Perseveranza bigoilista

Su Wired l’avvenente collega citava James Delingpole il quale, su Breibart, ha cercato di rigonfiare il pallone di Climategate, fatto presto scoppiare da Gavin Schmidt, Climate FeedbackSnopes et al.

Lo scandalo 3.0 sarebbe rivelato nell’ultimo capitolo del complotto mondiale degli scienziati e degli strumenti di misura

On the Validity of NOAA, NASA and Hadley CRU Global Average  Surface Temperature Data & The Validity of EPA’s CO2 Endangerment Finding

scritto da James P. Wallace III, Joseph S. D’AleoCraig D. Idso per conto del Competitive Enterprise Institute, una lobby prima per i fabbricanti di sigarette e, una volta persi tutti i processi, per BigOil & Coal.


Competenza in meno, il trio ripete l’analisi fatta dal gruppo Berkeley Earth che, nelle speranze globalcooliste, doveva smentire il riscaldamento globale e invece l’ha confermato.
Forse perché la lobby è stata poco generosa, il trio ha fatto tutto da sé. Questo spiega le bugie naïf sulle correzioni alle tre serie di dati, la scelta di alcune località per negare un fenomeno globale, i grafici travisati o falsificati (omissis) e l’auto-pubblicazione della fatica: perfino il Cato Institute ha rifiutato di ospitarla sul proprio sito, sebbene Idso sia un suo senior scientist.

Oltre a Snopes il cui fact-checking sembra più perfido del solito, raccomando la demolizione tecnica di Victor Venema e nel caso servisse il contesto politico, quella di Dana Nuccitelli.

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M’è venuto in mente perché nel Parco delle bufale ho aggiunto qualcosa sulle recenti zichicche e, sotto, un habitué e un altro signore ne approfittano per giocare a chi la spara più grossa.