancito dal Tribunale di Reggio Emilia, altrimenti impossibile, sulla base della regolamentazione di accesso ai laboratori in quel momento in vigore presso l’ARPAM, che non consentiva accesso ad estranei all’ARPAM ed all’Università.”
    Insomma, si appura che sono iscritti all’ateneo con la qualifica di personale per “l’attività di supporto alla didattica” ex art. 26 DPR 382/80. Con tutto ciò che ne consegue.

  35. @ Mauro Toffanin
    Insomma, si appura che sono iscritti all’ateneo con la qualifica di personale per “l’attività di supporto alla didattica” ex art. 26 DPR 382/80. Con tutto ciò che ne consegue.
    Grazie per l’aggiornamento.
    Spero di non passare troppo per cinico (o magari anche si’) ma la cosa non mi sorprende affatto.
    Rimane comunque la perplessita’ per un’universita’ — che pure ha avuto seri contrasti con il microscopico duo, concretizzatisi davanti a un tribunale della Repubblica, e che quindi non puo’ essere ragionevolmente sospettata di provare simpatie per i due soggetti in questione — che, consapevole (voglio sperare) di una dott.sa Gatti che si fregia del titolo di “Professor at the University of Urbino”, si limita a negare la cosa tramite gli ufficiosi interventi di un volonteroso professore e non si degna, non dico di diffidarla, ma neppure di smentirla con un comunicato ufficiale.

  36. E.K.Hornbeck: “consapevole (voglio sperare) di una dott.sa Gatti che si fregia del titolo di “Professor at the University of Urbino”, si limita a negare la cosa tramite gli ufficiosi interventi di un volonteroso professore e non si degna, non dico di diffidarla, ma neppure di smentirla con un comunicato ufficiale.”
    E’ esattamente ciò che ho risposto l’altro giorno al Prof. Gobbi: https://disqus.com/home/discussion/butac/malaria_vaccini_sciacalli_fascisti_e_clickbaiting/#comment-3566889469
    Basterebbe un semplice comunicato ufficiale in cui si smentiscono certe affermazioni da parte dei due ricercatori indipendenti (es.: su FB ho trovato gente che osanna Gatti-Montanari sostenendo che hanno “scoperto” le nanoparticelle e che hanno scritto libri universitari). Consoliamoci con il fatto che la qualifica di “attività di supporto alla didattica” serve solo per avere accesso all’ARPAM e che non ci sono corsi universitari sulle nanoparticelle tenuti dai due nano-scienziati 😀

  37. @ Mauro Toffanin
    E’ esattamente ciò che ho risposto l’altro giorno al Prof. Gobbi
    Vedo.
    Sottoscrivo parola per parola.
    Il prof. Gobbi va certamente ringraziato per aver fatto chiarezza su questo (e mi devo essere perso le diciannove volte precedenti) ma si tratta comunque di interventi (almeno il ventesimo lo era) a commento di un post (per quanto su un blog ormai autorevole, come Butac) di un singolo professore che (per quanto informato) non credo possa parlare, ufficialmente, a nome dell’intera Universita’ di Urbino.
    Sperare non costa nulla. Possiamo quindi dedicarci all’auspicare che si pronunci, chiaramente, anche l’Universita’ in quanto tale.
    Paradossalmente, pero’, mi rimane la perplessita’ relativa al comunicato che citi, dell’Universita’ di Modena e Reggio, riguardo all’affermazione finale: “e’ del tutto privo di fondamento che presso l’ateneo di Modena e Reggio Emilia esista un laboratorio dei biomateriali”.
    Non che vi abbia trovato traccia ne’ di Gatti ne’ di Montanari, ma ho trovato un sito web dedicato al laboratorio che non esisterebbe proprio nel dominio di UniMoRe.
    Mi piacciono le smentite chiare; ma se fossero anche ineccepibili, sarebbe preferibile.
    su FB ho trovato gente che osanna Gatti-Montanari sostenendo che hanno “scoperto” le nanoparticelle e che hanno scritto libri universitari
    Proprio quello che mi preoccupa.
    Ricordo ancora vari creduloni di lungo corso, variante fusione fredda, che davano per accertata, e ne diffondevano il relativo verbo, la relativa validita’ scientifica unitamente all’indiscutibile efficacia dell’ECat di Andrea Rossi. E questo, principalmente, sulla base del fatto che UniBo ne aveva accertato, dicevano loro, l’efficacia dell’apparecchio.
    Anche in quel caso, l’Universita’ in questione e’ stata un po’ troppo lenta a capire in quale pasticcio si stava cacciando e un po’ troppo timida (IMHO) nel mettere, poi, i puntini sulle ‘i’. Lasciando campo libero a un imprenditore spregiudicato (ma anche senza ‘s’).

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